Parlare d’America dopo la rielezione di Trump

Sabato 16 novembre una iniziativa del Circolo Tavo Burat a Biella

L’iniziativa del 16 novembre presso il Centro Territoriale Volontariato di Biella cade proprio in un momento molto significativo, ovvero due settimane dopo la rielezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti d’America. 
La più potente nazione del mondo nacque anche grazie al genocidio delle popolazioni che vi
abitavano, i popoli nativi, detentori di una grande tradizione.
Vivevano con poco e in contatto costante con gli elementi naturali. 

Il nostro circolo è dedicato a Gustavo Buratti, ambientalista, insegnante, politico, poeta, difensore delle lingue e delle minoranze etniche religiose e culturali. Era certamente dalla parte dei nativi americani e lo espresse anche nel suo ultimo scritto del 2009: “Ho combattuto alcuni miti, quali l’esaltazione di Cristoforo Colombo il quale, anziché ‘scoprire l’America’, fu ‘scoperto’ dai nativi pellirosse, accolto con simpatia e rifocillato quando ai lidi oltreoceanici giunse disorientato, sperduto, affamato ed a mal partito… avendone poi in cambio l’inizio di uno spietato genocidio e la schiavitù” 

Una visione molto lontana da quella del due volte Presidente Donald Trump. All’inizio del primo mandato, infatti, autorizzò la costruzione dell’oleodotto, il Dakota Access Pipeline, il cui percorso inizia nel Dakota del Nord per finire in una raffineria dell’Illinois, nei pressi di Chicago, passando attraverso la riserva dei Sioux, proprio nei loro luoghi sacri, mettendo a rischio le risorse naturali e discriminando nuovamente la loro cultura.  V
i è stata una lunga battaglia dei nativi americani contro quest’opera che tuttora perdura nelle sedi giudiziarie. Trump, ovviamente, sostenne gli interessi dei costruttori dell’oleodotto.
D’altra parte, solo due anni fa, dichiarava che “C’è gente che si preoccupa del clima. Se i mari dovessero davvero alzarsi, il valore delle case lungo le coste si alzerà, perché avranno l’acqua più vicina” 

Siamo convinti che per combattere il negazionismo climatico si debba dire la verità. E, sul caso di Leonard Peltier, nativo americano detenuto nelle carceri USA, accusato di due delitti, la verità è che la sua storia racconta quell’America intrisa di discriminazione e di razzismo. 

“Tutto è connesso” è il documentario su questo caso di cui il Circolo Tavo Burat ha organizzato la proiezione alle 17:30 di sabato 16 novembre, nella Sala delle Colonne del Centro Territoriale Volontariato in via Orfanotrofio (entrata da via Ravetti) 

Con questa iniziativa chiediamo giustizia climatica e la grazia per Leonard Peltier. 

Per conto del Circolo Tavo Burat, federato a Pro Natura 
Il neo presidente Ettore Macchieraldo