Immigrazione: è ora di scelte ragionevoli e lungimiranti
Per evitare la produzione di clandestinità, emarginazione e xenofobia
Le migrazioni sono uno degli strumenti che hanno le persone per correggere gli squilibri economici e demografici e per cercare una vita degna per sé e per i propri figli. L’Italia è, da tempo, un Paese di immigrazione e lo sarà per decine di anni.
Noi vorremmo che nessuno fosse costretto a migrare, e chi è costretto non dovesse rischiare la vita per sperare in una migliore. Ma le migrazioni continueranno perché continuano ad esistere le cause che le generano.
Quelli che arrivano non sono troppi e non c’è nessuna invasione
Primo, perché compensano appena il calo demografico del nostro Paese; chi arriva è giovane e può utilmente riequilibrare il rapporto fra le fasce d’età dei residenti. Dovremmo chiederci chi curerebbe il patrimonio immobiliare, abitativo, agricolo, pastorale di un Paese che è sempre più vecchio, se non ci fosse l’immigrazione.
Secondo, nel 2015 sono arrivate circa 160 mila persone, ma nello stesso anno 175 mila immigrati sono diventati cittadini italiani dimostrando, fra l’altro, una grande voglia e capacità di “integrazione”.
Un sistema di accoglienza irragionevole e pericoloso
Però l’attuale gestione del fenomeno migratorio non è ragionevole, perché rischia di generare xenofobia, scontri sociali, emarginazione o assistenzialismo. Soprattutto il tema dei dinieghi rischia di far scoppiare tutto nel giro di pochi mesi. E’ necessaria una profonda revisione del modello di accoglienza.
Noi siamo convinti che, con scelte sagge, sia possibile ricavarne risorse e benessere per tutti.
La nostra proposta
Proponiamo la concessione generalizzata di un permesso di soggiorno di due anni all’arrivo in Italia.
Nei due anni verranno esaminate le eventuali domande di asilo o di protezione umanitaria, ma soprattutto vigeranno gli obblighi di:
- Frequenza di corsi di lingua italiana e di formazione professionale, per un impegno di almeno venti ore settimanali
- Partecipazione ad attività pratiche e formative su progetti organizzati e promossi dai comuni ospitanti riguardanti la tutela ambientale, la valorizzazione del territorio, i servizi alla persona, con l’obiettivo di favorire una formazione di cittadinanza attiva e responsabile. Attività che siano utili alla costruzione di buone relazioni con la comunità accogliente e per questo non saltuarie, ma costanti nel tempo.
L’insieme delle due attività dovrà configurarsi come una forte proposta di accrescimento del capitale culturale, professionale, umano, a cui deve corrispondere un altrettante forte impegno da parte del migrante. Le risorse necessarie potranno essere quelle già impegnate oggi, ma in maniera più ponderata e inerente a tutte le voci dei capitolati.
Al termine dei due anni:
a) sarà riconosciuto il diritto al soggiorno di coloro che saranno riconosciuti Rifugiati o titolari di Protezione, come avviene già oggi;
b) per tutti gli altri sarà valutato il percorso effettuato e valutata la capacità di autonomia e il grado di integrazione, al fine di ottenere un permesso di soggiorno per lavoro o per studio, anche ripristinando la positiva figura dello “sponsor” o garante del completamento del percorso di autonomia.
c) occorrerà rinforzare la proposta di rimpatrio assistito per coloro che desiderano rimpatriare al termine dei due anni iniziali.
L’attuazione di misure di questo tipo può:
1) evidenziare le potenzialità positive della presenza dei migranti e quindi contrastare la xenofobia;
2) evitare l’assistenzialismo, le speculazioni economiche e i fenomeni di accattonaggio;
3) promuovere la crescita del capitale umano dei migranti, per poi impiegarlo in Italia o nei loro paesi;
4) realizzare una vera cooperazione allo sviluppo: nessuno meglio di un migrante sa come aiutare chi è rimasto “al suo paese”;
5) ridurre il fenomeno dei “dinieghi” e della relativa disperazione che questi generano nei migranti nella costruzione del loro futuro.
L’Osservatorio Migranti di Ivrea