L’ora più buia – Trama
Gran Bretagna, 1940. È una stagione cupa quella che si annuncia sull’Europa, piegata dall’avanzata nazista e dalle mire espansionistiche e folli di Adolf Hitler. Il Belgio è caduto, la Francia è stremata e l’esercito inglese è intrappolato sulla spiaggia di Dunkirk. Dopo l’invasione della Norvegia e l’evidente spregio della Germania per i patti sottoscritti con le nazioni europee, la Camera chiede le dimissioni a gran voce di Neville Chamberlain, Primo Ministro incapace di gestire l’emergenza e di guidare un governo di larghe intese. A succedergli è Winston Churchill, con buona pace di re Giorgio VI e del Partito Conservatore che lo designa per soddisfare i Laburisti.
Dove, come, quando?
Lunedì 16 luglio
Ore 22.00
Cortile del Museo Piazza Ottinetti – Ivrea
In caso di maltempo: presso Oratorio San Giuseppe
Costo biglietti
Intero: 6 €
Ridotto: 5 €*
*La riduzione si applica ai minori di 25 anni, ai soci dell’associazione RosseTorri e a tutti coloro che si presenteranno con il biglietto d’ingresso del Museo Civico Garda. Le riduzioni non sono cumulabili.
Cosa ne pensano gli altri?
Il tormento interiore di Winston Churchill, da quando venne nominato primo ministro a Londra a quando rifiutò i trattati di pace con Hitler, che avrebbero visto Mussolini come mediatore. L’ora più buia, diretto da Joe Wright e interpretato da un irriconoscibile Gary Oldman, Golden Globe come miglior attore, è un ritratto appassionante di un uomo all’inizio assai controverso, burbero, aggressivo, spesso sgradevole, che riuscì però a conquistarsi la fiducia non solo di re Giorgio VI, ma quella dei tanti inglesi decisi a non arrendersi al malvagio invasore. […]
(Alessandro de Luca, da Avvenire, 19 gennaio 2018)
Professione: grand’uomo. Per intima e altera convinzione, nonostante che prima di una formidabile prova del fuoco fosse stato bollato come uno sconsiderato avventuriero che privilegiava unicamente sé stesso, da vera e propria zavorra sociale in un Paese dove il classismo non perdona. Ma la Storia non ha smentito la sua eccezionalità di personaggio e di statista, anzi ne ha accresciuto la caratura, tanto che ora il suo nome campeggia ovunque, dalle onorifiche targhe di strade, di hotel e di pub alla celebrazione di un mito pop che balza da uno zerbino domestico al sottobicchiere da boccale di birra. […]
(Natalino Bruzzone, da Il Secolo XIX, 18 gennaio 2018)