Nel nuovo incontro con i genitori l’amministrazione ha dato qualche informazione in più, ma è fra le righe che leggiamo qualcosa che non ci piace.
Dopo il primo incontro del 7 marzo scorso, dove di fatto il sindaco Della Pepa aveva solo informato i genitori che l’asilo andava chiuso per lavori di ristrutturazione straordinaria senza dire quando né quale sarebbe stata la nuova collocazione dei bambini, nell’incontro di ieri, 29 marzo, presenti oltre al sindaco, l’assessore Augusto Vino e il responsabile del nido Giovanni Repetto, sono state date ai genitori maggiori informazioni, anche se il punto cruciale è rimasto velato.
La prima notizia è che non si ritiene necessaria l’immediata chiusura della struttura, paventata invece nell’incontro precedente per motivi di sicurezza, perché, parole del sindaco, “non ci aspettiamo grandi nevicate quindi non c’è pericolo che il tetto ceda” (sic), fortuna allora che quest’inverno non ha nevicato seriamente…
L’anno scolastico quindi proseguirà regolarmente in via Olivetti fino alla chiusura del 30 giugno, quando la struttura verrà chiusa. Il centro estivo verrà spostato nella scuola materna Don Milani di Bellavista, fin qui disagio minimo, le note dolenti arrivano per la riapertura dell’anno scolastico a settembre.
L’amministrazione ha informato che non si è potuto trovare un unico spazio in grado di ospitare tutte le sezioni. La soluzione di una sede unica era naturalmente quella preferita da genitori e operatrici, e anche l’unica che avrebbe consentito lo svolgimento delle tante attività a “sezioni aperte”, di seguire il progetto pedagogico, proprio e caratteristico del nido Olivetti, fatto appunto di percorsi comuni. L’unica che avrebbe consentito di avere ancora “un nido”.
Le cinque sezioni verranno quindi divise in quattro sedi: asilo nido privato “L’albero blu” presso l’Unità Residenziale Ovest (Talponia), scuola per l’infanzia Opera Pia Moreno, materna comunale Don Milani di Bellavista, struttura privata Villa Girelli. Di fatto 4 micronidi, sottoposti a diversa legislazione, ognuno con un suo responsabile, ma questo non è stato detto chiaramente. Come pure non è stato chiarito come mai se le sezioni sono 5 sono state selezionate solo 4 sedi. Nessun genitore dalla platea ha chiesto, per capire l’artimetica si è dovuto scavare un po’ e abbiamo scoperto che l’intenzione dell’amministrazione sembra che sia quella di smembrare la sezione curata dalle educatrici comunali. E cosa faranno le educatrici dipendenti del Comune di Ivrea? Alla pertinente domanda è stato risposto loro che faranno un po’ di tutto, supporto, ma anche le inservienti se servirà. Complimenti! Le dipendenti comunali hanno chiesto per questo un nuovo incontro con il responsabile Repetto e anche con i sindacati. A questo punto viene proprio voglia di fare altri calcoli: ma se i bambini sono circa 100 e le sezioni saranno 4, si saranno 25 bambini per sezione, troppi per l’età dai 6 mesi a 1 anno! Verranno fatte forse sezioni verticali con bambini di età diversa? Nessuno ha chiesto nessuno ha detto.
Cosa rimarrà della scuola Olivetti?
Quale sarà il filo che unirà i bimbi i cui genitori hanno fatto la scelta dell’asilo Olivetti per il suo programma pedagogico, didattico, per il profilo delle educatrici, per le strutture e strumenti che metteva a disposizione? O meglio potrà esistere un progetto comune ai quattro micronidi?
Difficile a dirsi, difficile svolgere attività comuni fra sezioni sparse per la città, anche se le operatrici ce la metteranno tutta: “ci spostiamo, ma siamo sempre noi!” scrivono nella pagina Facebook del nido (dalla quale abbiamo preso la foto di lato).
Nell’incontro si è accennato anche a una possibile sperimentazione del progetto “0-6 anni” previsto dalla legge di riforma scolastica 107/2015 (la cosiddetta Buona scuola…) che dovrebbe ridisegnare l’assetto del servizio dei nidi e della scuola. Insomma molte incertezze.
Nella situazione di incertezza che si prefigura occorre sostenere le iscrizioni per dare forza e continuità al progetto, per non disperdere un patrimonio didattico unico, anche se sarà un’impresa ardua.
Naturalmente l’amministrazione, Sindaco in testa, sostiene la ferma volontà che l’asilo di via Olivetti riapra con tutte le sue caratteristiche. E anzi ha ripetuto più volte nell’incontro, noi lasceremo tutta la documentazione a chi ci succederà poi siete voi che votate. A buon intenditor…
Tempi e costi
Oltre ai costi della ristrutturazione, vi saranno certo costi supplementari per la gestione dei quattro micro-nidi, ben tre in spazi privati, con affitto da pagare, e poi aumenterà il costo della refezione per la distribuzione nelle diverse sedi.
Intanto lievitano tempi e costi legati alla struttura di via Olivetti: si è sempre parlato di tre anni di chiusura (fra attivazione e chiusura del bando europeo e lavori veri e propri), nell’incontro di mercoledì il sindaco ha parlato invece di 3-4 anni, difficile in effetti una previsione certa vista l’entità dell’opera, mentre per quel che riguarda i costi già si sapeva che dal milione e settecentomila euro del primo studio di fattibilità dell’Ufficio tecnico del Comune del 2015 si è arrivati ai quattro milioni (IVA e oneri inclusi) del documento approvato il 23 marzo scorso dalla giunta comunale
Si poteva fare meglio?
Nel nostro articolo di due giorni fa, parlavamo di un problema di inadeguatezza delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria fin qui messe in atto che hanno portato alla gravità della situazione attuale, in poche parole, probabilmente una manutenzione ordinaria e strordinaria più accurate e programmate, avrebbero portato a una chiusura più breve e costi inferiori e diluiti. Il sindaco ha voluto però smentire questa affermazione “della stampa”, dicendo che invece le manutenzioni sono state puntualmente fatte e che non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di una struttura degli inizi degli anni 40 del secolo scorso, è quindi normale che necessiti di profonde opere di ristrutturazione. Noi rimaniamo dell’idea, e non siamo i soli, che con un progetto globale di ristrutturazione, utilizzando ad esempio i mesi estivi (spostando sistematicamente il centro estivo altrove) per i lavori più lunghi, si sarebbe potuta scongiurare una chiusura così lunga e costosa.
Caro nido Olivetti, culla da decenni non solo dei sonni e sogni di generazioni di pargoli e pargole, ma di buone pratiche didattiche e pedagogiche, di sperimentazione, gioco ed esperienze, noi, “la stampa cattiva”, ti siamo vicini, perché tu rinasca forte e pubblico.
Cadigia Perini