Mirko Franceschinis è stato eletto all’unanimità nuovo presidente del circolo locale di Legambiente
Il 19 aprile scorso il circolo di Legambiente Dora Baltea ha rinnovato il proprio direttivo, scegliendoti come presidente. Perché?
La scelta del circolo Dora Baltea è per me innanzitutto motivo di orgoglio per la fiducia riposta nei miei confronti. La decisione risponde da un lato ad una logica di turnazione tra le persone da tempo maggiormente coinvolte, allo stesso tempo viene incontro alla volontà di un rinnovamento generazionale: non che il sottoscritto sia di primo pelo, considerati i miei 44 anni di età, ma le persone che hanno ricoperto questo ruolo negli ultimi anni hanno tra i dieci e i venti anni in più. Quella di ringiovanire è stata una scelta che anche molti circoli di Legambiente limitrofi hanno fatto: quello calusiese, quello chivassese e quello valdostano.
Quale socio e membro attivo di Legambiente Dora Baltea hai assistito e preso parte alle iniziative della precedente presidenza. Ora che il testimone è passato a te, come pensi si evolverà il circolo? In continuità con il passato o cercando di segnare alcune novità?
Le iniziative sono discusse dal direttivo nella sua totalità, non dal presidente e basta. Al di là delle etichette formali che di volta in volta qualcuno di noi si porta appresso, tutto nasce da discussioni democratiche e paritarie. Era così in passato, è così oggi, e sarà così anche in futuro. I temi su cui ci impegniamo dipendono in parte dall’attualità (si pensi alle vertenze che di volta in volta si presentano), in parte dagli interessi che ciascuno di noi ha in ambito ambientale e che ha desiderio di approfondire creando gruppi di lavoro. Negli ultimi tempi, ad esempio, grazie all’interesse di un nostro socio si è costituito un gruppo di lavoro su glifosato e pesticidi in genere. Questo è il modo di lavorare che ci piace e pertanto non cambierà, insomma la mia presidenza sarà principalmente in continuità con il passato. Come già abbiamo cercato di fare negli ultimi anni, peraltro con un discreto successo, continueremo a cercare di coinvolgere forze nuove, soprattutto giovani, per garantire una continuità del circolo nel futuro prossimo.
Su quali tematiche Legambiente sta cercando di spendere le proprie energie?
Il circolo è da tempo attivo su molte tematiche – tra le altre penso a trasporti, energia, rifiuti, consumo di suolo, inquinamento – ad elencarle tutte si dimentica certamente qualcosa. Sono spesso ambiti molto ampi e fortemente collegati l’un l’altro, dei quali continueremo ad interessarci. Con riferimento al tema trasporti, ad esempio, che è quello che conosco meglio, si spazia dal trasporto pubblico locale su ferro e su gomma alle infrastrutture ferroviaria e autostradale, senza dimenticare la mobilità sostenibile soprattutto all’interno dei centri urbani. Ma, oltre a questi settori più “tradizionali”, il circolo è anche impegnato su altri temi, spesso in collaborazione con associazioni “amiche”, ad esempio la legalità che è il marchio distintivo di Libera.
Oltre che del circolo di Legambiente sei anche presidente dell’Associazione Utenti-Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta. Il protocollo d’intesa tra R.F.I. e diversi comuni canavesani, il cui caso più eclatante ha interessato Borgofranco, ha messo in luce una serie di problematiche attorno al sistema della viabilità su rotaia, ma anche su gomma ed è evidente che ogni intervento per modificare strade o binari rischia di avere delle ripercussioni non solo sull’ambiente e sul paesaggio, ma anche sulla salute delle persone (un maggior afflusso di automobili porta con sé un inquinamento maggiore, per esempio). La scelta di chiamare a presiedere un circolo ambientalista una persona che è presidente anche di un’associazione che si occupa di trasporti vuol dire che Legambiente seguirà più da vicino il grande tema della viabilità in canavese?
C’è sempre stata una forte sinergia tra l’Associazione Utenti-Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta e il circolo Dora Baltea di Legambiente. Porta le loro firme, unitamente a quelle di Legambiente Piemonte Valle d’Aosta, degli altri circoli di Legambiente interessati dalla linea Chivasso-Ivrea-Aosta e dei Pendolari Stanchi VdA, la lettera che nel mese di marzo, sulla scorta dei progetti di soppressione dei passaggi a livello presentati da RFI, abbiamo inviato alla stessa RFI, a Regione Piemonte, Città Metropolitana e alle varie amministrazioni comunali per proporre un diverso approccio al problema, un metodo di più ampio respiro che tenga in conto non soltanto la ferrovia ma anche il territorio in tutte le sue declinazioni: le altre opere viarie esistenti, i flussi di traffico, la mobilità, il paesaggio. Un altro esempio di sinergia: un paio di anni fa insieme abbiamo preparato un documento con i quali abbiamo invitato i Comuni piemontesi della linea ferroviaria Chivasso-Ivrea-Aosta a condividere le nostre priorità di intervento infrastrutturale e ad approvare una relativa mozione nei rispettivi consigli comunali.
Un’ultima domanda, quale presidente dell’Associazione Utenti-Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta: come sta il sistema di trasporti su rotaia? Ci sono delle novità? Miglioramenti o peggioramenti?
È un malato cronico, ma in condizioni stabili: per guarire davvero avrebbe bisogno del raddoppio parziale dei binari tra Chivasso e Ivrea, in modo da aumentare la capacità di traffico sostenibile, ma soprattutto di rendere il servizio sulla linea molto più affidabile di quanto sia oggi. Paradossalmente, l’entrata in funzione del passante ferroviario ormai alcuni anni fa ha avuto anche un effetto positivo nel servizio, oltre ai molti disagi di quel periodo (diverse settimane di ritardi biblici dovuti all’operazione del cambio di locomotore a Chivasso) e alla necessità di cambiare treno ad Ivrea nel viaggio tra Torino e Aosta: Trenitalia è stata costretta a dirottare altrove i locomotori diesel con alle spalle tra i trenta e i quarant’anni e a dotare la linea di più moderni a trazione elettrica. La novità oggi è costituita da questi progetti di eliminazione dei passaggi a livello, a cui in generale guardiamo con favore, sebbene avremmo preferito che ci si dedicasse prima di tutto al raddoppio della linea.
Andrea Bertolino