Lunedì 27 agosto si è svolto il presidio in piazza Ferruccio Nazionale per protestare contro le scelte del Ministro dell’Interno. Sono state anche raccolte 292 firme per la lettera aperta che verrà consegnata nelle mani del sindaco Sertoli e del presidente del consiglio comunale Borla. Sui social network, intanto, c’era una “seconda piazza”
Nonostante il caso della nave Diciotti fosse già stato “risolto”, con l’intervento della CEI, lunedì 27 agosto le associazioni eporediesi e cittadini del territorio non hanno fatto marcia indietro, confermando e partecipando al sit-in che si è svolto in piazza di Città a partire dalle 18.30 per far sentire e manifestare il proprio dissenso circa le scelte e l’operato del Ministro dell’Interno.
Trecento persone si sono così trovate ad ascoltare i vari interventi che si sono susseguiti: Cadigia Perini, segretaria di Rifondazione Comunista, Mario Beiletti presidente dell’ANPI Ivrea e basso canavese, Pierangelo Monti, portavoce di Good Samaritan, Centro Gandhi e MIR Ivrea, Federico Bona, Mauro Michelotti, sono solo alcuni dei nomi giunti a portare il loro contributo in qualità di singoli cittadini o di rappresentanti, ai quali si sono poi accodati altri interventi sorti spontaneamente tra i presenti.
Dalla ferma condanna per lo strumentale uso di esseri umani per scopi politici e per maldestramente pensare di ricattare l’Europa alla richiesta di far sentire il proprio dissenso e di non abbassare la guardia di fronte all’escalation di odio verbale e fisico, gli interventi si sono susseguiti all’insegna del grido “Non in mio nome“, rimarcando come l’enorme risonanza mediatica del Ministro dell’Interno Salvini non rifletta gli umori dell’intero paese come invece egli afferma. Durante il sit-in, inoltre, è stato anche lanciato un appello ai cattolici che il Ministro degli Interni dice essere all’85% dalla sua parte: «Ribellatevi! Non lasciate che il Ministro dell’Interno parli a nome vostro. Fatevi sentire!» sono state le parole di Perini.
Durante tutto il presidio è stata anche indetta la pubblica sottoscrizione di una lettera indirizzata al sindaco d’Ivrea Sertoli e al Presidente del consiglio comunale Borla e che verrà consegnata al sindaco da una delegazione in rappresentanza del sit-in martedì 4 settembre. Nell’arco di poco meno di qualche ora sono state raccolte 292 firme, il cui numero è andato via via crescendo sino a raggiungere le attuali 306 sottoscrizioni.
Il contenuto della lettera aperta
«I sottoscritti e le sottoscritte cittadini/e di Ivrea ed Eporediese» si legge nella lettera «chiedono al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale di Ivrea di riaffermare i diritti sanciti dalla nostra Costituzione», con particolare riferimento agli articoli 2 e 10; di farsi promotori verso le istituzioni superiori (Città Metropolitana, Regione in primis) e gli altri enti locali del territorio «affinché simili vicende contrarie oltre che alla nostra Costituzione anche alla Convenzione europea dei diritti umani e alla Carta Universale dei Diritti Umani, non debbano più accadere»; i firmatari della lettera aperta chiedono, infine, che venga rinnovato il progetto SPRAR alla sua scadenza (si rinnova ogni tre anni; l’attuale progetto è partito nel gennaio 2017, quindi il rinnovo andrà fatto nel gennaio 2019).
Non è chiaro come verrà recepita questa lettera dall’attuale amministrazione in quanto il sindaco Sertoli non solo venne appoggiato in campagna elettorale dal segretario della Lega Salvini, ma conta tra le sue fila sei componenti leghisti (due assessori e quattro consiglieri).
La piazza parallela: i social network
Una menzione particolare merita “l’altra piazza”, quella effimera, immateriale, ma reale tanto quanto quella di Ferruccio Nazionale per gli effetti e le conseguenze che è in grado di provocare. Stiamo parlando dei social network, il “luogo” (o non-luogo) dove oggi viene veicolata gran parte della propaganda politica, sia che nasca dall’alto e dalle segreterie di partiti e movimenti, sia che nasca dal basso, da “volenterosi” cittadini e cittadine che senza alcun vincolo morale si sentono liberi e libere di esprimere il loro dissenso tramite offese, calunnie, ingiurie e minacce. Una piazza estremamente più “partecipata” (perché non è Maometto che va alla montagna, ma la montagna che entra direttamente in casa tua, sul tuo cellulare o sul tuo tablet) e in grado di mutare l’opinione pubblica a seconda del problema o del caso sotto i riflettori.
Indubbiamente una piazza più incontrollata e violenta, al punto che anche la pagina facebook della Sentinella del Canavese si è dovuta difendere dalle accuse di chi non ha gradito la ripresa e cronaca del sit-in. Scrivono, infatti, i redattori del quotidiano locale: «Una precisazione per i lettori che hanno criticato la scelta della Sentinella di trasmettere in diretta questa manifestazione. Il giornale ha sempre dato voce a tutti, per sua scelta e tradizione. Non solo al pensiero che in quel momento storico ha la maggioranza. Ricordo ai lettori che in campagna elettorale è stato dato in diretta facebook l’intervento di Salvini a Ivrea, come gli interventi di altri politici nazionali arrivati in città. E anche nella nostra bacheca stiamo ospitando prese di posizione molto critiche, come nella nostra linea editoriale, tranne ovviamente quelli offensivi e potenzialmente meritevoli di querela. Si può dissentire e criticare. Da parte nostra c’è rispetto delle opinioni di tutti e delle diverse sensibilità».
Perchè questa menzione? Perché se anche un giornale locale del territorio eporediese e canavesano si deve difendere per il semplice fatto di aver esercitato il “diritto di cronaca“, allora vuol dire che qualcosa è veramente cambiato nell’umore delle persone, ma non in meglio.
C’è solo da augurarsi che la piazza virtuale rimanga tale, anche se visti i tempi che corrono e la leggerezza con cui si sequestrano oltre 150 persone a bordo di una nave, non si può non riflettere su quanto il confine tra i due mondi si sta restringendo.
Andrea Bertolino