La Procura di Ivrea apre un’inchiesta dopo la denuncia di sfruttamento di otto ex-lavoratori della cooperativa Tsl Service di Settimo Torinese che si occupa del trasporto e del montaggio dei mobili per Mondo Convenienza, il colosso degli arredi a basso costo.
Nell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Alessandro Gallo della Procura di Ivrea, le ipotesi di reato a carico della società cooperativa Tsl Service di Settimo Torinese sono pesanti: caporalato, estorsione e maltrattamenti. Gli otto ex dipendenti denunciano turni massacranti, dal lunedì al sabato (ma nei momenti di punta anche la domenica, pagata come feriale), dal mattino presto a sera con pause pranzo che saltano, ferie e riposi negati, straordinari non pagati, decurtazioni di stipendio per problemi con le consegne, o altro, indipendenti da loro. E a chi non ci stava, chi chiedeva il rispetto dei diritti, veniva minacciato il licenziamento.
A queste accuse viene aggiunta l’aggravante della discriminazione razziale. I dipendenti della cooperativa, di nazionalità rumena, oltre a denunciare lo sfruttamento hanno infatti parlato di umiliazioni a sfondo razzista, di frasi xenofobe, di inviti a tornarsene al loro paese. La necessità di avere un reddito ha portato i lavoratori sopportare la situazione a lungo, fino a quando hanno iniziato ad accusare disturbi fisici, stress e ansia.
La cooperativa difende il proprio operato, nega le accuse e si dice “stupita oltre che molto amareggiata, per quanto denunciato”. Le denunce però sono ben circostanziate e le esperienze non sono episodiche, come conferma in una intervista a Repubblica Viorel, uno degli otto lavoratori che hanno denunciato.
Le prime denunce dei lavoratori Mondo Convenienza nel 2017
La denuncia degli ex-lavoratori della società cooperativa di Settimo Torinese, una delle tante che in Italia lavorano per Mondo Convenienza, non è un caso unico e isolato. Le prime denunce e scioperi dei lavoratori degli appalti di Mondo Convenienza risalgono al 2017 e le motivazioni dietro alle proteste sono le stesse: orari di lavoro insostenibili, vessazioni, mancato rispetto delle norme di sicurezza, mancanza di strumenti di ausilio per il carico e scarico (trasportano tutto a mano al massimo in due persone), straordinari non pagati e altre penalizzazioni economiche. Come testimonia questo servizio del programma RAI Agorà del gennaio 2018.
E poiché al peggio non c’è limite, alle condizioni di lavoro vessatorie si somma il problema dei frequenti cambi di cooperativa, con contratti spesso peggiorativi, del tipo prendere o lasciare. Dal 2017 i lavoratori degli appalti Mondo Convenienza hanno dovuto subire il passaggio dal contratto “Logistica e Merci” (pertinente alle loro mansioni) al “Multiservizi” (quello dei servizi di pulizia e facchinaggio) con la conseguente drastica riduzione della paga oraria; ogni lavoratore ha perso 300-400 euro al mese. In una delle sedi del centro Italia ai lavoratori che chiedevano ragione degli stipendi più bassi, la cooperativa rispose che se volevano informazioni potevano restituire le chiavi del furgone e il tablet e andarsene, e chi si rifiutava veniva minacciato di denuncia.
“La nostra forza è il prezzo”. Peccato che lo paghino i lavoratori
Mondo Convenienza, presente in Italia in 12 regioni (in Piemonte oltre a Settimo, a Moncalieri e a Serravalle Scrivia), è famosa per i suoi mobili a basso prezzo. Così basso che è normale chiedersi dove stia il trucco. Uno dei “trucchi”, stando alle denunce dei lavoratori e di sindacali in tutta Italia, è evidentemente lo sfruttamento del lavoro.
Un male comune che non fa mezzo gaudio. Nasce Mondo Sofferenza.
Il lavoratori diretti, come i venditori, e indiretti, tutta la filiera della logistica e montaggio, di Mondo Convenienza condividono uguale destino in tutta Italia. Per raccogliere le testimonianze dai diversi punti vendita, nel 2017 i lavoratori hanno aperto una pagina Facebook che hanno chiamato “Mondo Sofferenza” e non c’è bisogno di spiegare perché. In quell’anno, dopo le prime mobilitazioni, la stampa e la tv si occupano del caso “Mondo Convenienza” con inchieste e interviste. Venne indagato non solo il settore della logistica e montaggio, ma anche quello dei venditori ugualmente vessati e sotto pressione per le esasperate politiche di vendita adottate dall’azienda che ben descrive Francesca Fornario in una sua inchiesta per il FQ: «C’era questo gioco, la Master Seller. Il torneo dei venditori. Ognuno era una pedina. Doveva risalire la strada fino alla cima della montagna e superare gli altri, o finiva maglia nera”. Maglia nera?! Quale Montagna? “Quella disegnata sulla parete. Se non superavi le prime due curve eri maglia nera, un gregario”. C’era scritto proprio così, sulla grande lavagna, accanto al nome e cognome: “gregario”. Con tanto di esortazione: “Noi crediamo in te.. tu no? Forza!”. Era pieno di “esortazioni”, sulle pareti del punto vendita. Moniti per spronare i dipendenti a lavorare di più, per ricordargli che la loro permanenza in negozio non era scontata “Esserci ≠ Rimanerci”. »
Un sistema spietato che mette i venditori gli uni contro gli altri, il collega è il nemico da battere a colpi di vendite e il cliente è solo lo strumento per avanzare nella scalata alla montagna che porta al “successo”. E qual è il premio per chi vince? Un po’ di soldi e poi – e qui si capisce il profondo squallore del sistema – del “tempo”. Sì, tempo: un sabato libero. L’allucinante Master Seller viene descritto in dettaglio in questo servizio del programma RAI Presa Diretta del febbraio 2018.
Le cooperative spesso e volentieri sfruttano i lavoratori, ma è l’esternalizzazione il mandante
Le esperienze raccontate e le condizioni denunciate dai lavoratori degli appalti di Mondo Convenienza sono comuni alla maggior parte delle cooperative (fatte salve virtuose eccezioni) che lavorano ai servizi esternalizzati delle grandi aziende, e anche di istituzioni ed enti pubblici, purtroppo. Le aziende committenti sanno bene quale siano le condizioni di questi lavoratori, ma mettono i paraocchi per convenienza. Le leggi sugli appalti prevedono la responsabilità solidale fra committente e appaltante ma questa responsabilità in solido riguarda unicamente i crediti retributivi e contribuitivi dei lavoratori. Eppure questi lavoratori dovrebbero essere considerati in tutto e per tutto parte dell’azienda. Anche Mondo Convenienza lo sa, ma nega ogni addebito e scarica tutta la responsabilità sulle cooperative. E parliamo di un’azienda che nel 2016 è arrivata a fatturare più di 1 miliardo e nel 2017 ha superato nella vendita di mobili persino Ikea. Un’azienda che potrebbe avere tutta la filiera della logistica e montaggio al suo interno o per lo meno pretendere condizioni dignitose per chi lavora per lei. Questi lavoratori indossano le divise con il loro logo, viaggiano con i mezzi con il marchio Mondo Convenienza ben esposto, rappresentano Mondo Convenienza quando vanno a casa dei clienti. E invece sono dei lavoratori di serie zeta, maltrattati dalle cooperative e ignorati dall’azienda della quale portano tutto il giorno, per 10-13 ore al giorno il logo sul petto e chissà quanto peserà.
Riflettiamo su tutto questo ogni volta che il prezzo di un prodotto è eccessivamente basso o quando un pacco arriva in 24 ore.
Oggi, lunedì 22 marzo c’è stato il primo sciopero nazionale in Amazon. I lavoratori chiedono la riduzione dei carichi e ritmi di lavoro, l’eliminazione di orari e turni insostenibili, la riduzione dell’orario degli autisti, la garanzia di continuità occupazionale in caso di cambio di appalto, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali, il rispetto delle norme su salute e sicurezza.
Chiedono le stesse cose dei colleghi che vendono e montano mobili, anzi la stessa cosa: dignità.
Cadigia Perini