Dopo le interviste a Laboratorio Civico, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Viviamo Ivrea, proponiamo qui quella a Cadigia Perini, segretaria del Circolo PRC di Ivrea, già candidata alle ultime politiche per Unione Popolare.
“Piazze piene, urne vuote” era una battuta usata in passato per segnalare l’assenza di legame tra lotta sociale e competizione elettorale.
Oggi non ci sono le “piazze piene” (cioè non ci sono grandi e forti movimenti che portino avanti rivendicazioni con determinazione e costanza) e le “urne” sono ancor più vuote. Più vuote in generale (perché, come hanno mostrato le elezioni politiche di settembre, sempre meno persone vanno a votare), ma particolarmente “vuote” per quelle forze che, pur avendo una presenza attiva nella vita sociale, raccolgono risultati elettorali tanto modesti da non garantire neppure la rappresentanza nella istituzioni nazionali e spesso neppure in quelle locali.
E’ il caso, a Ivrea, di Rifondazione Comunista che, pur molto attiva e propositiva in tante iniziative locali, non è rappresentata da dieci anni nel Consiglio Comunale.
Delle elezioni comunali eporediesi del maggio prossimo abbiamo parlato con Cadigia Perini, segretaria del Circolo del PRC di Ivrea.
Nel dicembre 2017 dall’incontro di Rifondazione Comunista e il centro sociale Je so’ pazzo di Napoli (e altre formazioni politiche di sinistra) nasceva Potere al Popolo! (Pap), ma il modesto risultato alle politiche 2018 e divergenze emerse durante la fase costituente di Pap portarono alla scissione del progetto. Cinque anni dopo ci riprovate con Unione Popolare. È cambiato qualcosa da allora?
Per quanto riguarda Rifondazione non c’è stato cambiamento di linea politica. Sono ormai più di dieci anni che siamo impegnati, anche, nella costruzione di un soggetto politico-sociale che metta insieme quanti già lavorano per una alternativa politica a sinistra e una società più giusta. Come i risultati finora ottenuti dimostrano, non è una impresa facile, nonostante la richiesta di unità a sinistra sia forte, è difficile guadagnare fiducia. Purtroppo è molto più semplice frammentare che rimettere insieme. Vedo però in Unione Popolare maggiore possibilità di tenuta, non è certo un lavoro semplice, ma alcuni buoni risultati di consenso, come la partecipazione di persone fuori dalle organizzazioni fondatrici di UP, e la consapevolezza che questo progetto possa essere l’ultima chance di “unione”, impegna più che mai a trovare punti di unione, collante, strade per allargare l’Unione senza chiuderci in recinti. Cosa è cambiato in cinque anni è il paese: i poveri sempre più poveri, la classe media che scivola verso la povertà, il lavoro insicuro, precario e mal pagato, il pianeta disastrato, il pubblico, dalla scuola alla sanità, boicottato.
Laboratorio Civico, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e ViviamoIvrea hanno avviato da qualche mese un confronto sull’ipotesi di una coalizione larga con la quale presentarsi alle elezioni comunali di Ivrea della primavera. Unione Popolare non è stata invitata a partecipare a questo confronto oppure è stata una vostra scelta non parteciparvi?
Abbiamo avuto, già da tempo come Prc prima della nascita di UP, incontri con Laboratorio Civico e Movimento 5 Stelle. Ad entrambi abbiamo presentato quella che era la nostra proposta, ovvero costruire, in prima battuta, una coalizione larga alternativa anche al PD. Questa formulazione avrebbe potuto creare – al termine della tornata elettorale che ci aspettiamo arriverà al ballottaggio – una compagine decisamente più ampia portando ad una sconfitta più decisa del centro-destra.
Da Laboratorio Civico abbiamo ricevuto subito e trasparentemente l’indisponibilità ad aderire alla nostra proposta, volendo lavorare fin da subito ad una coalizione con il PD.
Noi non abbiamo potuto che ribadire la nostra impossibilità a far parte della stessa coalizione, poiché combattiamo ogni giorno contro le politiche antisociali avallate, se non propugnate, negli ultimi anni anche dal Partito Democratico (posizione che ho espresso in un incontro informale anche al segretario cittadino del PD). Non ultima la posizione totalmente divergente sulla guerra, sull’invio di armi nei teatri di guerra, sull’aumento delle spese militari. Ogni sabato da quasi un anno ci troviamo in piazza nel Presidio per la Pace, per il disarmo, sarebbe incoerente allearci per il governo locale con chi ha scelto l’aumento delle spese militari in un paese che avrebbe bisogno di più risorse per il sociale, la sanità, la ricerca, la scuola pubbliche. La motivazione che una cosa è la politica nazionale e altra cosa è quella locale, può valere quando le distanze sulle politiche nazionali sono su piccole cose. Ma quando è quasi l’intero impianto ad essere divergente è difficile pensare locale, come se non esistessero le politiche nazionali. Purtroppo – come invece è accaduto in altri territori – il PD locale non si è distinto nemmeno sul tema della guerra che pure a Ivrea è un tema che coinvolge la sensibilità di tantissime persone
Con il Movimento 5 Stelle l’interlocuzione è ancora aperta. Leggiamo che nelle prossime settimane scioglieranno la riserva sulla coalizione con il PD. Noi rimaniamo aperti a lavorare con loro, e con Viviamo Ivrea con la quale il M5S di Ivrea condivide percorsi e proposte, come gli abbiamo detto fin dal primo incontro.
Quanti e quali danni ha fatto, secondo voi, alla città e al territorio l’amministrazione Sertoli?
La giunta Sertoli ha creato diverse crepe. Ivrea ha perso il suo ruolo di città di riferimento e traino di un territorio più ampio. Governare una città come Ivrea vuol dire governare un territorio, lavorare in stretta relazione con la Città metropolitana per armonizzare le politiche comunali con quelle provinciali e regionali, uscendo dal localismo. Ivrea deve essere il nodo di una rete di comuni capace di esprimere volontà politica sui grandi temi dell’occupazione, della sanità, dei servizi sociali, della cultura, della formazione, della mobilità e dell’ambiente. Ecco niente di tutto questo è stato applicato: la discussione sulla collocazione del nuovo ospedale e l’elettrificazione della ferrovia sono due esempi di un modo di muoversi contrario a questo percorso.
Inoltre questa giunta non è intervenuta adeguatamente sul crescente disagio sociale. Emblematico è il mancato rinnovo del servizio di “Portierato sociale” nel quartiere Bellavista. Un costo esiguo per un servizio di grande utilità già sperimentata. E poi, nulla è stato fatto per offrire alle nuove generazione degli spazi per le loro attività, per lo studio e la socialità. Oggi a Ivrea sembra che per poter avere uno spazio pubblico si debba essere una componente del carnevale cittadino. Anche l’Anpi ha dovuto trovare in autonomia una sede (grazie alla Cgil) dopo essere stata sfrattata insieme ad altre associazioni, come la Casa delle Donne, tutt’ora in una sede inadeguata per tutte le loro attività. L’ultima notizia dell’assegnazione ai Pifferi e Tamburi dei locali Castellazzo con un impegno economico per la ristrutturazione di decine di migliaia di euro, è inaccettabile ed evidenzia quali sono le priorità di questa giunta.
A questo si aggiunge la mancanza di un progetto coordinato per la cultura, tutto sembra sia demandato alle scelte personali dell’assessora competente, salvo poi essere Capitale italiana del Libro 2022 con una biblioteca chiusa 3 giorni su 7. Alle critiche sulle scelte della Giunta eporediese di centro-destra, non si possono non aggiungere il triste spettacolo in Consiglio Comunale dove la maggioranza è sempre silente, salvo quando deve esprimersi su migranti e antifascismo ricordandoci di essere una maggioranza di destra che tale si esprime e agisce.
Come Unione Popolare avete già discusso in merito a cosa fare in questa competizione elettorale comunale?
Fin da subito, anche negli incontri con gli altri gruppi, abbiamo detto che ci volevamo concentrare primariamente sui programmi, le analisi e le proposte da presentare alla città. E su questa linea come Unione Popolare Ivrea e Canavese (Rifondazione, Potere al Popolo, Paese Reale, Risorgimento Socialista, e indipendenti) stiamo lavorando. Abbiamo creato dei gruppi di lavoro su temi ritenuti da noi prioritari per elaborare delle proposte di miglioramento della città. I temi sono: Sociale e salute, Lavoro, Partecipazione e Quartieri, Cultura – Spazi – Giovani, Ambiente e mobilità.
Il 31 gennaio, alle 20.30 presso il cinema Politeama, faremo una assemblea pubblica per presentare alla cittadinanza i primi risultati del nostro lavoro e quindi l’Ivrea che immaginiamo.
Pensiamo ad una città equa, accogliente e solidale, capace di progettualità sociale e culturale, con un’amministrazione aperta e in grado di creare quelle sinergie cittadine e di territorio che permettano di affrontare i grandi temi dell’amministrazione pubblica con efficacia e coesione.
Il progetto è aperto a cittadine e cittadini che volessero partecipare e contribuire.
a cura di Andrea Bertolino e ƒz