SI chiude l’anno di Ivrea Capitale del Libro. Il testimone passa a Genova
Fine mattinata al teatro Giacosa domenica 26 marzo per la chiusura ufficiale dell’anno di Ivrea Capitale del Libro. Si sceglie di farlo con un Manifesto per il Futuro del Libro, documento che è l’esito finale di un percorso condiviso tra oltre 150 tra rappresentanti e professionisti del mondo editoriale. Conducono le anime di Ivrea Capitale, l’assessora alla cultura Costanza Casali e Paolo Verri, curatore del programma, mentre sul palco salgono il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessora alla cultura della Regione Vittoria Poggio, il sindaco Stefano Sertoli, Angelo Piero Cappello, direttore del Centro per il Libro e la Lettura (Cepell).
Ma la parte del leone, a fine evento, la fa Gennaro Sangiuliano, che sale sul palco del teatro Giacosa per ricevere in dono il Manifesto. Classe 1962, ragazzo nel Fronte della Gioventù, poi consigliere del MSI nel quartiere Soccavo di Napoli, candidato non eletto alla Camera per la Casa delle Libertà dal 21 ottobre dello scorso anno è ministro della Cultura nel Governo Meloni.
Fanatico dei libri (così si definisce) ne possiede quindicimila, ma crede soprattutto nella loro funzione sociale. Il libro è una cura dell’anima, un momento di arricchimento spirituale – afferma nel suo intervento – mi sono imposto di leggerne almeno uno al mese, nonostante i vari impegni, perché leggere i libri è un atto d’amore.
Ed è ai librai che rivolge un pensiero e una dichiarazione di intenti: Mi si stringe il cuore quando passo nei centri storici delle città italiane e vedo negozi di griffe di successo dove prima c’erano librerie (…) vogliamo sostenere chi intende aprire librerie perché i librai svolgono una funzione sociale. Tra gli strumenti legislativi allo studio cita aiuti per i nuovi librai e sgravi fiscali per le librerie in immobili di proprietà dei Comuni e degli altri enti locali.
E’ a lui che, a fine mattinata, viene consegnato il Manifesto per il Futuro del Libro, che chiude simbolicamente un anno di Ivrea Capitale del Libro. 22 punti, 99 parole chiave che scorrono sul video in pagine che coniugano, dalla A di Accesso alla W di Welfare, i temi imprescindibili della lettura.
Le pagine vengono lette da Laura Curino, Direttrice artistica del Teatro Giacosa Leggere è stato a lungo un’azione per pochi, per privilegiati, per uomini , per adulti (…) oggi leggere è sinonimo di democrazia e libertà; è lo strumento per crescere umanamente e socialmente, per conquistare la vera indipendenza di sé. Il Manifesto vuole essere l’eredità che Ivrea Capitale lascia dopo un anno alla città e non solo.
A inizio evento un video riassume in sette minuti (sette minuti è il tempo che impiega la luce del sole a raggiungere la Terra dice Paolo Verri) alcuni tra i 250 eventi che si sono susseguiti nell’anno, insieme a luoghi, facce, oggetti, generazioni. Quello dell’assessora alla cultura Costanza Casali è il volto che compare più spesso tra le immagini che scorrono. Ivrea è stata il cuore di una riflessione nazionale sul libro – dice nel suo intervento dal palco – proprio nel momento in cui, anche a causa della pandemia, le abitudini degli italiani sono fortemente mutate (…) Ivrea Capitale lascia una città dove il fermento culturale è tangibile e aumentato in maniera esponenziale.
Anche per Paolo Verri il bilancio è positivo: ora bisogna lavorare sull’eredità di questo progetto, a partire dalla nuova biblioteca e dall’utilizzo degli spazi riqualificati come Palazzo Giusiana.
Il titolo di Capitale italiana del libro passerà a Genova, designata per il 2023 e rappresentata dal Sindaco Marco Bucci presente alla consegna del Manifesto.
Ivrea Capitale del Libro ha incaricato Ipsos di condurre una ricerca sulle abitudini di lettura su un campione di mille italiani maggiorenni. I dati, commentati dal direttore scientifico Enzo Risso, mettono a fuoco le differenze generazionali tra baby boomers (nati tra il 1945 e il 1965) e generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012). Cosa cercano nella lettura, cosa influenza le loro scelte, il rapporto con le biblioteche, le librerie, gli influencer. I primi risultati che scorrono sullo schermo, commentati da Enzo Risso, confutano le preoccupazioni del ministro: se il 32% degli intervistati legge senza difficoltà, il 17% fatica a capire ciò che legge. Solo il 18% si definisce un grande lettore (punta in rialzo per le donne) e il maggiore freno alla lettura pare essere la pigrizia (11%). Ma come si sceglie un libro? Il 27% è attratto dalla sua esposizione in libreria, il 25% segue i consigli degli amici, il 22% le recensioni sui siti web e il 20% quelle su giornali o riviste. Percentuali che si capovolgono se a rispondere sono ragazzi della generazione Z. I dati sono disponibili per una lettura completa sul sito di Ivrea Capitale.
Simonetta Valenti