Legambiente torna a scrivere a SCS sulla questione rifiuti: “il sistema porta a porta è l’unico a garantire il miglioramento della differenziata”

A dicembre dello scorso anno Legambiente aveva già scritto una lettera alla Società Canavesana Servizi per chiedere un ripensamento sull’introduzione del “cassonetto intelligente” e aprire un confronto sulla qualità della differenziata. A distanza di alcuni mesi torna a farsi sentire presentando alcuni dati analizzati a partire dalla sperimentazione del Comune di Banchette. Di seguito la lettera integrale

Nella precedente lettera aperta avevamo evidenziato lo scarso coinvolgimento degli amministratori e dei cittadini nella decisione sul nuovo piano strategico elaborato dalla SCS che, visti i radicali cambiamenti che comporterebbe, avrebbe richiesto una ben più ampia partecipazione.
Oggi ribadiamo la necessità di una riflessione seria nel merito del piano anche alla luce di alcuni dati.
Il piano presentato da SCS prende a riferimento la sperimentazione effettuata nel Comune di Banchette dove dalla metà del 2022 erano stati installati i cassonetti stradali ad accesso controllato. Il 2023 è stato il primo anno intero a cui far riferimento per i dati iguardanti la produzione di rifiuti e la raccolta differenziata. Li riportiamo in tabella.

Osserviamo che la crescita della raccolta differenziata (RD) che si è avuta con l’adozione del cassonetto stradale ad accesso controllato è cresciuta dal 66,7% del 2020 al 75,41% del 2023 (primo anno completo con il cassonetto stradale), nel 2024 non solo si è arrestata ma ha avuto una flessione arrestandosi al 74 %.
Non solo, il rifiuto pro capite indifferenziato, che era sceso a 101 kg per abitante, è risalito a 108 kg.
Per quanto riguarda poi la riduzione totale dei rifiuti, che comunque torna a crescere, osserviamo che in concomitanza si è avuta una crescita dei rifiuti totali dei Comuni limitrofi (tra il 2022 e il 2023: Samone + 7.680 kg, Pavone + 10.846 kg, Ivrea + 45.678 kg).
La prima conclusione che possiamo trarre dalla sperimentazione di Banchette è che il ritorno allo stradale seppure con i cassonetti ad accesso controllato non garantisce il raggiungimento dell’obiettivo del Piano regionale dei rifiuti (PRUBAI) del 82% di RD entro il 2035.
Un altro aspetto carente della sperimentazione di Banchette è l’assenza di un’analisi della qualità della raccolta differenziata. L’accesso controllato al cassonetto permette di identificare soltanto chi è stato ad aprirlo ma non che cosa ha conferito (errati conferimenti). Questo dato è rilevante perché incide sui costi di smaltimento del rifiuto.

Anche i dati di altre realtà dove sono stati utilizzati i cassonetti ad accesso controllato confermano le difficoltà a raggiungere alti livelli di RD e di qualità delle raccolte, come ad esempio nel caso dei quartieri di Torino e della città di Pinerolo. Lo stesso problema si è avuto nelle altre Regioni in cui sono in funzione. Non solo: crescono i costi per la gestione dell’abbandono dei rifiuti presso i cassonetti e per la manutenzione degli stessi. Inoltre eventuali costi per l’installazione e la gestione di impianti di videosorveglianza sarebbero a carico dei Comuni.
Alla luce di tutto ciò le previsioni di spesa e di ricavo contenute nel Piano presentato da SCS, secondo noi, sono poco attendibili perché legati all’ipotesi di percentuali di raccolta differenziata che la scelta del ritorno alla raccolta stradale non permetterà di raggiungere. Inoltre, al di là della previsione dell’andamento dell’inflazione (molto ottimistica), i costi dovuti al conferimento dell’indifferenziato all’inceneritore potrà subire sensibili aumenti.
Con la nuova modalità di calcolo della tariffa rifiuti prevista da ARERA verrà meno una fonte di introito importante per l’inceneritore del Gerbido perché i GRIN (ex “certificati verdi”, ovvero la tariffa incentivante con cui GSE acquista il 51% dell’energia prodotta dall’impianto) verranno fortemente depotenziati, fino al quasi totale annullamento. Inoltre il Parlamento Europeo ha recentemente approvato a larghissima maggioranza un emendamento al pacchetto di norme per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti noto come “Fit for 55”, che prevede che l’incenerimento dei rifiuti non sia più esentato dalla partecipazione al sistema di scambio delle emissioni di carbonio (Emission Trade Scheme – ETS) che prevede il pagamento di un costo per ogni tonnellata di CO2 emessa già dal 2026. Di conseguenza, anche gli inceneritori pagheranno una cifra che già oggi è 80 euro/ton di Co2 e probabilmente destinata a crescere con la conseguenza del possibile raddoppio delle tariffe per lo smaltimento presso l’impianto di incenerimento.

E’ evidente che se non si dovessero raggiungere gli obiettivi di RD e di qualità della raccolta, le conseguenze per l’ambiente e per le tasche dei cittadini sarebbero pesanti.
Noi torniamo a chiedere agli amministratori una riflessione attenta ed approfondita, considerando altri scenari di gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti che valorizzino quella che è stata la più importante innovazione del settore degli ultimi trenta anni: la raccolta porta a porta con la tariffazione puntuale.
Condividiamo la necessità, presente nel piano della SCS, di migliorare l’attuale sistema di raccolta dei rifiuti per raggiungere gli obiettivi del Piano Regionale, nazionale ed europeo. Pensiamo che questo sia possibile mantenendo il porta a porta, migliorandolo con innovazioni come l’utilizzo del sacco trasparente con codice in modo da riconoscere il conferente e sostituendo la TARI con la tariffa puntuale premiando così i comportamenti virtuosi. Che il sistema porta a porta sia più efficiente lo riconosce la stessa SCS nel momento in cui propone di togliere dalla strada la raccolta della plastica in modo da ridurre le impurità e non perdere i contributi del CONAI.

A proposito di esempi alternativi vorremmo citare quello di Mazzè, dove è stato implementato l’utilizzo del sacco trasparente per l’indifferenziato che non viene ritirato se il contenuto non è corretto.

Si può vedere come un semplice accorgimento come quello dell’utilizzo del sacchetto trasparente con controllo da parte dell’operatore (possibile solo se si mantiene il sistema porta a porta) produce risultati importanti
Evidenziamo infine che in tutto il Piemonte le uniche realtà dove si è raggiunto l’ 80% di RD e un rifiuto residuo dii 100 kg sono quelle del Chierese e del Novarese con il sistema porta a porta e tariffa puntuale.
Sollecitiamo quindi nuovamente una attenta riflessione sul tema da parte delle Amministrazioni, con la consapevolezza che scelte compiute frettolosamente ed in modo irreversibile, potrebbero portare a risultati diversi da quelli prospettati, con serie ricadute economiche ed ambientali negli anni a venire.
Siamo a disposizione degli amministratori per un confronto e ci impegneremo per organizzare un incontro pubblico a cui ci auguriamo possiate partecipare e possa essere l’occasione per una seria discussione.

Legambiente Dora Baltea ODV
Legambiente P.Cavaliere Basso Canavese