L’inceneritore di Cavaglià bocciato per la seconda volta dalla Conferenza dei Servizi

Movimento ValleDora: “è prevalso l’interesse pubblico su quello privato”

Martedì 25 giugno la Conferenza dei Servizi della Provincia di Biella ha espresso la bocciatura al progetto ripresentato dalla Life Company A2A per la realizzazione di un inceneritore a Cavaglià. Il primo progetto presentato non è neanche arrivato all’atto finale, lo avevano ritirato poco prima che venisse respinto. Lo hanno fatto con la promessa, che suonava in realtà come una minaccia, di ripresentarlo. E così è stato. Cambio di localizzazione di qualche centinaio di metri, conferimento dei soli rifiuti speciali (industriali e artigianali, non più quelli urbani), stesse dimensioni, stessi quantitativi.

L’opposizione delle associazioni e anche dei Comuni ha avuto la meglio, è prevalso l’interesse pubblico su quello privato” dichiara Alba Riva del Movimento Valledora “e ora che non ci sia due senza tre”.

Sarebbe veramente un accanimento ripresentare un terzo progetto, ma si sa: c’è chi può.

Abbiamo già speso oltre 30 000 € solo come associazioni, senza contare i soldi spesi dai Comuni. Si potevano impiegare meglio quei soldi a favore delle nostre comunità” dice Anna Andorno del Movimento Valledora.

Ora possiamo continuare il nostro lavoro di riqualificazione del territorio attraverso il turismo lento e l’agricoltura di qualità” dice infine Ettore Macchieraldo, esponente della minoranza nel Comune di Roppolo, vicepresidente di Movimento Lento e socio del Circolo Tavo Burat di recente escluso da Legambiente “è una grande vittoria del diritto, di quello alla salute, di quello dell’ambiente e, soprattutto, di quello delle future generazioni; garantendo la possibilità di un futuro diverso da quello che vorrebbero le lobby dei rifiuti”.

Per oggi si festeggia, Amministrazioni, associazioni e cittadini. Da domani si torna al lavoro per impedire il degrado dei nostri comuni e blindare il paesaggio , la bellezza, la qualità della vita e il lavoro lontano da interessi privati di aziende che non hanno portato nessun sviluppo a questa zona.