Bohemian Rapsody – Trama
Da qualche parte nelle suburb londinesi, Freddie Mercury è ancora Farrokh Bulsara e vive con i genitori in attesa che il suo destino diventi eccezionale. Perché Farrokh lo sa che è fatto per la gloria. Contrastato dal padre, che lo vorrebbe allineato alla tradizione e alle origini parsi, vive soprattutto per la musica che scrive nelle pause lavorative. Dopo aver convinto Brian May (chitarrista) e Roger Taylor (batterista) a ingaggiarlo con la sua verve e la sua capacità vocale, l’avventura comincia. Insieme a John Deacon (bassista) diventano i Queen e infilano la gloria malgrado (e per) le intemperanze e le erranze del loro leader: l’ultimo dio del rock and roll.
Dove, come, quando?
Mercoledì 3 luglio
Ore 22.00
Cortile del Museo di piazza Ottinetti
In caso di maltempo: presso Oratorio San Giuseppe
Costo biglietti
Intero: 6€
Ridotto: 5€*
*La riduzione si applica ai minori di 25 anni, ai soci dell’associazione RosseTorri e a tutti coloro che si presenteranno con il biglietto d’ingresso del Museo Civico Garda. Le riduzioni non sono cumulabili.
Cosa ne pensano gli altri?
Il linguaggio del corpo decodifica i più profondi movimenti dell’animo. Quale migliore direzione tematica, quale miglior legge emotiva per un attore chiamato a interpretare un performer, anzi, uno dei migliori della storia? Forse è per questo che l’interpretazione di Rami Malek di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody (guarda la video recensione) è tanto riuscita: perché al di là dello sforzo mimetico encomiabile, l’attore egiziano è stato in grado di raffigurare il segno visivo e il paesaggio mentale prodotto dai movimenti del cantante attraverso un uso del corpo e una gestione del fisico in relazione allo spazio circostante di grande rilievo ed effetto. Riproducendo con precisione le movenze leggendarie del front man dei Queen, formulando una serie di atti performativi più vivi di una copia carbone digitalizzata fuori tempo massimo e suggerendo con delicatezza sia la forza immortale del cantante sia una serie di funerei non detti sotterrati sotto l’enfasi e il coinvolgimento. […]
Il più grande evento musicale televisivo del secolo esplode grazie alla rivincita della vita sulla morte e grazie al coraggio di un cantante capace di sfondare il cielo con un pugno. Lasciando in eredità al mondo il proprio dolore e la propria speranza. Quella speranza che ricorda che la musica è condizione di vita, anche quando motivata dalla paura della morte.
(Leonardo Strano, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema, da MyMovies, 13 dicembre 2018)