A Cuorgné, Ozegna, Settimo Vittone e Valperga sabato 25 e domenica 26 marzo alle 10-13 e 14-18 (ultimo ingresso 17,30)
La Delegazione di Ivrea e Canavese offre ai visitatori delle Giornate FAI di Primavera la scoperta di tesori artistici a Cuorgné, Ozegna, Settimo Vittone e Valperga: per svelare nell’occasione una parte di Canavese ancora poco conosciuta fra castelli, teatri, chiese e santuari di struggente bellezza.
La scelta delle GIORNATE FAI di PRIMAVERA, come afferma il Capo Delegazione del FAI di Ivrea e Canavese, Carlo Arborio Mella, si è rivelata più che opportuna e lo dimostra la collaborazione eccellente con le Amministrazioni e i Sindaci di Cuorgné, Ozegna, Settimo Vittone e Valperga. Tutte le visite sono curate come tradizione dagli “Apprendisti Ciceroni” – cioè studenti – del Liceo Carlo Botta di Ivrea, gli Istituti di Istruzione Superiore XXV Aprile di Cuorgné e Aldo Moro di Rivarolo, il Liceo Artistico Statale Felice Faccio di Castellamonte a cui la Delegazione estende un particolare ringraziamento per la fattiva collaborazione.
TEATRO PINELLI E SS. TRINITA’ – CUORGNE’
Il Teatro Comunale di Cuorgnè è situato nel centro storico cittadino. La sua realizzazione risale al 1886 e, rispetto ad altri piccoli teatri piemontesi realizzati anch’essi in epoca ottocentesca, presenta la peculiarità di essere stato ricavato all’interno di una Chiesa seicentesca facente parte di un convento di monache benedettine.
Dal 1886 il teatro fu gestito direttamente dal Comune fino al 1919, in quest’anno fu dato in affitto a privati, che vi insediarono il cinema comunale. Gli arredi di scena e i fondali furono trascurati e in parte danneggiati. Dal 1983 l’edificio non è più stato utilizzato a funzione di pubblico spettacolo in quanto carente rispetto alla normativa vigente in materia di sicurezza. Oggi si presenta completamente restaurato e fruibile dal pubblico
La Chiesa della SS. Trinità era il centro dell’attività devozionale dei confratelli, che la vollero costruita di vaste dimensioni e decorata da buoni artisti senza badare a spese, simbolo visibile della loro influenza e potere. Ricostruzioni ed abbellimenti si susseguono con ritmo frequente dal 1580 alla fine del 1800.
Scioltasi la Confraternita, la chiesa venne chiusa al pubblico. Considerato il notevole interesse artistico, nel 1984 il comune ne diveniva proprietario ed avviava una serie di lavori di restauro per riutilizzare ai fini culturali questo complesso del quale è stata rilevata la singolare unità fra architettura, scenografia, pittura e decorazioni
CASTELLO – VALPERGA
Il Castello di Valperga risale al X secolo; è caratterizzato da torri che circondano diversi edifici aggiunti via via con il tempo. Il nome Valperga potrebbe derivare dal celtico vald (selva) e dal burgundo berg (monte). Forse i primi residenti furono i nobili Silvesco e Droenghi di Canava, già padroni di Salto e Comischio, anche se la tradizione locale lo considera costruito dai conti del Canavese Ardicione (o Arduino), ritenuto discendente dal Re Arduino, ed i figli Guido (o Wildo) e Ardicino.
Guido assunse il titolo di conte di Valperga, e da lui ebbero origine le diverse linee dei Valperga, mentre Ardicino viene ritenuto il capostipite dei conti di San Martino. Nel 1309 un decreto del 9 giugno di Filippo di Acaia investiva i conti di Valperga del castello e castellania di Valperga e Valpergato, con giurisdizione e pertinenze del borgo di Cuorgnè, di una quarta parte del quartiere di Rivarolo, di metà del castello di Pont e Valli e di vari altri feudi.
Nel 1600 il castello venne diviso tra i due rami Valperga di Valperga e Valperga di Masino; essendo morto Gerolamo Valperga di Masino senza discendenza maschile, la sua porzione passò alla figlia Marianna, sposa ad Arduino Valperga di Rivara. L’intero castello passò poi in eredità alla loro figlia Francesca, che lo portò in dote allo sposo Federico Valperga di san Giorgio.
Nel 1776, estinto questo ramo con Guido Francesco Aldobrandino del Carretto di Castellargento, il castello di Valperga e tutti i beni passarono alla nipote più diretta, Anna Vittoria San Giorgio di Balangero, sposata a Paolo Coardi di Carpenetto, marchese di Bagnasco. In questo periodo il castello venne ampliato di una parte con facciata neoclassica, giardino e parco.
CHIESA S. GIORGIO – VALPERGA
Il più antico documento riguardante la chiesa risale al 1150; risulta che venisse adibita a cappella del vicino castello e contemporaneamente parrocchiale del borgo.
I conti di Valperga si occupavano di abbellirla per renderla testimonianza del loro potere; fu così che nel corso dei secoli vi lavorarono pittori di alto livello, come Giovanni di Pietro de Scotis di Piacenza, attivo in Canavese verso la metà del XV secolo. A quei tempi la chiesa era completamente decorata esternamente da affreschi e rilievi in ceramiche provenienti dalla vicina Castellamonte.
Nel XVII secolo la chiesa venne ampliata due volte e nel secolo successivo fu modificata la facciata. La popolazione non gradiva che la chiesa parrocchiale fosse lontana dal centro abitato e proprietà del conte; fu solo nel 1803 che la sede parrocchiale venne trasferita in paese. I proprietari, che non curavano più la manutenzione, vennero dichiarati decaduti dal giuspatronato nel 1926 e i lavori di restauro si svolsero tra il 1937.
Della chiesa primitiva rimangono una acquasantiera in pietra di Pont, parti della muratura nei pressi dell’abside e il campanile a bifore romaniche. La sacrestia minore, l’abside e parte delle due navate adiacenti fanno parte della chiesa trecentesca. Nel Quattrocento la chiesa venne nuovamente ampliata e completamente coperta di affreschi all’interno come all’esterno. A tale periodo risale il grande affresco. La passione di Cristo, opera di Giovanni di Pietro de Scotis.
SANTUARIO MADONNA DEL BOSCO – OZEGNA
Il santuario della Madonna del Bosco e l’ex convento francescano a esso connesso formano un complesso di edifici che sorge a circa due chilometri dal centro abitato di Ozegna (TO), in una zona leggermente distaccata dalla Strada Statale 460, ma non isolata e facilmente raggiungibile. È stato edificato sul luogo dove, il 21 giugno 1623, il ragazzo Giovanni Guglielmo Petro avrebbe avuto un’apparizione della Madonna, dopo la quale guarì da una grave forma di afasia che gli impediva di parlare.
Il terreno era stato donato dai proprietari, i Conti di San Martino, signori del feudo. Si aggiunse al santuario un convento, e l’intero complesso venne donato (con apposito atto notarile nel 1625) ai Padri Riformati di San Francesco, che ne dovevano avere cura. Questi si occuparono di abbellire l’interno della chiesa, sistemandovi tre altari lignei. La consacrazione della chiesa (già aperta al culto) avvenne solo nel 1662, con l’intervento di Mons. Giovanni Battista di San Martino
PIEVE DI SAN LORENZO E BATTISTERO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – SETTIMO VITTONE
Collocata in posizione elevata rispetto al paese di Settimo Vittone e al corso della Dora Baltea, la pieve e l’annesso battistero, dovevano costituire, nel Medioevo, una tappa importante per viaggiatori e pellegrini che si muovevano lungo la via Francigena.
Il complesso paleocristiano formato dalla pieve di San Lorenzo e dal battistero – a pianta ottagonale – di San Giovanni Battista a Settimo Vittone, rappresenta una delle vestigia più antiche del Canavese, risalente alla seconda metà del IX secolo, uno dei principali esempi di architettura “preromanica” in Piemonte.
La chiesa è arricchita da affreschi realizzati in varie epoche tra il XII e il XV secolo.
Il luogo è indicato come “Monumento segnalato dal FAI”: grazie ad una Convenzione tra il FAI e il Comune di Settimo Vittone, la Delegazione FAI di Ivrea e Canavese ha in carico la valorizzazione, la promozione e la pubblica fruizione del luogo.