“Non facciamo del bene” è il titolo della nuova inchiesta sul lavoro sociale che Andrea Morniroli presenterà, discutendone con Laura Morezzi (Officine Terzo Settore), mercoledì sera, 21 maggio, alle ore 21, allo ZAC!
Un agile libro (Donzelli editore), scritto con la giornalista Gea Scancarello, che già nel titolo riprende un concetto centrale per Morniroli (già chiaramente espresso in Rammendare del 2022, scritto con Luongo e Rossi-Doria, e ribadito quale titolo del capitolo conclusivo di questo): “il lavoro sociale e educativo è politico o non è”.
Perciò è necessario rompere l’immagine del lavoro sociale racchiusa “nel solo far del bene, di cura, agito da encomiabili sentimenti” e sottolinearne invece la dimensione politica e culturale e il fondamentale contributo che deve dare alla “creazione delle politiche pubbliche che garantiscono il patto sociale disegnato magistralmente dalla Costituzione”.
Non che sia facile un approccio propositivo in presenza, osservano Morniroli e Scancarello, di “una politica drammaticamente immiserita e appiattita sull’amministrazione” e di “una società che ha plasmato il senso comune intorno a fantomatici nemici e a stereotipi neoliberisti” (secondo i quali i poveri sono responsabili della loro condizione e, “in una sorta di dittatura della normalità”, i diversi sono “certamente meno regolari della maggior parte di noi”), mentre si moltiplicano leggi per punire il dissenso e impedire le lotte.
La creazione di spazi di giustizia sociale, e sono diversi e in varie parti d’Italia (in Campania, Piemonte, Lombardia, Sardegna) quelli raccontati nel libro, è però di per sé politica, sia perché nei fatti tende a realizzare i dettati costituzionali, sia perché apre dialoghi con le comunità locali coinvolte.
E, soprattutto perché nasce dal rifiuto “dell’esistente come ineluttabile” Che è poi l’insegnamento che resta (ripreso in chiusura del libro) di Franco Basaglia quando ricordava che “L’importante è che abbiamo dimostrato che l’impossibile può diventare possibile”, aggiungendo però che “noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo, non possiamo vincere. E’ il potere che vince sempre, noi possiamo al massimo convincere. Nel momento in cui convinciamo, noi vinciamo, cioè determiniamo una situazione di trasformazione difficile da recuperare”.
Nel testo si segnalano diverse esperienze che hanno dimostrato che “l’alternativa c’è ed è stata praticata con successo”, ma non vengono taciute esperienze di cooperazione sociale piegate alle logiche del profitto e i danni che queste hanno provocato e provocano (anche nel favorire la “narrazione cattivista”). E colpisce in questo senso un dato dell’anno 2022: il 50% di cooperative sociali ha sede nell’Italia del Sud e insulare, 30% al Nord e 20% al Centro, mentre i fatturati aggregati delle cooperative sociali risultano al 63% prodotti al Nord, al 21% al Centro e al 16% nel Sud e isole.
Diviso in 6 capitoli (Persone, Meraviglia, Alleanze, Strada, Lavoro, Costituzione) con una premessa e le conclusioni, il testo di Morniroli e Scancarello è un’occasione per chi opera nel sociale per ridefinire il senso del proprio lavoro e impegno e interessa tutti perché consente di riflettere sul lavoro di operatori sociali, spesso invisibili, ma soprattutto di comprendere come sia necessariamente comune la lotta per la difesa e la costruzione di diritti e cittadinanza.
ƒz
Chi desidera cenare allo ZAC prima dell’incontro può prenotare allo 0125 362715 o al 389 591 5390
Gli autori di “Non facciamo del bene”
Andrea Morniroli, eporediese di origine (è stato consigliere comunale di Ivrea alla fine degli anni Ottanta), emigrato a Napoli, socio della cooperativa sociale Dedalus e coordinatore nazionale con Fabrizio Barca del Forum Disuguaglianze e Diversità, lavora da più di 40 anni in ambito sociale, con particolare riferimento ai temi delle marginalità urbane, dei processi di innovazione sociale e delle politiche educative. Ha collaborato, tra gli altri, con i ministeri del Welfare e dell’Istruzione ed è stato assessore al Welfare del Comune di Giugliano in Campania.
Gea Scancarello, giornalista e autrice, lavora a La7 ed è membro del Forum Disuguaglianze e Diversità. Si occupa di politica e politiche economiche, temi a cui è dedicato anche il suo ultimo libro Questo lavoro non è vita. La lotta di classe nel XXI secolo, Il Caso GKN (Fuori Scena, 2024). Ha contribuito a lanciare il progetto Live Magazine in Italia, per portare il giornalismo nei teatri ed è co-fondatrice del festival «Avanti, Popolo», per discutere le grandi questioni del nostro tempo nutrendo una comunità consapevole e non rassegnata.