La fame non può essere un’arma di guerra.

Sabato 17 maggio il Comitato Pace Alto Canavese, insiema ad associazioni, sindacati, forze politiche, ha organizzato un flash mob per sensibilizzare sulla gravissime condizioni di vita a Gaza. Un crimine contro l’umanità.

Oltre che delle migliaia di morti sotto l’attacco dell’esercito israeliano che non ha risparmiato, case, né ospedali, né campi profughi, il popolo di Gaza viene ora ucciso lentamente per fame da Israele che vieta l’accesso alla regione agli aiuti umanitari. Alta la partecipazione di cittadine e cittadini di tutto il Canavese che chiedono a gran voce che cessi il fuoco e si facciano entrare gli aiuti alimentari e sanitari.

Ricordando che sabato 24 marzo si terrà a Ivrea una grande manifestazione per la Palestina, proponiamo di seguito l’appello del flash mob di Rivarolo, un testo da condividere: la sensibilizzazione è una delle cose concrete da fare che ci viene chiesta per sostenere la causa palestinese, insieme al manifestare e all’aderire alle campagne di boicottaggio.

QUESTA GUERRA TOCCA ANCHE NOI, TOCCA LA NOSTRA UMANITÀ.

Dopo un anno e mezzo di intensi bombardamenti, da più di due mesi a Gaza non entra più nulla, né cibo, né acqua, né medicine, né beni di prima necessità. Gli accessi alla striscia di Gaza, controllati da Israele, sono totalmente sigillati e i tir che trasportano gli aiuti umanitari sono fermi in coda di fronte ai valichi chiusi.

La popolazione di Gaza sta vivendo un assedio totale, le immagini che giungono fino a noi mettono i brividi. Secondo l’organizzazione umanitaria Oxfam, oltre un milione di persone stanno morendo di fame, sono costrette a bere acqua inquinata e nutrirsi di piante selvatiche.

È ormai sotto gli occhi di tutti che l’obiettivo del governo di Israele non sia più (se mai lo è stato) quello di riportare a casa gli ostaggi tuttora in mano ad Hamas, o di implementare la difesa del proprio stato.

LE NORME GIURIDICHE INTERNAZIONALI dicono che quanto sta avvenendo a Gaza è un genocidio, l’intento deliberato di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso (definizione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite)

Purtroppo non c’è solo la fame. Da giorni Israele ha ripreso ad attaccare Gaza con bombardamenti intensi su ospedali, centri di assistenza, luoghi in cui la popolazione si dovrebbe rifugiare.

Ad oggi le vittime accertate si stimano tra i 70 e gli 80 mila morti. A questo appello mancano i dispersi sotto le macerie e tutti coloro che muoiono per le cause indirette provocate dalle operazioni belliche (mancanza di cure e medicinali, alimentazione inadeguata, condizioni igieniche precarie).

 

QUESTA GUERRA TOCCA ANCHE NOI, TOCCA LA NOSTRA UMANITÀ.

È una strage in mondovisione, non stiamo facendo nulla per fermarla. Nessuno però potrà dire NON LO SAPEVO.

Il nostro governo e l’Unione Europea non hanno detto una sola parola di condanna contro questo massacro. Continuano anzi ad inviare armi. Dai nostri porti partono armi dirette ad Israele, i nostri radar sono usati per intercettare gli obiettivi da bombardare.

Siamo qua per dire che il SILENZIO È COMPLICE.

Anche noi stiamo pagando un prezzo altissimo, è LA NOSTRA STESSA UMANITÀ, il senso di pietà, l’empatia. Vediamo immagini terribili ogni giorno, nell’indifferenza dei più.

Allora vogliamo dire in questa piazza che NON CI STIAMO, che NON SIAMO PIÙ DISPOSTI AD ACCETTARE QUESTO SILENZIO. Come diceva Vittorio Arrigoni – attivista, giornalista e scrittorie ucciso a Gaza nel 2011, “RESTIAMO UMANI”.

Grazie a tutti colori che ci permettono di continuare ad esserlo, a tutti noi che siamo qua in questo momento, a chi ha il coraggio di rompere questo muro di indifferenza e di silenzio.

 

Da Rivarolo mandiamo un grosso abbraccio a Martina Marchiò, che dopo un anno ha deciso di tornare a Gaza per continuare il suo impegno umanitario. Grazie per riscattare quel che resta del nostro senso di umanità.