Associazioni e forze politiche chiedono a Comune e Questura di vietare il raduno, mentre si estende l’adesione all’appello dell’ANPI perché i cittadini siano in piazza per ribadire con la propria partecipazione il No al fascismo e per difendere spirito e lettera della Costituzione
Se non fosse per gli “ospiti” chiamati a parteciparvi, il presidio di piazza Balla il 1° giugno da parte del gruppo neofascista locale “Rebel Firm” sarebbe quasi potuto passare inosservato, come succeso altre volte in passato, ma la presenza della “Comuntà militante Dodici Raggi” di Caidate (neonazisti di Varese con 52 affiliati a cui è stato richiesto un rinvio a giudizio per tentata ricostituzione del partito fascista) con il suo rappresentante Alessandro Limido, Giustino D’Uva e Marco Tuccillo del Sinlai (un sedicente “sindacato” fascista) e il gruppo musicale “Decima Balder” (il cui nome e logo richiamano esplicitamente la Decima Mas) ha smosso e indignato profondamente le tante anime antifasciste eporediesi.
I tanti appelli alle istituzioni
Le prime a farsi sentire sono state le 27 associazioni del territorio che venerdì 24 maggio hanno inviato ai giornali una lettera nella quale è stato pubblicamente chiesto «alla Prefettura di Torino, alla Segreteria del Sindaco di Ivrea e alla Questura di Ivrea di non permettere che queste idee di stampo neofascista e dichiaratamente neonaziste possano camminare per le strade di Ivrea, Città della Resistenza e Antifascista per costituzione». Le associazioni hanno motivato questa loro richiesta appellandosi, inoltre, alle «due leggi nazionali sul tema, la legge Scelba n° 645/1952 e la legge Mancino n°205/1993, e con particolare riferimento alla Mozione approvata dal Consiglio Comunale di Ivrea in data 20/02/2018 avente per oggetto “MISURE DI PREVENZIONE DELLA PROPAGANDA TOTALITARISTA“», una mozione approvata nella scorsa legislatura, ma che impegnava il Sindaco e la Giunta a “non concedere spazi o suolo pubblici a manifestazioni che non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti.”
Del tutto analogo risulta essere il comunicato inviato ai giornali sabato 25 maggio da varie forze politiche locali (Libera Sinistra per Ivrea, Mdp Ivrea, Sinistra Italiana Canavese, Rifondazione Comunista Ivrea, Lista Ivrea Comune, PD, Moderati, Ivrea+Bella e Viviamo Ivrea) nel quale, oltre a richiamare le ragioni e le richieste delle associazioni, viene precisato: «i partiti e liste politiche democratici e antifascisti di Ivrea saranno in piazza insieme all’Anpi e alle tante associazioni antifasciste per dimostrare la loro assoluta contrarietà a che la manifestazione neofascista abbia luogo in una città come Ivrea che è e sempre sarà antifascista e antirazzista».
Da segnalare inoltre una lettera del gruppo consiliare di Ivrea del Partito Democratico che chiede al Sindaco di adoperarsi, «con modi e strumenti opportuni, al fine di evitare lo svolgersi di una manifestazione dichiaratamente di ispirazione fascista e che potrebbe esporre la città a comportamenti ed espressioni violente» e al Presidente del Consiglio Comunale che il tema venga discusso durante la riunione capigruppo di martedì 28 maggio. Richiesta ripresa dal coordinamento dei circoli del PD del Canavese (Ivrea, Banchette, Montalto Dora, Valchiusella, Castellamonte, Cuorgné, Rivarolo, Valle Sacra, Valle Orco e Soana, San Giorgio, Albiano, Strambino, Caluso, Val Malone) aggiungendo che «tutti i democratici hanno il dovere di difendere la cultura e la lettera della COSTITUZIONE italiana e di farlo chiamando alle loro responsabilità le Istituzioni e chi le governa. Noi ci saremo sabato 1° giugno, ad Ivrea, se la manifestazione fascista si dovesse svolgere. Ci saremo, numerosi, determinati per dire pacificamente che ci opporremo in ogni modo alla rinascita del fascismo, al di là di ogni forma di camuffamento scelta».
Interviene sulla vicenda anche il Movimento 5 Stelle di Ivrea con un comunicato nel quale si afferma che «la tradizione democratica e antifascista di Ivrea non può essere offesa da eventi di questo genere che ci riportano indietro di un secolo» e si richiede «alle autorità preposte di valutare attentamente la presunta legalità delle iniziative programmate in Piazza Balla per il primo di giugno perché le riteniamo contrarie allo spirito della Costituzione e pericolose per l’ordine pubblico cittadino».
La mobilitazione dei cittadini a presidio della Costituzione
Se la prima fase di questa risposta antifascista si rivolge agli organi dello stato (Prefettura e Questura) e all’istituzione locale (Comune) perché, in ossequio alla Costituzione e alle leggi, vietino il raduno fascio-nazista, a prescindere dalle scelte di questi, chiamati a evitare alla città questa onta, sono (e saranno sempre) i cittadini, in ultima analisi i più importanti e determinanti custodi dei valori della Costituzione Italiana.
A Ivrea le manifestazioni antifasciste non sono mai mancate e cittadini e associazioni non sono mai venuti meno a questa loro funzione.
Rispetto al passato, tuttavia, qualcosa è cambiato. Questo “raduno” organizzato dai locali Rebel Firm appare diverso da altri precedenti perché, senza volerli sopravvalutare, è del tutto evidente quanto (complice la stampa, i social network e il vento xenofobo e razzista che soffia su tutta l’Europa) sia diventata più sfrontata e scoperta la loro apologia del fascismo. Arrivare ad invitare gruppi negazionisti dell’Olocausto, apologeti del Terzo Reich tedesco e della Decima Mas (che a Ivrea, ricordiamolo, uccise barbaramente e sommariamente il partigiano Ferruccio Nazionale), nonché fautori di un nuovo status quo di stampo “autocratico” è un segnale più che evidente per capire che i tempi sono cambiati e che diventa necessario un nuovo antifascismo, istituzionale e sociale, non solo delegato, ma personalmente partecipato.
Ignorare le manifestazioni, i proclami e le pratiche dichiaratamente fasciste per non offrire loro “nuova pubblicità“, è come nascondere la polvere sotto il tappeto.
L’antifascismo eporediese può e saprà impedire che venga perpetuato uno sfregio alla cultura partigiana della città. Impedendo sabato prossimo che una piazza così carica di significato per il nome del partigiano al quale è intitolata, venga concessa a gruppi che incarnano l’esatto contrario di ciò che rappresenta la nostra Costituzione.
Andrea Bertolino