Vi rubo solo pochi minuti. Una riflessione personale su ciò che mi sta più a cuore, la scuola.
La DIDATTICA A DISTANZA non potrà mai, ed è giusto che sia così, sostituire quella tradizionale. Sento docenti che vogliono fare quanto prima o addirittura di più, per terminare i programmi, come se portate a termine il programma fosse il compito primario di un docente! Per non parlare della valutazione! Apriti cielo! Quanti punti assegnare, quale peso dare, come fare per non far copiare! Ma vi rendete conto di che cosa state parlando? Vi siete accorti che qualcosa è cambiato nelle ultime settimane?
La scuola è un’altra cosa, si tratta proprio di un altro mondo! Finitela di volervi ostinare ad essere i primi della classe, cari docenti.
In questo momento così delicato la scuola, per quanto mi riguarda, ha il compito di far comprendere ai ragazzi e alle loro famiglie che i loro insegnanti ci sono, assolutamente presenti se pur in altro modo; certo che occorre lavorare e darsi da fare ma senza avere la pretesa di sostituire il metodo della didattica a distanza con quello della “presenza in classe”, insostituibile per la scuola.
Gli alunni hanno bisogno di vivere questo periodo in modo differente, e anche noi, mi permetto di dire. Ci sono scuole i cui presidi hanno obbligato i docenti a tenere lezioni tutte le mattine tramite videoconferenze, alunni, dunque, incollati per ore al PC ad ascoltare (immaginate come!) professori che blaterano per ore convinti di poter tenere sotto controllo tutti (che frustrazione!). Ore spese ad interrogare oralmente via chat come se l’alunno si trovasse accanto alla cattedra! Che idiozia!
Assegnate compiti che abbiano un senso, valutate ciò che si può valutare (personalmente non vorrei valutare nulla se non la bellezza di questi giovani nel voler continuare a mantenere un filo saldo con la scuola e con i docenti), fate riflettere, fate sognare, fate sperare. Accettate il presente. Mettetevi a servizio dei vostri alunni “sostenendoli” non ammorbandoli con la vostra scienza infusa. Siate attenti all’oggi, alla tristezza che molti stanno vivendo; moltissime famiglie hanno perso un nonno, una nonna, un caro zio. Siate attenti prima che “didattici”.
E mi rivolgo anche ai genitori ai quali chiedo di non temere per il futuro scolastico del loro pargolo! Diventerà scienziato, letterato o avvocato indipendentemente dalla didattica a distanza. Sostenetelo affinché viva serenamente (e non è poco!) questi giorni di routine casalinga.
Ai giovani, la parte sana, quella bella, chiedo di non arrendersi alla noia; scrivete, leggete, fate di conto ma trovate anche il tempo di giocare con vostra sorella, di asciugare le stoviglie, preparare una torta, ascoltare buona musica.
Svolgete i compiti, assegnati dai docenti, come meglio potete, con la consapevolezza che non è come prima, che tutto è cambiato ma che dall’altra parte dello schermo c’è un insegnante che sta provando a fare del suo meglio, nonostante tutto e nonostante la sua ostinazione a fare e fare e fare ancora.
Quando ci riabbracceremo, la didattica a distanza rimarrà un ricordo; e mi farebbe piacere che tutti potessimo dire “ci abbiamo provato, alcuni di noi ci hanno creduto, ma la scuola è proprio un’altra cosa”.
Davide Ancora (un prof. fuori dal coro)