L’associazione Quinto Ampliamento inaugura ad Ivrea il suo percorso di promozione di un modello economico incentrato sui principi dell’economia civile
Venerdì 29, sabato 30 e domenica 1 ottobre: queste sono le giornate che la novella associazione Quinto Ampliamento ha scelto per inaugurare ad Ivrea il suo percorso di promozione dell’economia civile.
L’associazione, presentata ufficialmente venerdì 29 giugno a Milano presso Assolombarda, vede fra i suoi soci fondatori Confindustria Canavese, Fondazione Adriano Olivetti, Legambiente, Pubblico-08, AEG coop insieme ad Aida Partners Ogilvy PR, Message, Mercatino, Sabox.. Il nome prende spunto dalla storia della fabbrica di Adriano Olivetti, ampliata ben quattro volte nell’arco di diversi anni. Questo “quinto ampliamento” si colloca in una sorta di continuità simbolica e immateriale con i precedenti, in quanto l’obiettivo è quello di promuovere le buone pratiche dell’economia civile prendendo esempio dai valori e dal modo di fare impresa olivettiani.
«Adriano Olivetti stava già pensando a una sorta di quinto ampliamento. L’idea al centro del suo progetto – scrive Stefano Zamagni, presidente dell’associazione nella brochure di presentazione della manifestazione – era quella dell’impresa civile. L’impresa come agente di trasformazione, non solo della sfera economica, ma anche di quella sociale e civile della società».
Ed è su queste premesse che venerdì 29, alle Officine H, si terrà la prima delle tre giornate col titolo: “Verso un’economia civile. Perimetro teorico e nuove pratiche”. Sabato 30 il tema sarà la “Pausa Pranzo. Può una mensa darsi dei fini?”, sul rapporto che intercorre tra il cibo e il lavoro. Il tutto si concluderà domenica 1 ottobre con la passeggiata formativa nell’Atene degli anni Cinquanta “Per sentire le pietre cantare”.
Il programma è ricco e articolato; sono previsti innumerevoli interventi e momenti di convivialità.
L’iniziativa genera curiosità, non c’è che dire. Raramente ad Ivrea vengono organizzati incontri che trattano in qualche modo del lavoro e queste tre giornate avranno, se non altro, il merito di far circolare idee positive su che tipo di imprese e di produttività vorremmo per il futuro.
Il tema più curioso della manifestazione appare senza dubbio la “pausa pranzo”, intesa come momento di vita significativo delle giornate lavorative di ogni persona. Di questa conquista delle lotte operaie, che cosa è rimasto oggi?
Questo primo incontro del Quinto Ampliamento sarà per lo più incentrato sulla “pausa pranzo come momento fondamentale della vita quotidina in azienda, occasione per comprendere i valori autentici, le priorità, il rapporto con i dipendenti, il territorio, i concetti di crescita e di innovazione”.
All’Officina H sarà presente anche una mostra permanente sul Pranzo Operaio, nella quale vengono raccontate le lotte che hanno portato alle mense per i lavoratori. Prima di queste mense c’erano i barachin, che qualcuno sicuramente ricorderà: contenitori di metallo che andavano messi a bagnomaria per scaldare le pietanze. Oggi ci sono i microonde e il pranzo viene conservato in contenitori di plastica, ma si può dire che i barachin non siano mai spariti e siano, anzi, tornati in auge. Molti lavoratori non sanno nemmeno cosa siano le mense aziendali, ma sarà curioso sentire cosa, nella giornata di sabato 30, verrà detto.
Si parlerà anche di condizioni di lavoro, quindi, e lo si farà attraverso il cibo. Il punto di vista sarà, tuttavia, quello delle imprese considerate ormai gli unici soggetti a cui rivolgersi per poter mettere in atto un cambiamento; l’unica voce sindacale spetterà ad Angelo Colombini, membro della segreteria nazionale della CISL con delega all’industria. La presenza di Confindustria Canavese tra i soci fondatori di Quinto Ampliamento avrà influenzato la scarsissima presenza di rappresentanza dei lavoratori? Ma non era la comunità nel suo insieme (non solo l’impresa) lo strumento di autogoverno e di progresso auspicato da Olivetti?
Andrea Bertolino