Bocciata in Consiglio Comunale la mozione contro l’uso delle stoviglie in plastica nelle mense scolastiche
In un articolo pubblicato il 25 gennaio scorso davamo voce a una petizione presentata al sindaco di Ivrea e firmata da oltre cinquemila, tra genitori insegnanti, cittadini, che chiedevano chiarezza sull’uso e abuso dei vassoi di plastica nelle scuole della città. Dall’inizio dell’anno scolastico a scuola i vassoi a scomparti, in plastica non compostabile “usa e getta”, hanno difatti preso il posto dei piatti lavabili; inoltre, senza coinvolgere la Commissione Mensa, sono stati aboliti dai menù tutti i primi “liquidi” (zuppe, minestre, passati di verdura) che, pur rientrando in una dieta sana ed equilibrata, se ne andavano a spasso per i suddetti vassoi da uno scomparto all’altro rendendosi indomabili.
L’appello diventa una mozione presentata dalla minoranza nel Consiglio Comunale del primo febbraio, ma non discussa per “questione di tempo”. Approdata finalmente all’ultimo Consiglio Comunale del 3 marzo è stata solennemente bocciata (con 9 voti astenuti e 5 favorevoli), destino comune a quella del novembre scorso, su temi analoghi. Allora, davanti alla proposta di sostituire le stoviglie di plastica con altre di materiale compostabile la bocciatura fu motivata da problemi di costi, non analizzati nello specifico.
Nel suo intervento il consigliere Benedino ha auspicato che l’imminente nuovo appalto che riguarda le mense scolastiche individui un operatore più motivato rispetto alla qualità del servizio. Del resto Ivrea è sempre stata all’avanguardia sulla tematica dell’educazione alimentare. E’ intorno all’anno 2000 l’introduzione degli orti scolastici, l’introduzione nei menù di prodotti a km zero e di provenienza biologica.
Secondo la maggioranza però è già cosa fatta nelle mense scolastiche l’uso dei vassoi bio-compostabili, in quanto scesi di prezzo e quindi diventati apprezzabili (in realtà, come specificherà più avanti l’assessora Povolo, l’unica scuola in cui sono stati inseriti i vassoi bio-compostabili al momento è la scuola elementare Nigra) e l’unica pietanza non compatibile con i suddetti sarebbe la minestra (“che veniva distribuita per la gioia dei bambini tre volte al mese” ha ribadito la Consigliera di maggioranza Bono).
Le variazioni al menù, sempre secondo Bono, sarebbero state approvate dall’ASL dopo l’esame di medici e nutrizionisti e quindi per nulla arbitrarie.
In realtà obiettivo primario rimane promuovere la sensibilizzazione delle scuole (studenti e famiglie) sull’educazione alimentare e sulla raccolta differenziata dei rifiuti. E poi, è così inimmaginabile (in molte scuole avviene) tornare semplicemente alle stoviglie lavabili?
Non ereditiamo il mondo dai nostri padri – dice un proverbio dei nativi americani – ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli“. Chi glielo spiegherà, a questi figli, perché lo abbiamo ridotto così?
Simonetta Valenti