L’associazione Legambiente e l’Osservatorio del Paesaggio AMI hanno scritto una lettera indirizzata alla Soprintendenza di Torino e al Ministero dei Beni Culturali affinché intervengano nel caso Coop
Nel luglio del 2018 le architetture Olivettiane vengono insignite del riconoscimento dell’UNESCO a conclusione di un lungo percorso iniziato nel 1994. L’allora amministrazione Maggia iniziò il censimento del patrimonio architettonico Olivettiano che portò alla creazione del Maam e alla attribuzione del vincolo urbanistico come tessuto della città moderna da preservare con il piano regolatore del 2006.
Non è questa la sede per riaffermare l’importanza di un riconoscimento che, come è scritto nel documento di candidatura e nel piano di gestione, rappresenta non il punto di arrivo, ossia l’imbalsamatura della storia industriale, sociale e culturale dell’Olivetti ma un punto di ri-partenza per disegnare il futuro della città di Ivrea.
Da una valutazione certamente incompleta la scomparsa della grande fabbrica e la chiusura di altre realtà produttive, ha lasciato edifici e aree inutilizzate per oltre 500.000 metri quadri in Ivrea.
Decidere che uso farne è un compito non semplice ma anche un’occasione unica per ridefinire le funzioni della città alla luce dei bisogni dei cittadini e del ruolo storico e culturale di Ivrea per l’intero territorio. Ruolo che il riconoscimento UNESCO rafforza.
Non è comprensibile pertanto l’appoggio dell’attuale amministrazione al progetto presentato dalla Società GENCO per la realizzazione di un supermercato con una piattaforma alimentare di 2500 metri quadri che occuperà circa 4000 metri quadri collocati all’interno della buffer zone e in parte della core zone dell’UNESCO.
Ciò per diversi motivi: in primo luogo perchè ciò modifica un indirizzo di fondo dell’attuale PRG che non prevede in quella zona aree commerciali estese proprio perché è stato riconosciuto come tessuto da preservare. In secondo luogo perché è stato avviato il percorso di ridiscussione del PRG attuale e non ci pare né sensato né logico far procedere scelte che potrebbero risultare in opposizione ad un ridisegno delle funzioni delle aree cittadine.
Terzo, ma non meno importante, non si capisce perché alla conclusione di un dibattito durato venti anni che è e sfociato nel riconoscimento Unesco, la prima struttura proposta debba essere un supermercato per la cui realizzazione corre l’obbligo di pervenire ad una variante urbanistica.
L’area in cui dovrebbe sorgere l’ipermercato, collocata tra via Di Vittorio, Corso Nigra e Via Jervis riteniamo sia strategica per ospitare dei servizi che permettano di accogliere sia i visitatori che i cittadini di Ivrea. È decisiva per ricucire i tessuti storico medievali e storico moderni della città.
Non è soltanto una nostra opinione ma già fu una illuminante intuizione degli architetti Figini e Pollini. Come si legge nel documento di candidatura: “Al di la della cortina delle ICO, viene costruita contemporaneamente alla mensa di Gardella, il centro dei servizi sociali Luigi Figini e Gino Pollini (1955-1959), a seguito di un concorso a inviti promosso dalla Olivetti. Al progetto e alla realizzazione dell’edificio concorrono Roberto Guiducci e Paolo Radogna, tecnici di produzione della Olivetti. L’edificio, secondo il progetto iniziale poi modificato, doveva coprire l’area disponibile tra la via Di Vittorio, la via Torino e il corso Jervis (proprio l’area in cui si propone di realizzare il supermercato in oggetto ndr) e contenere un centro culturale, i servizi di assistenza sociale, l’infermeria e l’ufficio del personale Olivetti in quattro corpi di fabbrica distinti, aperti ai cittadini di Ivrea, creando uno spazio che integrasse i servizi della fabbrica con i servizi alla città di Ivrea e fosse vissuto come uno spazio pubblico”.
L’urbanistica per Adriano Olivetti è la disciplina che “sposa la creatività con la programmazione” con la quale si definisce il quadro di riferimento per realizzare belle architetture e spazi pubblici funzionali, un’architettura che al di là di un fagocitante ritorno economico, concorrano a sostenere una qualità urbana nella quale ogni cittadino possa trovare le condizioni per pervenire ad una crescita culturale e morale e orientarti verso un più alto senso civico di comunità.
Ci rivolgiamo ai vostri Enti nella convinzione che sia necessario un forte contributo di tutti per far si che il patrimonio di esperienze, conoscenze che hanno caratterizzato il secolo Olivettiano siano un riferimento utile per disegnare il futuro della città di Ivrea e del territorio eporediese.
Mirko Franceschinis Presidente Circolo Dora Baltea di Legambiente
Fabio Dovana Presidente Legambiente Piemonte Valle d’Aosta
Diego Corradin Presidente Osservatorio sul paesaggio dell’AMI