Dal 17 al 24 marzo concerti, incontri, presentazioni per l’edizione n.38 dell’ Open Papyrus Jazz Festival
Qualcuno attende un anno intero per scoprire il filo conduttore dell’Open Papyrus Jazz Festival, il fermento che vibra fortissimo dentro un’attitudine gentile. La musica dentro una nota di copertina, una brochure molto grafica e scura perché tutto risalti, una parola chiave sempre piena d’impegno e di forza guerriera. Il Festival dei topoi, che poi è il plurale di topos: argomento primario che conduce alla riflessione. In questo Massimo Barbiero è davvero maestro.
Coerentemente anche l’edizione 2018 si presenta densa di spunti che partono dall’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam toccando il consueto, magnifico trinomio jazz-improvvisazione-danza attraverso l’evocazione efficacissima di quelle “scarpette rosse” immaginate da Andersen: le indossi per scelta, per la libertà e il gusto di non fermarti. E poi non ci riesci più, a fermarti, “liberi di danzare sino alla fine perché quel senso di libertà diventa irrinunciabile, nonostante il prezzo che si dovrà pagare”. Barbiero dixit, e un’occasione di musica splendente diventa all’improvviso una profonda ‘molteplicità’, così come la intendeva Calvino nelle Lezioni Americane. Anzi, potrebbe forse essere uno spunto ulteriore per l’edizione n. 39…
E il congiungersi di musica e danza – un appuntamento imprescindibile per l’Open Jazz – questa volta è davvero e singolare: un incontro senza incontrarsi mai. Inizia tutto sabato 17 marzo alle 19 presso il Museo Garda: è un’anteprima del Festival, ma destinata a essere ricordata come uno tra i momenti più intensi. Enten Eller, tra le formazioni italiane più longeve e interessanti, suonerà in una sala del Museo mentre quattro danzatrici – ognuna delle quali legate al suono di uno strumento preciso – si troveranno in altrettante sale. Il pubblico si muoverà attraverso questo spazio arcano dove tutti gli artisti saranno connessi ma nessuno si vedrà reciprocamente. Un precedente illustre di uno spettacolo tanto coinvolgente e frammentato si può trovare nel Sonic Genome realizzato da Anthony Braxton al Museo Egizio nel 2016, protagonisti i migliori musicisti della scena jazz torinese. Ma qui il filo conduttore è il mito del Minotauro, e un filo (reale) cita il labirinto e conduce il pubblico tra le sale.
I protagonisti ricalcano la narrazione del mito e sono Teseo (Tommaso Serratore per la danza e Maurizio Brunod alle chitarre); il Minotauro (danza Roberta Tirassa accompagnata da Massimo Barbiero alle percussioni); Minosse (Sara Peters danza seguendo il suono della tromba di Alberto Mandarini) e infine Arianna (Giulia Ceolin e il contrabbasso di Giovanni Maier). Chi scrive sarà presente a introdurre la performance, che si preannuncia veramente emozionante.
Il concerto di giovedì 22 marzo alle ore 21.30 nella Sala S.Marta inaugura i consueti tre giorni consecutivi ricchissimi di eventi musicali: l’occasione è un tempo bellissima e triste perché un trio composto dai bravissimi Max De Aloe all’armonica cromatica e all’accordion, Attilio Zanchi al contrabbasso e Lorenzo Cominoli alla chitarra ricorderanno il grande Garrison Fewell, artista e persona speciale. Lo spettacolo si intitola proprio come un bel lavoro di Fewell, “City of Dreams”.
Alle 22.30 le musiche del cd registrato da Barbiero insieme all’arrampicatore vocale Boris Savoldelli e al chitarrista Roberto Zorzi diverranno la traccia per tre coreografie originali firmate da Francesca Galardi, Cristina Ruberto e Giulia Ceolin. Le prime danzatrici saranno Erika Ricci con Eleonora Buratti, Paola Risoli; Anna Calamita di Tria, Elisa Parla, Miriam Buffa, Luciana Trimarchi, Valentina Corrado, Teresa Pedrotta, Demetra Birtone. E poi Cecilia Boldrin, Alice Mistretta, Alina Mistretta, Arianna Mistretta, Valentina Papaccio, Sara Ugorese, Ilaria Vitale e per il terzo quadro Beatrice Benetazzo.
Venerdì 23 marzo note di musica fuor di spartito insieme alla presentazione del libro “Il Michelone”, una sorta di almanacco del jazz redatto dal musicologo Guido Michelone, presentato al pubblico da un degno collega come Alberto Bazzurro. L’evento si terrà in Sala S.Marta alle 18.00 che anche quest’anno ospiterà un momento per degustare un aperitivo curato dal Consorzio Vini Canavese, a cui farà seguito un bel concerto insieme a famose colonne sonore interpretate e arricchite in chiave latin e jazz, o volendo anche entrambi. Il gruppo di musicisti è Oba Mundo Project composto da Loris Deval alla chitarra classica, Anais Drago al violino, Viden Spassov al contrabbasso e Gilson Silveira alle percussioni.
Si diceva di una brochure classicamente scura, ma il gruppo che si esibirà alle 21.30 al Teatro Giacosa brilla di colori e spicca sin dalla fotografia pubblicata: la brava sassofonista e cantante altoatesina Helga Plankensteiner sceglie un gruppo europeo e assai eterogeneo per un progetto legato ai Lieder di Franz Schubert rivisti in un’accezione assolutamente originale e sfaccettata, tra fiati, hammond e banjo… Concerto imperdibile insieme al gruppo Plankton: Matthias Schrieff alla tromba, Gerhard Gschlössl al trombone, Michael Lösch all’organo hammond e piano con Enrico Terragnoli alla chitarra e al banjo e Nelide Bandello alla batteria.
Mi aspetto un’atmosfera incuriosita e prismatica, giusta per restare comodi nelle proprie poltrone e gustarsi subito dopo un vero fuoriclasse del nostro jazz, ossia Enrico Rava che nella duplice veste di trombettista e valorizzatore di giovani talenti si esibirà alle 22.30 insieme al chitarrista Francesco Diodati, al contrabbassista Gabriele Evangelista e al batterista Enrico Morello. Un gruppo già rodato che però promette ogni volta di stupire il pubblico per la qualità dell’esecuzione e per la piacevolezza dei pezzi proposti. Uno stile ECM, pacato e rigoroso come l’etichetta che li ha voluti per un cd uscito nel 2015, ma si avverte in più una profonda stima reciproca e la gioia di suonare insieme. Non accade sempre.
Dulcis in fundo con The Essence Quartet al Caffè del Teatro, ore 23.50: anche qui si potranno ascoltare alcuni tra i giovani strumentisti della scena jazz torinese, ospiti della trasmissione ‘Nessun Dorma’ condotta da Massimo Bernardini su Rai 5: Emanuele Sartoris al piano, Sara Kari al sax, Dario Scopesi al contrabbasso e Antonio Stizzoli alla batteria.
Il pomeriggio di sabato 24 marzo è davvero importante all’interno del programma, perché alle ore 18.00 in Sala S. Marta il famoso musicologo Claudio Sessa ci parlerà del volume ‘Grande Musica Nera’ di Paul Steinbeck di cui ha curato la traduzione per Quodlibet Editore e che ci farà approfondire la storia di uno dei più importanti gruppi della storia del jazz come gli Art Ensemble Of Chicago. Simmetricamente, dopo il consueto brindisi con i vini del Consorzio Vini Canavese, Massimo Barbiero e Maurizio Brunod suoneranno un omaggio alle composizioni della grandissima band.
La serata finale (termine mutuato da altri tipi di festival, probabilmente, ma qui vincono tutti: pubblico, artisti, organizzatori…) è di quelle che sembra che ti tolgano un po’ il fiato, ma poi invece scopri che l’ossigeno è aumentato e infatti respiri cultura. Nelle intenzioni di Massimo Barbiero è assolutamente simbolico l’accostamento del genio di Thelonious Monk alla grandezza di Martin Luther King eppure è il modo in cui i due grandi personaggi ci vengono presentati, quello che fa la differenza in questi due eventi al Teatro Giacosa.
Alle 21.15 sarà in scena uno degli spettacoli teatrali più ‘belli’ nell’accezione più completa e profonda che si possa concedere al termine. Il pianoforte di Umberto Petrin, musicista sensibile e sapiente, incontra le parole e la voce di Stefano Benni, non solo uno dei nostri scrittori ma uno scrittore ‘nostro’, e la vita e l’opera di Monk meritano certamente una narrazione a parte. Il titolo del lavoro è mutuato da uno dei pezzi più complessi e significativi di questo compositore, e cioè “Misterioso”.
Si chiude alle 22.30 in una modalità scoppiettante insieme a una straordinaria band tra le più apprezzate da appassionati e addetti ai lavori. La Lydian Sound Orchestra diretta da Riccardo Brazzale si avventura molto spesso in progetti prismatici e impegnativi (uno su tutti la riproposizione del monumentale The Black Saints and The Sinner Lady di Charles Mingus, qualche anno fa) e in quest’occasione presenta ‘We Insist’, idea di libertà in musica che parte da una citazione chiaramente ispirata a Max Roach e Abbey Lincoln con il loro album del 1960 “We Insist! Freedom Now” e attraversa tutto il panorama musicale toccando McCartney, Ornette Coleman e persino l’irlandese Bobby Sands doppiandoli con composizioni originali. I musicisti: Robert Bonisolo ai sax tenore, alto e soprano, Rossano Emili al sax baritono, clarinetto basso e clarinetto, Gianluca Carollo a tromba, flicorno e pocket, Giovanni Hoffer al corno, Roberto Rossi al trombone, Glauco Benedetti alla tuba, Paolo Birro al piano, Marc Abrams al basso, Mauro Beggio alla batteria e la voce di Vivian Grillo con la partecipazione del Broken Sword Vocal Ensemble.
Alle 23.50 al Caffè del Teatro il Jazz Club di Ivrea offrirà un concerto che non lascerà cadere la tensione positiva della serata a teatro e contemporaneamente concluderà in modo perfetto quest’edizione: la Traditional T.S. Jazz Band ingloba bravi musicisti come Fulvio Chiara alla tromba, Roberto Beggio al clarinetto, Didier Yon al trombone, Marco Levi al banjo, Valerio Chiovarelli al basso tuba e Marco Pangallo alle percussioni.
Per informazioni su tutte le serate potete chiamare il Music Studio al numero 0125 40450 ([email protected])
L’ultimo pensiero va alle mostre di pittura allestite sia alla Sala S.Marta che al Caffè del Teatro, tanto per ribadire quel concetto di ‘molteplicità’ di cui si parlava all’inizio. In questo senso, parola di chi se ne occupa da anni, non esistono in Italia molte manifestazioni così: il “gioco della pazzia” di cui parla Erasmo e quel pizzico di follia e caparbietà fanno dell’Open Papyrus Jazz Festival un riferimento autentico nel panorama jazz del nostro Paese.
Lorenza Cattadori
Ingressi:
Sabato 17 € 10,00 (fuori abbonamento)
Giovedì 22 gratuito
Venerdì 23 € 20,00
Sabato 24 € 20,00
Abbonamento € 35,00
Prevendite presso:
Associazione “Il Contato” – Piazza Ferruccio Nazionale 12 – Ivrea – Tel. 0125 641.161
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 16.30
Music Studio – Tel. 0125 40450 – [email protected]
Direzione Artistica: Ivrea Jazz Club/ Music Studio
La manifestazione è organizzata da Ivrea Jazz Club, Music Studio e Comune di Ivrea.