Giovedì 8 novembre i lavoratori del CIC in sciopero si sono trovati in presidio in piazza Nazionale davanti al Comune e una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Sertoli
Tardi, veramente tardi, riparte la mobilitazione in CIC, ma si spera ancora di poter recuperare parte dei danni causati da un’amministrazione pubblica irresponsabile e da una proprietà privata cinica.
Durante il presidio davanti al municipio una delegazione sindacale e di lavoratori è stata ricevuta dal sindaco Stefano Sertoli, con lui le assessore Ballurio e Piccoli, il segretario generale Daniela Giordano e il coordinatore dei servizi dati in appalto, Gilberto Guerriero.
Il Comune di Ivrea ha piccole commesse con il CIC che impegnao 5/6 risorse. Il sindaco ha comunicato che nelle pieghe del contratto con il nuovo fornitore vi è una finestra di 60 giorni per il passaggio dal vecchio al nuovo assegnatario dal momento dell’assegnazione. Questo permetterebbe di spostare a fine febbraio il momento della chiusura. Non è molto né una soluzione naturalmente, ma un po’ di ossigeno in più per i lavoratori e uno spazio per concretizzare le azioni per la ricollocazione. In quest’ottica il sindaco ha chiesto di avere il data base dei curricula e delle competenze dei lavoratori, prendendosi l’impegno sia di invitare i nuovi committenti ad assumere chi già lavorava per il Comune sia di far circolare le i curricula presso altre realtà produttive. Buoni propositi, anche se non si doveva arrivare a questo punto. Infatti dopo la vendita del 2015 alla CSP Spa, sia i vecchi soci-committenti sia la nuova proprietà non hanno agito (ognuno per le proprie competenze) per assicurare una prospettiva futura al CIC.
In aggiunta, a meno di due mesi dalla scadenza delle commesse pubbliche (di Comune di Ivrea, ASLTO4, Comune di Torino, CSI Piemonte) garantite per tre anni e tutte già riassegnate con bando pubblico ad altre aziende senza clausole di salvaguardia (cioè passaggio dei lavoratori verso il nuovo fornitore), la parola che meglio descrive la situazione è: latitanza. Latita l’azienda che sembra totalmente disinteressata al sito di Ivrea, e latita la Regione Piemonte che non ha ancora convocato l’incontro chiesto da tempo dalle organizzazioni sindacali con i rappresentanti dei committenti e l’azienda. Su questo punto è intervenuta la consigliera regionale del M5S Francesca Frediani che a fronte della sua interrogazione del 6 novembre scrive: “Nessuno spiraglio di luce dalla Regione per gli 80 lavoratori del CIC, il Consorzio per l’Informatizzazione del Canavese acquisito dalla torinese CSP, da giugno sotto i riflettori per l’inchiesta che ha portato ad un’ordinanza di custodia cautelare per tre vertici dell’azienda. Lo ha confermato oggi l’assessora Pentenero in risposta ad una mia interrogazione sul tema (…) La Giunta oggi ha confermato che allo stato attuale non risultano procedure di licenziamento collettivo e che si sta impegnando per il rispetto della clausola sociale nei futuri appalti. L’attenzione adesso è rivolta alla vicenda giudiziaria e al tavolo CSP al MISE, nella speranza che ci sia una manifestazione di interesse per l’acquisizione del ramo d’azienda.”
A livello locale interviene anche il capogruppo M5S in Consiglio Comunale Massimo Fresc, “Occorre uno sforzo politico maggiore affinché si eviti lo spacchettamento e si possa assicurare un posto ai lavoratori colpiti da una crisi frutto di malefatte. Nel ruolo che ricopro come Presidente della Commissione Sviluppo e Lavoro in Consiglio Comunale agirò da stimolo, anche in assenza di un Assessore al Lavoro, perché il Comune faccia la sua parte per contribuire alla risoluzione della crisi salvaguardando i posti di lavoro.”
Dalla minoranza consiliare di Ivrea interviene ugualmente Francesco Comotto di ViviamoIvrea che ben conosce la vicenda del CIC per essersi battuto con impegno per salvare il Consorzio e i posti di lavoro nella fase critica del 2015 che portò al fallimento, scrive Comotto “Giusto per rinfrescare la memoria sui fatti e fattacci che hanno causato la scomparsa di un’azienda pubblica con oltre 150 dipendenti e circa 8 milioni di fatturato e per non dimenticare le nostre battaglie per salvare l’azienda e tutelare i lavoratori ecco una testimonianza dell’epoca. Si notino, oltre le considerazioni di inizio articolo, le domande della seconda parte alle quali non è mai stata data risposta.”
I lavoratori del CIC incassano anche, e non da oggi, la solidarietà e sostegno di Rifondazione Comunista di Ivrea “Esprimiamo la nostra solidarietà alle lavoratrici e i lavoratori del CIC oggi in sciopero per difendere professionalità e posto di lavoro. Come Rifondazione Comunista siamo stati vicini ai lavoratori fin dal 2014 quando furono colpiti dalla prima cassa integrazione. Già dall’anno precedente c’erano i segnali della crisi, della cattiva gestione manageriale e dell’incapacità e non volontà dei soci pubblici di gestire virtuosamente il Consorzio. La vendita da parte dei soci pubblici alla SCP Spa, è stato poi l’atto finale. Il cedere del pubblico su tutta la linea, il disinteressarsi totalmente di una realtà creata da loro stessi. E i termini della vendita, che può ben chiamarsi svendita, non potevano che portare a questo punto, con la chiusura alle porte alla fine di dicembre. Gravi le colpe dell’amministrazione comunale precedente, dell’amministrazione regionale, e gravi anche quelle dell’attuale amministrazione che non ha inserito clausole di salvaguardia nei bandi per riassegnare le proprie commesse. Dov’è la responsabilità sociale delle istituzioni nella vicenda CIC? E’ necessaria l’apertura di una mobilitazione permamente fino a quando Comune e Regione non daranno risposte e soluzioni. Se mobilitazione ci sarà, noi la sosterremo in tutte le forme possibili e necessarie.”
La situazione però non è di mobilitazione generale, di solidarietà fra i lavoratori tra chi ha già una soluzione in tasca e chi rischia seriamente di restare senza lavoro. Al presidio erano infatti presenti solo una trentina di lavoratori, tolti i 25/26 precettati, mancava una buona metà all’appello.
Cadigia Perini