Si è parlato di variante PRG, ospedale, progetto di cooperazione con il Comune di Natitingou e altro ancora, ma soprattutto del rendiconto finanziario 2017 nel Consiglio Comunale di Ivrea di lunedì 26 marzo. La prossima riunione potrebbe essere l’ultima del mandato Della Pepa
Sarà intorno al 12 aprile la prossima (e probabilmente ultima) riunione del Consiglio Comunale eporediese con l’amministrazione Della Pepa. E molto probabilmente sarà quella in cui si potrà ascoltare una relazione di fine mandato (quanto meno del secondo 2013-2018) dell’esperienza amministrativa del sindaco Della Pepa. E, in quella occasione, da Maurizio Perinetti (consigliere di maggioranza da molti anni e attuale candidato a sindaco del Partito Democratico), si potrà magari anche capire quali politiche di continuità (di cui Perinetti è espressione, pur tenendo a mente il suo monito: «ogni nuova amministrazione che si insedia è diversa dalla precedente») potranno attendersi gli elettori eporediesi nel caso di vittoria del PD.
I toni, le questioni e gli approcci che si sono dibattuti nell’arco delle sei ore di consiglio comunale di lunedì 26 marzo confermano quest’ipotesi (o per lo meno lasciano lo lasciano intendere) ed è proprio dai banchi della minoranza, precisamente dalle parole dei consiglieri Tognoli e Gilardini che arriva la richiesta di elaborare una relazione di fine mandato: «Mi auguro» ha detto Gilardini «di avere una relazione di fine mandato in consiglio comunale non soltanto autocelebrativa, ma anche critica».
L’accento posto sulla necessità di fare autocritica non è stato improvvisato o dettato dal “normale” comportamento di chi siede all’opposizione, ma è sorto a seguito dell’atteggiamento autocelebrativo “inscenato”, tra i banchi della maggioranza, a seguito dell’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2017 (come sono stati gestiti i soldi della città). «Abbiamo posto l’accento su una precisa scelta politica, ovvero contribuire ai servizi pubblici facendo in modo che l’amministrazione li redistribuisca tenendo in considerazione il reddito» sono state le parole del consigliere Dulla che ha poi, prontamente, dichiarato: «non possiamo sottovalutare un lavoro costante che ha portato risultati di dimensioni eclatanti rispetto alla dimensione della spesa corrente. Per questo il giudizio non può che essere positivo». Dello stesso avviso il consigliere Perinetti, che ha motivato le sue parole servendosi anche delle opinioni emerse durante l’ultimo l’incontro sulla variante del PRG: «La variante del piano regolatore è stata esaustiva e persone che arrivano da situazioni diverse [il team milanese Boeri, ndr] hanno voluto segnare con precisione che questa è una città fortemente positiva. Noi non ci accorgiamo di questa cosa, ma chi arriva da fuori riesce a dare un giudizio della città. Credo che queste siano questioni molto importanti ed è stata riconosciuta la solidità economica di questo ente e che chi verrà dopo partirà da una situazione forte. Sotto questo profilo credo che il giudizio non possa che essere positivo».
Chi più, chi meno, anche le opposizioni hanno riconosciuto la capacità dell’amministrazione Della Pepa di “tenere in ordine i conti” e di riuscire a ridurre il debito cittadino, ma hanno altresì rimarcato come l’operato complessivo non possa essere giudicato dai cittadini solo da un punto di vista “ragionieristico”. «Quest’amministrazione sembrerebbe essersi comportata come un buon padre di famiglia, riducendo l’indebitamento, ma di fatto la cittadinana non giudica su questioni tecniche, ma sulle scelte politiche e quest’amministrazione passerà alla storia per le seguenti cose: cava s.bernardo, passerella, ascensore che ha funzionato parzialmente, centrale del crist, panchine di piazza di città, problema delle luminarie, fondazione guelpa, inquinamento urbano e assenza di blocchi» ha attaccato il consigliere Blasotta, seguito poi dal consigliere Gilardini: «Con onestà intellettuale dico che ci sono tanti comuni che hanno situazioni economico-finanziarie disastrose e con tutte le critiche che ho da fare all’amministrazione non rilevo questa problematica, dal punto di vista ragionieristico. Basta? Basta la situazione economica finanziaria buona? A mio giudizio no. Ritengo che la città d’Ivrea e il territorio versino in uno stato di crisi profonda, soprattutto durante questo secondo mandato Della Pepa».
Ad attutire il clima “euforico” della maggioranza è, infine, intervenuto lo stesso sindaco, che dopo aver precisato che molte decisioni dipendono anche da enti superiori (l’ospedale d’Ivrea, ad esempio, è di responsabilità dell’ASL) e che quest’amministrazione ha dovuto affrontare gli anni peggiori della crisi economica ha poi dichiarato (con un tono quasi liberatorio): «Ce lo dobbiamo dire in maniera chiara: fare esercizi di ragioneria e scelte politiche sono cose che vanno assieme. Credete che a noi non sarebbe piaciuto fare tanti interventi in città e spendere tanti altri soldi? Voleva dire aprire mutui o sforare dei limiti che lo Stato ci imponeva».
Due narrazioni differenti e un’unica amministrazione al vaglio del giudizio cittadino. È questo lo scenario che si presenterà presumibilmente alle elezioni comunali e, sulla base di quale delle due narrazioni prevarrà, si saprà se il Partito Democratico sarà stato premiato per la sua abilità nel tenere in ordine i conti o “punito” per la mancanza di scelte più marcate e in grado di contraddistinguere l’operato della giunta Della Pepa.
Dieci anni di governo non sono pochi ed è fuori discussione che il PD si sia trovato a gestire una città in un periodo di crisi economica pesante, un territorio già in declino dalla scomparsa dell’Olivetti e, non ultimo, l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione (con la conseguente riduzione di fondi pubblici).
I consiglieri del PD hanno diritto di essere orgogliosi dei conti pubblici in ordine, ma sembra che il risultato nazionale delle elezioni del 4 marzo non sia ancora stato sufficientemente elaborato dai rappresentati locali. Echeggiano spontanee, in questo contesto, le parole dell’ex presidente Napolitano: “il voto ha bocciato l’auto-esaltazione del PD” ed è pensabile che, salvo colpi di scena finali, anche a livello locale possa riprodursi una situazione non dissimile.
D’altro canto se lo chiedeva anche Aristotele: chi è il miglior giudice di un pranzo? Il cuoco, che è un esperto, o gli invitati che devono mangiare le pietanze?
Andrea Bertolino