Venerdì 6 aprile, alle ore 21.00, allo Zac d’Ivrea si terrà l’incontro conclusivo del ciclo “A Ivrea si può fare” e verterà sul tema giovani e sul loro rapporto con la città eporediese. Ospiti della serata lo scrittore Fabio Geda e l’ex assessore alle politiche giovanili di Torino Ilda Curti
Non sbaglia chi afferma che il fenomeno migratorio è uno dei problemi più rilevanti della nostra realtà. Spesso, però, ci si sofferma troppo sull’aspetto dell’immigrazione, tralasciando la prospettiva che è di gran lunga più preoccupante, ovvero quella dell’emigrazione giovanile.
Si può senza dubbio affermare che il contesto eporediese sia difficile per un giovane, in quanto è complicato, se non impossibile, immaginare il proprio futuro a Ivrea. Il più delle volte la Città viene vissuta come un “dormitorio” da chi frequenta l’università, un luogo in cui passare il fine settimana in modo passivo, senza partecipare alla vita comunitaria, poiché il futuro sarà altrove. Il nostro è un territorio in cui i giovani difficilmente restano dopo il diploma di maturità o in cui tornano dopo aver conseguito la laurea a causa delle scarse opportunità lavorative e della poca attrattività.
Come invertire questa tendenza? Come generare sogni e voglia di vivere questa Città nelle giovani generazioni?
Una possibile risposta passa attraverso l’impegno nel far diventare l’eporediese nuovo “epicentro di senso”. Infatti, non esistono periferie in natura, ma luoghi a bassa intensità di senso.
Come fare a costruire senso per questo territorio è la sfida dell’ultimo appuntamento del percorso “A Ivrea si può fare!”: un senso fatto non solo di tempo libero (come spesso si tende a fare quando si parla di “giovani”), ma di politiche giovanili serie, fatte di lavoro, soluzioni abitative, voglia di futuro, senso di appartenenza, comunità.
Ne parliamo con il contributo di Ilda Curti, già Assessore alle politiche giovanili del Comune di Torino, Presidente dell’Associazione IUR ed esperta di rigenerazione urbana, e Fabio Geda, scrittore torinese.