Il riferimento nel titolo non è ai giardini, ai parchi o agli alberi della città e nemmeno alle tasche degli eporediesi sempre più “al verde”, ma alla maggioranza dell’amministrazione cittadina dove si ingrossano le fila della Lega.
I timori di chi è in grado di cogliere le differenze fra politiche di destra e politiche di sinistra e perciò ha visto con preoccupazione la vittoria della coalizione di centrodestra, si stanno realizzando: l’amministrazione Sertoli è sempre più stretta dalla Lega. E’ accaduto infatti che a soli otto mesi dall’insediamento del nuovo consiglio comunale e della giunta, le consigliere di maggioranza Casali e Piras, elette nella lista civica del sindaco Sertoli “Cambiamo insieme”, siano saltate sul “carroccio” della Lega. Piras era anche capogruppo della lista e con il balzo a destra perde il diritto di partecipare alle riunioni dei capigruppo (importanti momenti di visibilità e decisionali), ma l’attrazione leghista oggi è palesemente più forte, vuoi per condivisione delle politiche di Salvini & Co., vuoi per migliori prospettive di carriera politica.
Con questo cambio di casacca, peraltro raro nei consigli comunali, la Lega conta adesso sei consiglieri su undici (sindaco compreso) e due assessori. Si può dire, senza esagerare, che il Comune di Ivrea ha oggi un’amministrazione leghista, con qualche alleato. E sempre più arditi appaiono i tentativi del sindaco Sertoli di accreditarsi come “uomo di centrosinistra”. Un accreditamento che comunque gli ha portato voti al ballottaggio anche da parte di chi non aveva mai votato centrodestra.
Grave l’errore di chi ha sottovalutato la forza leghista, di chi ha dichiarato che si poteva ben sostenere Sertoli per operare il cambiamento di un’amministrazione spenta, tanto “quattro leghisti” non avrebbero certo potuto influenzare le politiche cittadine.
Che il cambiamento fosse necessario è sacrosanto. L’amministrazione del PD, in particolare negli ultimi cinque anni di mandato Della Pepa, non è stata capace di inserirsi nel tessuto sociale cittadino, nei suoi sogni e bisogni, si è piuttosto arrotolata sui problemi di equilibrio interno del partito di maggioranza allontanandosi sempre più dai cittadini. Ma da qui a sostenere quel mix di Lega e Forza Italia più inserti mobili ce ne passa. Perché “il cambiamento purché sia” non è mai asettico. Gli orientamenti politici e culturali caratterizzeranno sempre inevitabilmente le scelte dell’amministrazione.
E questi orientamenti piano piano vengono fuori, anche se in modo velato. Siamo pur sempre a Ivrea, città illuminata e solidale, non siamo nel profondo nord-est già avvezzo ad episodi eclatanti di manifesta xenofobia o di esaltati eccessi di “legittima difesa”. Qui si va un po’ più cauti, per gradi, ma quello è il punto di arrivo.
Così è stato velato a dicembre il concorso dei presepi patrocinato dal Comune (che non vuol dire solo logo del comune nelle comunicazioni, ma anche contributo economico) organizzato da un’associazione che ha dichiarato di voler proporre questo concorso per “creare uno scambio culturale tra i bambini eporediesi e i piccoli che vivono nell’orfanotrofio di Mammadù in Namibia”, causa nobile, peccato che fra gli sponsor e partner di questa associazione vi fossero gruppi paramilitari, venditori di armi, addestratori per combattimenti,… Cosa hanno a che fare queste aziende e gruppi con lo spirito di pace e accoglienza insito nel presepe? Alcune associazioni eporediesi lo hanno chiesto al Sindaco che ha giustificato partner armaioli e combattenti con la presenza all’interno dell’associazione di una “accademia di formazione per ranger antibracconaggio”. Debole, molto debole giustificazione, mentre rimane assolutamente inaccettabile mescolare linguaggi e simboli di guerra ai presepi. Ma tant’è … l’associazione è vicina alla forza di maggioranza del sindaco, quindi si inghiotte la granata e si spera che non esploda.
Altro episodio, più recente, a marchio Lega è la conferenza di lunedì scorso [25 febbraio] “Le Foibe e l’Esodo – Per non dimenticare” organizzata dal Centro Studi e Ricerche Storiche Piemontestoria, di nuovo con il patrocinio della Città di Ivrea. Una questione, questa delle foibe, ridotta dal senso comune costruito da nazionalisti e neofascisti a “odio slavo-comunista contro chi aveva la colpa di essere italiano“. E con il giorno del ricordo si è istituzionalizzata per legge una lettura parziale e ideologicamente orientata della storia. Un’operazione revisionista, sponsorizzata dalle forze di destra in Italia, negli ultimi tempi soprattutto dalla Lega. Non si può infatti parlare del dramma delle foibe senza inserirlo nel contesto storico dell’occupazione fascista dei territori istriani ed ex-jugoslavi, delle politiche coloniali con cui si costrinsero le popolazioni a processi di italianizzazione forzata, dell’odio razziale, delle esecuzioni sommarie, degli incendi di interi villaggi, dei campi di concentramento fascisti.
“Certo vi sono stati italiani trucidati, e infoibati, ma dobbiamo tener conto del contesto, e soprattutto stiamo parlando di cifre che sono davvero imparagonabili alle migliaia e decine di migliaia di cui il discorso che si è imposto parla senza alcun fondamento”, raccomanda lo storico Angelo D’Orsi su Micromega nel suo articolo “La questione foibe e la verità di Stato”.
Ma laddove il centrodestra si insedia, come è successo a Ivrea, la propaganda nazionalista diventa “la verità”, con il timbro del Comune.
Cadigia Perini