Villa confiscata a San Giusto Canavese al boss del narcotraffico Assisi: possono partire i lavori sul bene trasferito dall’agenzia nazionale a Città Metropolitana di Torino
A più di due anni da quando, il 30 aprile 2018, la società civile, Libera Piemonte e le Istituzioni sono entrate per la prima volta nella villa confiscata al narcotrafficante Nicola Assisi, nelle campagna di San Giusto Canavese, il bene viene restituito alla collettività.
La Città Metropolitana di Torino ha finalmente ricevuto l’assegnazione formale – da parte dell’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata – della villa confiscata a San Giusto Canavese al boss del narcotraffico Nicola Assisi.
Il documento firmato dal direttore generale dell’agenzia Bruno Frattasi era indispensabile per ricevere i 100mila euro stanziati nel bilancio 2020 dalla regione Piemonte necessari ad avviare i lavori per rimediare ai danni dell’incendio doloso appiccato nell’estate del 2018 con la volontà di renderla inagibile.
Nel frattempo, la Città Metropolitana aveva chiuso nel novembre scorso il bando per raccogliere manifestazioni d’interesse tra associazioni interessata ad avere la villa in concessione d’uso a titolo gratuito per destinarla ad attività di utilità sociale: fra le tre offerte arrivate, era stata individuata in aprile da una commissione la miglior proposta che ora può giungere a compimento. E’ quella della cooperativa Pro.ge.s.t. S.c.s
La villa confiscata sarà assegnata per un periodo di sei anni e dovrà essere destinata ad attività di interesse generale per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale,senza scopo di lucro.
Era lo scorso 8 agosto quando a San Giusto Canavese proprio nel cortile della villa confiscata al boss fu firmata l’intesa tra l’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Prefettura di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana e Comune Di San Giusto Canavese: il bene risultava ancora di proprietà dell’erario ed è stato gestita dall’agenzia ANBSC fino ad ora.
La Città Metropolitana di Torino adesso può formalizzarne l’acquisizione al proprio patrimonio e porre in essere gli interventi di ripristino che consentono di concretizzare il progetto che tanto interesse ed entusiasmo ha suscitato sul territorio non solo canavesano: la restituzione alla collettività del bene sequestrato segna un passo simbolico della vittoria contro le mafie.