The Party – Trama
Janet è appena stata nominata ministro del governo ombra, il coronamento della sua carriera politica. Lei e il marito Bill decidono di celebrare l’evento con pochi amici stretti, ma quando gli ospiti arrivano nella loro casa di Londra la festa prende una brutta piega: Bill, infatti, improvvisamente fa due rivelazioni che scioccano Janet e tutti i presenti. Da quel momento, nonostante la facciata di sinistra colta e liberale, tutti loro sono pronti a mettere in discussione amore, amicizia, opinioni politiche e un intero modo di vivere. Sotto la superficie elegantemente liberal degli ospiti freme la rabbia. Lo scontro li spingerà a sfoderare l’artiglieria pesante, anche in senso letterale.
Dove, come, quando?
Lunedì 25 giugno
Ore 22.00
Cortile del Museo di Piazza Ottinetti – Ivrea
In caso di maltempo: presso Oratorio San Giuseppe
Costo biglietti
Intero: 6€
Ridotto: 5€*
*La riduzione si applica ai minori di 25 anni, ai soci dell’associazione RosseTorri e Senso Unico e a tutti coloro che si presenteranno con il biglietto d’ingresso del Museo Civico Garda. Le riduzioni non sono cumulabili.
Cosa ne pensano gli altri?
Sette attori – sette ottimi attori – e un film che si svolge tutto in una casa. Un titolo double face – “The Party” è la Festa ma anche il Partito – per una sarabanda di sottintesi, omissis, ponderate ambiguità, innegabili menzogne, che non escludono insulti e ganci alla mascella camuffati da bons mots. Il tutto per scartavetrare in allegria quel che resta di tre o quattro totem usurati. La politica, l’amore, il postfemminismo, il politicamente corretto. E poi la fecondazione in vitro, le filosofie orientali, il decoro borghese (roba da inglesi ormai). Il nuovo esercizio di bravura dell’eclettica regista di “Orlando” e “Lezioni di tango” dura appena 71 minuti, una sfida salutare oggi che le durate lievitano come l’ego dei registi, e ha un solo difetto: corre troppo. Non c’è una pausa, un tempo morto, una battuta che non scintilli di scaltra perfidia. Il pensiero – la sua lentezza – è abolito. Non c’è tempo per riflettere o forse non ce n’è bisogno. Ognuno è quello che è, in ogni momento, e più si nasconde più sí rivela. Aggressivo, indifeso, fragile, bugiardo, pomposo, soprattutto bugiardo. In apertura compare una pistola. Il resto, cechovianamente, mette tutti poco a poco davanti al loro imperdonabile riflesso. La padrona di casa (Kristin Scott Thomas) festeggia la nomina a ministro e si messaggia con l’amante. Suo marito (l’immenso Timothy Spall) si crogiola nella sconfitta a suon di jazz (ma non solo, la musica è usata con molta arguzia). La coppia lesbica (Emily Mortimer e Cherry Jones) celebra il parto imminente, mentre la coppia acida (Patricia Clarkson e Bruno Ganz) alterna sarcasmi a idiozie new age. E il settimo ospite, banchiere e marito tradito (Cillian Murphy), si lecca le ferite tramando vendetta. Pinter non c’entra e nemmeno Yasmina Reza, semmai si pensa a Albee, mentre il bianco e nero spande un vago sapore retro. Per la grandezza mancano mistero, scarto, ambiguità. Ma divertimento e intelligenza sono assicurati.
(Fabio Ferzetti da L’Espresso, 11 febbraio 2018)