Immenso è il dolore e il cordoglio per la famiglia della bimba uccisa dalla caduta di un aereo delle Frecce tricolori a Caselle. E non si può speculare su un lutto così grave per fare una battaglia politica. Ma non si può tacere, come non si può morire per una esibizione potenzialmente pericolosa e inutile. E non è da oggi che in tante e tanti la pensiamo come Lidia Menapace sulla pattuglia acrobatica.
Nel 2006 Lidia Menapace, partigiana, senatrice di Rifondazione Comunista, membro della Commissione difesa sollevò la questione degli sprechi che la pattuglia comportava e di una diversa idea di patriottismo. Per le sue affermazioni ricevette violenti insulti e minacce di morte.
“Ho un’altra idea di patriottismo che non sia quella delle esibizioni delle Frecce Tricolori – diceva Lidia Menapace – vorrei che l’Italia primeggiasse nella ricerca scientifica, nei servizi sociali, nella lotta alle varie mafie, ecc. certe forme di patriottismo mi sembrano un po’ alienanti“.
Quando, insieme ai colleghi della Commissione, visitò la caserma di Rivolto (Udine) sede delle Frecce disse: “Dalla pregevole illustrazione che il comandante della base ci ha fatto è venuto fuori che le Frecce sono composte di piloti che debbono mostrare inclinazione al combattimento. Chi non ha subito un mitragliamento aereo (come è capitato a me a Milano e a migliaia di donne, ragazze, bambini, anziani) non sa cosa è l’orrore e il panico puro al rumore così forte e ravvicinato di un motore di un aereo. Mi è già capitato inoltre alla Commissione di sentire che la Difesa sia considerato un ottimo strumento per vendere armi nel mondo e francamente non credo che la Difesa consista in ciò“.
In molti paesi le pattuglie acrobatiche sono affidate a civili, mentre in Italia le Frecce Tricolori fanno capo ai bilanci della Difesa e i loro costi sono elevatissimi. Cifre esatte non se ne trovano, ma diverse fonti parlano di un costo all’ora fra i 4 e i 5 mila euro. Certa invece è la fonte per coprire questi costi, a parte qualche sponsor, per lo più è il bilancio dello Stato, ovvero i soldi delle tasse pagate da cittadine e cittadini (chi le paga). I nostri soldi per la spesa pubblica non dovrebbero andare tutti per la sanità, gli ospedali, le scuole, l’istruzione e la ricerca, la sicurezza del territorio, il trasporto pubblico, la viabilità, lo stato sociale invece che in pericolose esibizioni militari?” E che sia un esercizio pericoloso lo dimostrano le dichiarazioni del generale di Brigata aerea Urbano Floreani dopo l’incidente di Caselle: “Gli stormi di uccelli causano disastri, è impossibile eliminare ogni rischio”. «Non c’è dubbio, l’incidente è colpa dell’impatto coi volatili. Ci sono regole di sicurezza e contromisure come i falchi, ma il pericolo rimane». Ecco se il pericolo rimane, e poiché il cielo è legittimamente degli uccelli, interrompiamo una volta per tutte queste esibizioni, con i soldi risparmiati potenziamo anche l’aviazione, quella a scopo civile, compriamo Canadair ad esempio.
Non sono bastati i 70 morti di Ramstein per fermarle, ci riuscirà la morte della piccola bimba?
Sta a noi chiederlo, perché non ci siano altre vittime, perché si smetta di inquinare e dirottare fondi pubblici per alimentare il mercato delle armi.
Cadigia Perini