Il Coordinamento del Presidio per la Pace di Ivrea e il Comitato Ivrea per la Palestina scrivono al sindaco per promuovere la campagna Splai, Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana
Con una lettera inviata il 14 maggio, le associazioni per la Palestina di Ivrea hanno chiesto al comune di aderire alla campagna promossa da Bds Italia, la rete che sostiene il boicottaggio di merci e aziende compiacenti con il regime israeliano, dal titolo “Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana (Splai). La campagna mira a creare una rete di spazi, virtuali e fisici, che si impegnino a non sostenere il sistema di apartheid in Israele. Ciò comporterebbe per la città di Ivrea il dover escludere dagli appalti pubblici le società che contribuiscono, direttamente o indirettamente, al progetto di insediamento coloniale di Israele.
«Vogliamo ringraziare l’amministrazione per la lettera inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri – spiegano le associazioni nella lettera -. Apprezziamo la condanna della strage quotidiana che sta avvenendo in Palestina da parte dell’esercito israeliano e la richiesta di riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina. Davvero non si può restare in silenzio di fronte all’escalation disumana di vittime civili palestinesi e all’inerzia dei governanti lento scomparire della questione Gaza dal dibattito pubblico. Più che di una guerra tra eserciti, si tratta di un genocidio che Israele sta compiendo contro il Popolo palestinese a Gaza. Ricordiamo infatti i reiterati appelli dell’incaricata ONU nei Territori Palestinesi Occupati Francesca Albanese che da mesi esplicitamente usa la parola genocidio, la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, che ha riconosciuto l’esistenza in Israele e nei territori occupati di un regime di apartheid nei confronti del popolo palestinese e che ha confermato l’illegalità dell’occupazione israeliana. Riteniamo importante che nella vostra missiva abbiate sottolineato “la possibile deportazione di popolazioni palestinesi verso altri paesi o la trasformazione di Gaza in un’area sotto gestione internazionale”. Di fronte a questa terribile prospettiva, dopo tutti i crimini finora compiuti dal governo israeliano, avete giustamente espresso l’auspicio (meglio sarebbe stata la richiesta) che l’Italia sospendesse per protesta gli accordi politici, economici e militari con Israele. Quello fatto è un passo importante, in linea con quanto indicato dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e dai partecipanti al Presidio per la Pace che settimanalmente si tiene di fronte al Municipio di Ivrea. Ora ci
permettiamo di proporre alla vostra attenzione una nuova iniziativa che abbia l’obiettivo di coinvolgere gli esercenti eporediesi in un percorso di impegno rivolto a tutti i Cittadini. Il Comune potrebbe essere il promotore dell’iniziativa in collaborazione con il Presidio per la Pace e il Comitato Ivrea per la Palestina. Chiediamo alla città d’Ivrea di aderire alla campagna promossa da BDS Italia dal titolo “Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana (Splai)” che mira a creare una rete di spazi, virtuali e fisici, che si impegnano a non sostenere il sistema di apartheid in Israele. Hanno già aderito tantissime realtà in Italia (Artigiani, artisti, Associazioni sportive, Case editrici e
redazioni, Media, Esercenti, Librerie, Ristorazione, Spazi culturali e sociali, Movimenti e associazioni) e come hanno fatto molte città in tutto il mondo (Belem in Brasile, Barcellona, Liegi, Oslo, …), la Città di Ivrea dovrebbe escludere dagli appalti pubblici le società che contribuiscono, direttamente o indirettamente, al progetto di insediamento coloniale di Israele. Chiediamo inoltre che la Città di Ivrea inviti ad aderire agli esercenti della Città, con una serie di locandine da consegnare ai Commercianti, agli Uffici che ricevono pubblico sia Comunali che privati».
Segue poi un possibile esempio di locandina da distribuire agli aderenti:«Questo esercizio (o questa Città) si dichiara contro la politica di discriminazione, colonizzazione e segregazione che Israele utilizza nei confronti del popolo palestinese e che viola i principi e i dettami del diritto internazionale e le risoluzioni ONU sui diritti umani.
Oggi, di fronte al genocidio che è in atto ad opera del governo Netanyahu, evidenziamo questa posizione in modo chiaro a tutte le persone che frequentano questi locali.
Aderisce inoltre alla campagna Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana, che promuove la creazione di una rete di strutture libere da ogni forma di discriminazione. I luoghi che si dichiarano Spazi liberi dall’apartheid israeliana sono contro l’occupazione militare e l’apartheid israeliane, impegnandosi a non contribuire in alcun modo alle gravi violazioni delle libertà fondamentali del popolo palestinese».
Prendendo ispirazione dalla lotta contro l’apartheid in Sudafrica, la campagna Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana è oggi attiva in diversi paesi, tra cui Belgio, Norvegia, Spagna, Italia.
Vi aderiscono caffè,ristoranti, negozi, centri culturali, librerie, cinema, decine di amministrazioni locali
La locandina potrebbe recitare quanto segue.