La serata di giovedì 16 febbraio ha sollevato più dubbi che entusiasmo. L’opportunità per modificare in meglio il territorio c’è, ma non fino a quando l’amministrazione affronterà il problema solo da un punto di vista tecnico. Intanto le associazioni chiedono che vengano posti dei paletti chiari e precisi al protocollo
È un’amministrazione confusa quella che si è presentata giovedì sera a Borgofranco davanti ad una folla di cittadini accorsi per capire come il loro territorio e la loro quotidianità verranno trasformate. Confusa, forse incerta, forse combattuta. La stessa amministrazione che aveva sostenuto la battaglia contro il pirogassificatore si ritrova oggi a dover approvare un protocollo che con ogni probabilità getterà le basi per quella che dovrebbe essere la circonvallazione di Borgofranco attraverso Montebuono. La vicesindaca Silvia Guglielmetto ha infatti aperto la serata con questa considerazione: «sicuramente ci saranno cambiamenti, sia dal punto di vista ambientale che di viabilità».
Ma al di là di quello che già tutti sanno, non molto è stato aggiunto per chiarire le conseguenze del protocollo d’Intesa con R.F.I.
L’unica certezza che l’amministrazione ha saputo dare ai cittadini riguarda la soppressione dei passaggi a livello. Nel ripercorrere brevemente le tappe che hanno portato all’attuale protocollo d’Intesa, il sindaco, Livio Tola, ha infatti ribadito che R.F.I. non intende rinunciare all’obiettivo di soppressione dei passaggi a livello.
Chiudere tutti i passaggi e modificare la viabilità. Ma come? Se solo l’amministrazione si fosse premurata di utilizzare delle immagini, delle diapositive o delle mappe la risposta a questo interrogativo sarebbe stata più semplice, ma il pubblico è stato costretto a servirsi dell’immaginazione per figurarsi le modifiche alla strada statale 26, dell’ubicazione delle probabili quattro rotonde (2 a nord e 2 a sud di Borgofranco) e dei quasi certi cavalcavia che andranno ad impattare negativamente il paesaggio.
Ma l’immaginazione, si sa, è soggettiva e ognuno del pubblico ha provato a formulare domande a seconda delle proprie immagini mentali. Dal pubblico un signore, residente a Campagnola (e quindi direttamente interessato al progetto) ha domandato: «quali saranno i tempi di attuazione?», ma il sindaco Tola, limitandosi a leggere qualche riga del protocollo, ha dato una risposta insufficiente: «il protocollo prevede che entro 10 mesi dalla sottoscrizione venga realizzato uno studio di fattibilità». E poi? Nessuno lo sa.
Solo le associazioni, presenti alla serata, hanno provato ad avanzare dei suggerimenti.
Nevio Perna, di Legambiente Dora Baltea, ha inizialmente espresso soddisfazione per la presenza di altri sindaci del territorio alla serata. I sindaci di Tavagnasco, Settimo Vittone e Quincinetto hanno infatti preso parte all’incontro, dimostrando la necessità di pensare collettivamente il problema. «Cerchiamo di vedere i problemi collegati tra di loro. Si può ragionare in termini di progettualità? Non ha senso ragionare per “aggiunte”. Procedere per aggiunte produce danni» ha affermato Perna.
Diego Corradin, dell’Osservatorio Paesaggio AMI ha invitato l’amministrazione a pensare al progetto non come ad un semplice problema tecnico, ma inserendolo in una visione di territorio più ampia. «Prima ancora di pensare a soluzioni tecniche, che impatto avrà il progetto? In tutto il protocollo non si parla mai di compensazione. Non si può ragionare solo in termini di sicurezza».
Anche le associazioni dei pendolari hanno avanzato delle osservazioni. Mirko Franceschinis, dell’associazione utenti ferrovia Chivasso-Aosta, ha detto: «L‘associazione è sempre stata favorevole alla chiusura dei passaggi a livello, ma non necessariamente di tutti. Quelli agricoli potrebbero essere eliminati, mentre gli altri vanno valutati».
L’amministrazione sembra stia lavorando senza valutare a fondo la vivibilità del territorio. Se domani si facesse una circonvallazione attraverso Montebuono, come si potrebbe pensare un raddoppio dei binari per potenziare il sistema ferroviario? Lo spazio è limitato: da una parte c’è la Dora, dall’altra il centro del paese. Il tutto sta nel capire se il territorio va solo attraversato o anche vissuto.
Sul finire della serata il sindaco ha poi concluso: «Il protocollo d’intesa verrà cucito all’interno di una delibera. Li dentro metteremo richieste ben ferme e chiare».
L’auspicio è che quest’ultima dichiarazione venga mantenuta.
Andrea Bertolino