Sul progetto Coop grava il parere della Regione che si è espressa sfavorevolmente sull’iter procedurale sin ora perseguito. L’UNESCO potrebbe revocare il titolo a Ivrea?
L’iter procedurale sin ora perseguito dall’amministrazione Sertoli non è corretto. Sarebbe questo il sunto della lettera che la Regione Piemonte avrebbe inviato al Comune d’Ivrea e che rischia di aprire spiragli futuri per possibili ricorsi qualora il progetto Coop venisse approvato mediante variante semplificata. Uno scontro, quello tra Comune e Regione, dal quale non è ancora emerso un “vincitore” e che ha spinto il presidente della Commissione consiliare per l’assetto del territorio Francesco Comotto a indire una commissione per mercoledì 27 marzo: «ho convocato una commissione proprio per vederci un po’ più chiaro e per capire cosa ha scritto, di preciso, la Regione al comune d’Ivrea; i legali eporediesi avevano individuato una procedura, mentre la Regione ne indica un’altra. Bisogna chiarire quest’aspetto».
Al di là dell’iter procedurale (cosa di non poco conto) potrebbe entrare nel vivo già venerdì 29 marzo la discussione attorno al progetto di realizzazione del supermercato Coop in Corso Nigra. Per quel giorno, infatti, il Comune d’Ivrea ha indetto la Conferenza di Servizi alla quale parteciperanno e verranno ascoltati tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella realizzazione dell’opera. Il loro parere sarà meramente consultivo, non vincolante, ma la giunta Sertoli e il consiglio comunale d’Ivrea dovranno ovviamente tenere in considerazione i punti di vista che emergeranno, specialmente quelli provenienti da coloro che, venerdì, rappresenteranno il Comitato UNESCO (per la precisione ICOMOS, una delle tre organizzazioni non governative o intergovernative internazionali nominata per consigliare il Comitato UNESCO nelle sue deliberazioni).
L’unica voce che potrebbe far cambiare idea all’amministrazione Sertoli sul progetto Coop, infatti, sembra essere quella del Comitato UNESCO, ammesso e non concesso che decida di presentarsi al tavolo. Far perdere alla Città d’Ivrea un riconoscimento inseguito per quasi dieci anni e ottenuto solamente lo scorso giugno 2018 non sembra essere un’opzione plausibile, né consigliabile; eppure, il rischio che i commissari UNESCO si esprimano nei termini “o la Coop o il titolo UNESCO” esiste e l’ha ricordato il consigliere Perinetti durante il Consiglio Comunale di giovedì 21 marzo: «il Comune di Mantova aveva una situazione speculare alla nostra: Esselunga voleva costruire un supermercato all’interno della zona UNESCO. I commissari hanno detto che il Comune poteva fare quello che voleva, ma che poi avrebbero tolto il riconoscimento UNESCO, con il risultato che il supermercato è stato poi fatto altrove».
Che la partita per fermare la costruzione di un “becero supermercato lontano dall’architettura Olivettiana” si stia connotando sempre di più nei termini di “UNESCO o Supermercato” è confermato sia dall’appello sottoscritto da Legambiente e dall’Osservatorio del Paesaggio AMI, sia dalla mozione presentata in consiglio comunale dal consigliere del M5S Massimo Fresc.
Il documento che l’associazione Legambiente Dora Baltea, congiuntamente con Legambiente Piemonte Valle d’Aosta e l’Osservatorio AMI hanno inviato alla Soprintendenza della Città Metropolitana, alla Regione Piemonte e al Ministero dei Beni Culturali ricorda, infatti: «non è questa la sede per riaffermare l’importanza di un riconoscimento che, come è scritto nel documento di candidatura e nel piano di gestione, rappresenta non il punto di arrivo, ossia l’imbalsamatura della storia industriale, sociale e culturale dell’Olivetti ma un punto di ri-partenza per disegnare il futuro della città di Ivrea». Le associazioni ambientaliste aggiungono poi: «non è comprensibile pertanto l’appoggio dell’attuale amministrazione al progetto presentato dalla Società GENCO per la realizzazione di un supermercato con una piattaforma alimentare di 2500 metri quadri che occuperà circa 4000 metri quadri collocati all’interno della buffer zone e in parte della core zone dell’UNESCO».
Sulla stessa lunghezza d’onda era stata pensata la mozione presentata il 21 marzo dal consigliere Fresc con la quale il M5S chiedeva al sindaco e alla giunta d’Ivrea di inviare al comitato per il patrimonio mondiale la documentazione relativa al progetto Coop per valutarne la compatibilità all’interno della zona core UNESCO. La mozione, votata favorevolemente anche da ViviamoIvrea e dal Partito Democratico, è stata invece rispedita al mittente a seguito dei chiarimenti dell’assessore Cafarelli: «abbiamo già inviato tutto il materiale alla Soprintendenza, all’Ufficio Unesco e al Ministero dei Beni Culturali».
A Ivrea c’è chi ha colto dell’ironia sull’intera vicenda legata alla Coop: il primo progetto di cui si parla dopo dieci anni di lavoro e fatica per ottenere il riconoscimento di Ivrea Patrimonio dell’Umanità è proprio un supermercato. Potrebbe sembrare un paradosso, quasi un gioco di casualità che si sono trovate concomitanti per pura coincidenza. Eppure, come tutte le cose, i frutti di oggi altro non sono che il risultato di ciò che si è coltivato ieri.
Così, mentre ci si continuava da un lato a riempire la bocca di buoni propositi circa il rilancio della cultura olivettiana e l’idea dell’economia civile al servizio della società da attuare attraverso lo strumento UNESCO, dall’altro lato si continuavano a perseguire politiche di impoverimento del tessuto sociale e lavorativo a vantaggio di grandi o medi interessi: lo smantellamento del CIC, l’apertura di nuovi supermercati (MD, Conad e Penny in Corso Vercelli per fare alcuni esempi), l’approvazione di progetti dannosi per l’ambiente o incuranti della bellezza architettonica che ha fatto grande questa città (vedi la Centrale del Crist o il Poliambulatorio Comunità).
Due narrazioni differenti, due modi di intendere il presente e il futuro che hanno convissuto pacificamente l’una indipendentemente dall’altra senza incrociarsi mai (se non a parole) e che ancor oggi si presentano divise, al punto che una società può proporre un supermercato Coop all’interno della zona UNESCO senza che questo aspetto desti la benché minima preoccupazione all’interno della giunta di turno.
Andrea Bertolino