Dopo un Consiglio Regionale aperto, la Regione Piemonte approva tre OdG alla soglia del negazionismo, non decidendo nulla se non di sollecitare il Governo verso il nucleare, l’idrogeno, la termovalorizzazione dei rifiuti e aumentando le estrazioni nei giacimenti di gas nazionali.
Legambiente: “Si ritirino gli ordini del giorno”
Dopo un Consiglio Regionale aperto sul tema dell’Emergenza climatica ed ecologica durato 10 ore, convocato solo a seguito delle pressioni della piazza e di uno sciopero della fame a dimostrazione di quanto poco sia considerato il tema, la maggioranza ha approvato tre Ordini del Giorno a firma Lega, FdI e Forza Italia in cui riesce a non prendere nessun impegno per la lotta all’emergenza climatica ed ecologica, ad indicare la via più sbagliata possibile (nucleare, termovalorizzatori, gas, senza un accenno alle fonti rinnovabili), accusare di “ideologismo” gli ambientalisti ed ignorare completamente gli obiettivi fissati dall’Europa in termini di decarbonizzazione.
“Eppure erano stati presentati ordini del giorno ben più completi e lungimiranti – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – che prevedevano azioni reali e potenzialmente efficaci sul territorio piemontese, fortemente colpito dagli effetti dell’emergenza. Un territorio già oggi in preda ad una siccità mai vista, che nei prossimi anni vedrà colpita duramente la sua biodiversità, oggi ricchezza caratterizzante del Piemonte. Gli effetti dei cambiamenti climatici colpiranno duramente interi settori produttivi, a partire da quello agricolo per arrivare a quello della viticoltura, che vedrà ridotte del 75% le aree idonee. L’approvazione dei tre ordini del giorno è stata sì un’operazione macchiata da ideologismo e bassissime ragioni di bandiera ed appartenenza politica”.
In dieci ore si sono alternati alla parola esperti, accademici, ricercatori, professori universitari, scienziati, ambientalisti, che hanno illustrato con rigore e precisione scientifica la situazione attuale ed i rischi a cui ci si espone scegliendo l’inattività o soluzioni inefficaci, quando non peggiorative.
“Siamo colpiti di come una discussione di dieci ore – continua Prino – sia stata de facto cancellata dall’approvazione di tre documenti che hanno completamente rimosso i contenuti di una discussione ricca e approfondita, basata su solidi presupposti scientifici. La difesa di interessi di parte, di stakeholder poco inclini a comprendere la gravità della situazione, è un arrocco antiscientifico e antistorico. Indicare il nucleare come soluzione, quando in Italia si sono fatti due referendum contro il nucleare e da quarant’anni stiamo cercando vanamente una soluzione al problema delle scorie e dello smantellamento delle centrali esistenti, è prendere in giro la cittadinanza, al di là di tutte le valutazioni tecniche. Puntare sull’incenerimento dei rifiuti come via per la decarbonizzazione, significa ignorare il fatto che l’inceneritore del Gerbido è la prima fonte di gas climalteranti dell’intera Città di Torino, oltre al fatto che il Piemonte ad oggi ancora non raggiunge gli obiettivi minimi di legge di raccolta differenziata fissati per il 2012.
Legambiente, come sempre, non si sottrae al dialogo istituzionale. Gli Ordini del Giorno approvati, però, non ci rasserenano sulla qualità dello stesso, in nome dell’ambientalismo scientifico a cui da sempre facciamo riferimento ”.
Il testo dell’intervento in Consiglio Regionale di Giorgio Prino, Legambiente -> https://bit.ly/3sZG6IT