Dal 23 marzo al 1° aprile a Ivrea e Chiaverano l’edizione numero 37
Date al jazzofilo una fonte di parole. Fategli ricercare la musicalità nei costrutti, ripetetegli in modo costante quanto siano più pregnanti e vitali la sperimentazione, lo studio e la ricerca. Producetevi cioè in una faccina malmostosa quando gli state spiegando che l’entertainment non sarà mai e poi mai il Jazz, e che solo l’improvvisazione ci potrà realmente salvare. E mi raccomando: condite il tutto con citazioni da autori meravigliosi da cui non si possa prescindere né obiettare.
In questo senso, la brochure dell’Open Papyrus Jazz Festival è davvero esemplare. Massimo Barbiero è il nostro musicista-filosofo, un po’ Virgilio e un po’ Zenone: è presente da 37 edizioni e ogni anno sceglie un tema che non necessariamente abbia a che fare solo con la speculazione musicale ma più spesso con l’esistenza, o la resistenza, del nostro mondo jazz. Pensiero cólto da cogliere, quest’anno il tema è MIGRAS, una parola bella ed evocativa sin dalla radice, ma anche votata alla seconda persona singolare in qualunque lingua venga coniugata (latino, portoghese, francese…). Sono ‘io’ che penso a un ‘tu’ universale che mai come in questo momento possa essere significativo e perseguibile. Siamo un io e un tu che pensano al jazz come alla più profonda espressione di viaggio, ansia di ricerca, condivisione, un misurarsi incessabile perché il mondo sia.
La prima sera del nostro viaggio, giovedì 23 marzo, tutto inizia nel con il pianista Emanuele Maniscalco all’Enoteca Vino e Dintorni alle ore 20.45 con (S) partiti a tempo di jazz, una sorta di vivace reading a cura del gruppo “Ti conto…Ti conto?” e alla bella Sala Santa Marta la comunione vincente tra la danza contemporanea e la batteria dell’ultimo lavoro in solo di Barbiero, “Mantis”, produrranno alle ore 21.30 un trittico di quadri coreografici condotti dalle coreografe Francesca Galardi, Cristina Ruberto e Giulia Ceolin delle scuole di danza Arabesque, Accademia e Baobab. Quindici danzatrici che lasceranno muovere i propri passi sulla pulsazione ritmica, mai prevedibile, di questo nostro musicista: Giulia Bedin, Beatrice Benetazzo, Sara Celeste, Claudia Rotella, Sara Ugorese, Alice Mistretta, Cecilia Boldrin, Valentina Papaccio, Ilaria Vitale, Alina Mistretta, Eleonora Buratti, Andrea Callea, Silvia Giolito, Ghizlane Harraze, Barbara Menietti. Alle 22 salirà poi sul palco un duo di splendidi sodali come il sassofonista Carlo Actis Dato e il chitarrista cremasco Enzo Rocco. Ascoltati recentemente sul palco del Piccolo Regio in occasione della serata per Amatrice, posso con assoluta certezza confermare che questo sia un concerto da non perdere, per tecnica perfetta ed empatia.
Venerdì 24 marzo, che giornata. Si inizia alla Galleria del Libro, dove Simonetta Valenti leggerà pagine da L’Inseguitore di Julio Cortàzar nella nuova edizione SUR tradotta da Ilide Carmignani (la quale tiene moltissimo a far dimenticare il vecchio titolo “Il Persecutore” in quanto il verbo spagnolo perseguir significa proprio ‘essere sulle tracce’ ma non in senso negativo…). Alla chitarra sottolinea le splendide parole di quest’opera il bravo Loris Deval.
Si prosegue con un collega illustre, Aldo Gianolio, che nell’introduzione di Guido Michelone (altro blasonato del jazz) presenta il suo quarto romanzo “Ottavio il Timido”, scrittura così divertente e documentata. Succederà a Santa Marta alle 18, e subito dopo una degustazione di vino locale scelto dal Consorzio Vini Canavese avremo l’opportunità di ascoltare un’altra perla territoriale ma apprezzata ovunque: si tratta del gruppo Les Voix Qui Dansent, strutture polifoniche e amore puro per le sonorità africane. I loro nomi sono – o suonano come – Chiara Bassi, Irma Cannatella, Eliana Daghetti, Gabriella Fornero, Luisa Fornero, Mina Frons, Lisa Gino, DonatellaGiva, Valeria Musto, Simonetta Valenti.
Ore 21.30, trasferiti al Teatro Giacosa, una sensazione già così intensa verrà certamente acuita dai due concerti in programma. Così differenti, così complementari. Il primo set vede protagonista il bandoneon di Daniele Di Bonaventura in una versione solitaria ed estremamente poetica. ECM Style, volendo sintetizzare (colpevolmente). Vi immagino verso le 22.30, completamente abbacinati e sospesi dopo l’esibizione di Daniele ed ecco improvvisamente un tonfo al cuore, garantito da uno dei gruppi musicali meno etichettabili d’Italia, per di più con la complicità ritmica di uno come Roberto Gatto: i Quintorigo esplorano in questo progetto l’arte di Frank Zappa in un modo veramente mirabile. Con Gatto alla batteria ritroveremo il sax di Valentino Bianchi, il violino di Andrea Costa, il contrabbasso di Stefano Ricci, il violoncello di Gionata Costa e la voce adeguatissima di Moris Pradella. Dulcis in fundo, è davvero il caso di dirlo, qualora decideste di spostarvi ulteriormente di qualche metro, allo ZAC!, in via Dora Baltea 40b potrete assistere all’ultimo concerto della serata insieme ad alcuni tra gli strumentisti più talentuosi di cui possiamo disporre, e sto parlando di Nicola Fazzini al sax alto, di Alessandro Fedrigo al basso elettrico, di Luca Colussi alla batteria.
Un altro grandissimo della scrittura jazz – uno dei maggiori riferimenti, direi – sarà in Santa Marta alle 18 di sabato 25 marzo: Maurizio Franco esplorerà con la consueta competenza la narrazione musicale e concettuale di Odwalla, il gruppo eporediese che accompagna da sempre le edizioni del Festival e che infiniti spunti riesce sempre a offrire. Nella stessa occasione verrà presentato il libro di Davide Ielmini Odwalla, Tempus Fugit con immagini di Luca D’Agostino e Davide Bruschetta. A coordinare, un ulteriore ‘mente nobile’ del nostro giornalismo jazz, ossia Alberto Bazzurro.
Un po’ di vino ancora, e del resto quello tra Note ed Enotria è uno tra i connubi più solidi che esistano, così arriviamo alle 19 con Boris Savoldelli e le mille sfumature della sua voce. Un’esibizione interessantissima e originale per giungere ispirati al Teatro Giacosa, dove alle 21 uno come Paolo Fresu si presenta sul palco lasciando che Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Della Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria accompagnino la sua tromba: dimenticatevi in ogni modo atmosfere rarefatte e orientamenti alla ‘suonaquellochenonc‘è’ , perché qui il gruppo si è voluto chiamare Devil Quartet ed è l’energia la sola chiave.
Si parlava di Odwalla. Quell’emozione vibrante che ogni anno ci si aspetta come un mantra e quella che a ogni occasione invita un musicista speciale e ce lo snocciola con naturalezza, come se fosse normale inglobare in questo gruppo così codificato qualche nuovo atomo di sconvolgimento. Quest’anno l’ospite è Baba Sissoko, questo miracolo del Mali che ha collaborato con gli Art Ensemble of Chicago – tra gli altri – e porta in giro filologicamente ma non pedissequamente tutto il prisma della propria musica.
Odwalla e Sissoko saranno sul palco del Teatro Giacosa sempre sabato 25 marzo alle ore 22.15. Con Massimo Barbiero alla marimba, vibrafono e percussioni suoneranno Matteo Cigna sempre a vibrafono e percussioni, Stefano Bertoli e Alex Quagliotti alla batteria, Doussou Bakary Touré allo djembé, Andrea Stracuzzi alle percussioni, l’interessante Gaia Mattiuzzi alla voce e la danza di Vincent Harisdò e Jean Landruphe Diby. Baba Sissoko offrirà la propria arte attraverso la voce e strumenti tipici come kora e tama.
Ma anche in questa serata il finale effettivo tocca a un gruppo consolidato e peculiare come i New Bross Jazz Gang. Musica jazz che fa battere il piede, e luogo ad hoc come il Jazz Club ZAC, insieme a Roberto Beggio al clarinetto, Pier Giacmo Koetting a tromba e cornetta, Enrico Delaurenti al trombone, Vanni Betassa alla chitarra, Luigi Bovio al contrabbasso e Giorgio Fontana alla batteria.
Domenica 26 marzo dalle 11 alle 13, presso lo spazio Baobab in corso Vercelli 104 si terrà uno stage di danza condotto da Jean Landruphe Diby. Per informazioni potete chiamare il numero 349 551 68 40.
Una postilla molto gradita dell’Open Jazz Papyrus, che solitamente si sviluppa in tre giorni consecutivi, è in quest’edizione costituita da un ottimo concerto al Teatro Bertagnolio di Chiaverano sabato 1 aprile insieme a Maurizio Brunod alla chitarra, Danilo Gallo al basso e contrabbasso e a Massimo Barbiero alla batteria. L’attrice Francesca Brizzolara introdurrà la parte musicale con letture dal libro, spinoso e bellissimo, Shorts di Vitaliano Trevisan.
“…Il blues è un biglietto di sola andata dal tuo amore verso non sai dove”. Eccola la citazione, è di Duke Ellington. Perfetta per lasciarti aprire un mondo, e chiudere come si deve un articolo.
per varieventuali
da Lorenza Cattadori
(redattrice di Musica Jazz)