Comunicato Anpi – Sezione di Ivrea e Basso Canavese
Sui recenti fatti di Macerata e sulla manifestazione nazionale antifascista del 10 febbraio
Noi siamo una forza responsabile che ha imparato, negli anni più bui della guerra e
dell’occupazione nazifascista, a dosare la lotta di Liberazione con la salvaguardia delle
popolazioni soggette a ritorsioni e rastrellamenti. Siamo una Associazione che si riconosce
pienamente nelle Istituzioni repubblicane. Sempre abbiamo operato con grande senso di
responsabilità, e tuttavia oggi, nell’attuale situazione di risorgente fascismo, riteniamo sia il
momento di dire con forza BASTA. L’occasione della manifestazione nazionale a Macerata
doveva servire come momento simbolico di presa di posizione, senza la quale gli appelli all’Antifascismo, la raccolta di firme, le Giornate Antifasciste ne resterebbero indeboliti.
Purtroppo, saremo buoni profeti nel prevedere che, di fronte al ritiro di Anpi, Arci, Cgil e Libera, la città vedrà snodarsi i cortei dei nuovi e vecchi fascisti, malgrado i divieti. Noi non possiamo essere e presentarci come gli eredi dei Partigiani, senza dare una risposta.Pertanto l’Anpi di Ivrea e Basso Canavese annuncia la sua adesione al primo comunicato dell’Anpi nazionale datato 5 febbraio con la seguente motivazione: “È ora di dire basta…
Quello che è accaduto a Macerata è un fatto di una gravità inaudita. Le Istituzioni assumano immediatamente provvedimenti e la condanna sia unanime da parte di tutti. È intollerabile il giustificazionismo di queste ore che addirittura imputa alle vittime la colpa dell’accaduto. Invitiamo caldamente l’Italia antifascista e democratica a scendere in piazza il 10 febbraio… per costruire tutti insieme una rinnovata stagione di impegno per la libertà, la solidarietà e la convivenza civile: la Costituzione non si calpesta, si attua”.
Per questo, malgrado le difficoltà logistiche dovute alla storica manifestazione carnevalesca,
ci ritroveremo tutti ad Ivrea, davanti alla Sede dell’Anpi, in via Dora Baltea 1,
sabato 10 febbraio 2018, alle ore 17, per un momento di riflessione.
Ricorderemo le parole che Sandro Pertini ebbe a pronunciare il 28 giugno 1960 a Genova, quando la città insorse contro il fascismo.
Saranno presenti, con i Cittadini, Cgil, Cisl, Uil e tutte le Associazioni eporediesi che già hanno aderito all’Appello nazionale e locale sull’Antifascismo.
Una delegazione proseguirà poi per Biella per porgere il nostro saluto all’analoga manifestazione con fiaccolata che partirà alle 19 da piazza Vittorio Veneto sino a Villa Schneider in Piazza Alessandro Lamarmora.
I fatti di Genova
Il 30 giugno 1960, per protestare contro la convocazione a Genova, città simbolo della Resistenza
antifascista, del 6º Congresso del Movimento sociale italiano, la Camera del Lavoro cittadina,
appoggiata dall’opposizione di sinistra, proclamò uno sciopero generale dalle 14 alle 20. Vi furono
due cortei, il primo svoltosi il 25 giugno, ed il secondo, il 28 giugno, concluso con un comizio di
Sandro Pertini (ad ascoltarlo oltre trentamila genovesi). Un lungo corteo si dipanò per le vie
cittadine. Risalendo dal porto migliaia e migliaia di cittadini, in massima parte di giovane età (i
cosiddetti “ragazzi dalle magliette a strisce”) si riversarono per le strade della città. Alla testa della
manifestazione gli operai metalmeccanici e i portuali, i famosi “camalli”. Ad aprire il corteo erano i
comandanti partigiani.
Davanti al tentativo, da parte della Polizia di sciogliere la manifestazione, esplode la rabbia
popolare. A fine giornata, dopo cariche della Polizia e dei Carabinieri, e durissimi scontri, le forze
dell’ordine sono costrette a trincerarsi nelle caserme, lasciando la città in mano agli insorti.
Giuseppe Lutri, il prefetto di Genova si vede costretto ad annullare il congresso fascista.
«Ecco perché i partigiani, i patrioti genovesi, sospinti dalla memoria dei morti sono scesi in
Piazza: sono scesi a rivendicare i valori della Resistenza, a difendere la Resistenza contro ogni
oltraggio, sono scesi perché non vogliono che la loro città, medaglia d’oro della Resistenza,
subisca l’oltraggio del neofascismo. Ai giovani, studenti e operai, va il nostro plauso per
l’entusiasmo, la fierezza, il coraggio che hanno dimostrato. Finché esisterà una gioventù come
questa nulla sarà perduto in Italia».
Dal discorso tenuto da Sandro Pertini a Genova, in Piazza della Vittoria il 28 giugno 1960