Sono scadute le concessioni dell’autostrada Torino-Aosta, ma i lavori per la realizzazione del nuovo viadotto Cartiera e rifacimento dei diversi sovrappassi sono cominciati
La notizia dello stop alle proroghe ad ATIVA da parte del Ministero delle Infrastrutture per la concessione dell’A5 e la contemporanea ripresa dei lavori per la realizzazione dei lotti 1 e 2 previsti per la messa in sicurezza dell’autostrada hanno riaperto il dibattito sul territorio e suscitato rinnovato interesse da parte delle associazioni ambientaliste.
Legambiente Dora Baltea, in particolar modo, da anni attenta alle questioni relative al nodo idraulico d’Ivrea (da Lessolo-Calea-Montalto al Ponte Chiusella-SS26) e impegnata a monitorare affinché in nome della “sicurezza” non vengano prodotti nuovi scempi come il viadotto Marchetti, ha recentemente scritto alla Regione Piemonte, alla Città Metropolitana e a diversi comuni coinvolti dai lavori di ATIVA (Ivrea, Pavone C.se, Perosa C.se, Samone, Banchette, Salerano C.se e Fiorano C.se) rimarcando il seguente messaggio: «la sicurezza del nodo idraulico di Ivrea non può essere ridotta alla sola messa in sicurezza dell’autostrada».
Poca trasparenza e scarsa comunicazione
«Dalla documentazione messa a disposizione del pubblico si deduce che si sono svolte tre sedute di Conferenza dei servizi, esprimendo rammarico per la mancata informazione dei cittadini e del mondo associativo che da anni seguono le vicende riguardanti il nodo idraulico di Ivrea». L’associazione ambientalista apre il comunicato denunciando la scarsa trasparenza circa gli sviluppi dei lavori, continuati nell’arco dei mesi passati senza che nessuno si preoccupasse di informare l’opinione pubblica. Poco importa che le opere ipotizzate da ATIVA abbiano un impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sulla sicurezza e che meritino di essere per lo meno visionate da chi il territorio lo vive quotidianamente.
Ma quali sono le opere su cui ATIVA sta lavorando?
Dopo la realizzazione dell’ormai famoso “viadotto Marchetti” (sito in Pavone Canavese), i lavori per la messa in sicurezza dell’autostrada A5 comprendono altri 3 progetti distinti, tecnicamente definiti “lotti”.
Il lotto 1, nello specifico, prevede che venga realizzato il “viadotto Cartiera”, un viadotto teoricamente non dissimile da quello Marchetti, ma che potrebbe essere costruito su due arcate anziché una sola, diminuendone, in linea teorica, l’altezza totale.
Il lotto 2, invece, prevede diverse opere di sistemazione dell’autostrada, tra cui il rifacimento dei diversi sovrappassi che attraversano l’A5 (come quello della Pedemontana, quello che collega Samone e Banchette e quello che unisce Salerano e Banchette). Il lotto 3, attualmente fermo, dovrebbe infine prevedere la costruzione del terzo e ultimo viadotto detto “viadotto Fiorano“.
Va precisato, infine, che tutte queste opere di “messa in sicurezza” prevedono un innalzamento dell’intero tratto autostradale in questione (da Pavone C.se a Fiorano, per intenderci) di almeno 3 metri; opere faraoniche necessarie, a detta di ATIVA, per evitare che l’autostrada venga sommersa in caso di nuova esondazione della Dora.
Legambiente: «sui progetti manca il nulla osta dell’AIPO»
«Come risulta chiaro dalla lettura dei documenti i pareri favorevoli sono limitati alla compatibilità ambientale mentre risultano assenti sia l’approfondimento dello studio idraulico (Ministero dell’Ambiente) che il nulla osta idraulico (che dev’essere rilasciato dall’AIPO, l’Agenzia Interregionale del fiume PO, ndr.)» afferma Legambiente.
«ci sembra importante che le amministrazioni così come tutti gli Enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi, prima di approvare i lavori del Lotto1 e Lotto2 chiedano che AIPO rilasci il nulla osta del Nodo Idraulico di Ivrea (da Lessolo-Calea-Montalto al Ponte Chiusella-SS26) e quindi comprensivo anche del Progetto definitivo Lotto 3».
Infine una domanda: per quale ragione, si chiedono anche a Legambiente, sono stati avviati i lavori di completamento per il lotto 1 e 2 prima che la concessione della Torino-Aosta venisse messa a bando? Non sarebbe stato più logico indire il bando, affidare la concessione e solo successivamente cominciare qualunque tipo di impresa? «Questa modalità operativa» dichiarano «non contribuisce ad allontanare il dubbio che si voglia influenzare l’esito del bando».
Come diceva quel tale, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Andrea Bertolino