Prendi uno, paghi tre

Per ogni ora di Religione Cattolica lo Stato paga tre insegnanti, uno dei quali non è libero

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione…
(Costituzione Italiana, art. 33)

Dipende.
Gli insegnanti di Religione Cattolica (IRC), per esempio, sono scelti dal vescovo e da questi sono cacciati in caso di cattiva condotta: “E’ diritto dell’Ordinario del luogo per la propria diocesi di nominare o di approvare gli insegnanti di religione, e parimenti, se lo richiedano motivi di religione o di costumi, di rimuoverli oppure di esigere che siano rimossi” (Codice di Diritto Canonico).
Inoltre i libri di testo, per essere adottati, devono ricevere il nulla osta della Conferenza Episcopale Italiana e l’approvazione dell’Ordinario competente, che devono essere menzionati nel testo stesso.
Eppure – e questa è la palese incongruenza – è lo Stato a pagare questi insegnanti, e continuerebbe a pagare quelli eventualmente considerati indegni, dunque cacciati con ignominia dalla curia ma assunti a tempo indeterminato dallo Stato (“Per quanto riguarda la testimonianza di vita cristiana, l’Ordinario, oltre a verificare che non risultino da parte del candidato comportamenti pubblici e notori in contrasto con la morale cattolica, si accerta che il medesimo viva coerentemente la fede professata, nel quadro di una responsabile comunione ecclesiale”).
Non è già questo – accettare per statuto lavoratori a diritti limitati, tollerare che la chiesa cattolica metta becco nella scelta di libri di testo oltreché nella vita privata delle persone – un vulnus inaccettabile nel cuore dell’istruzione statale?
Quel che poi alcuni non sanno è che – laddove la normativa venga applicata seriamente – per ogni ora di IRC gli insegnanti pagati sono tre!
Chiarisce infatti la Circolare Ministeriale n. 10 del 15 novembre 2016 che gli istituti di secondo grado (medie e superiori) hanno l’obbligo, per chi scelga di non avvalersi, di predisporre:

a. Attività didattiche formative
b. Attività di studio e/o di ricerca individuale con assistenza di personale docente
c. Libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente (per studenti delle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di secondo grado)
d. Non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica

Ciò significa che, mentre l’insegnante scelto e controllato dal vescovo ma pagato dallo Stato, sta in un’aula a catechizzare tre, quattro, 10 studenti (in luogo dei 28/30 necessari per formare una classe nelle ore curricolari), un altro docente tiene lezioni alternative – di argomento filosofico, etico, pedagogico, secondo la scelta del Collegio – e un altro ancora assiste i ragazzi nello studio.

Non tutte le scuole predispongono le attività alternative previste dalla legge, sebbene la C.M. 18/2013 abbia richiamato “l’attenzione sull’obbligatorietà per la scuola di assicurare le attività alternative”. Ma quelle che seguono la normativa sono costrette a stipulare contratti di ore aggiuntive con insegnanti curricolari.
E sono soldi (si parla di una cifra intorno a 800 milioni di euro), denaro, nostro, con il quale camperebbe un altro bidello o un applicato di segreteria, con cui acquistare banchi e sedie, armadietti, libri.

Cose vere, con le quali conquistare conoscenza, dignità, libertà.

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