Martedì 2 Maggio si è svolto l’ultimo Consiglio Comunale di Ivrea nel quale è passata una mozione a nostra firma che cambierà le sorti della fondazione Guelpa. Nella stessa seduta, a causa della mancanza di consiglieri tra le fila della maggioranza PD, è venuto a mancare il numero legale ed è conseguentemente fallita l’approvazione del bilancio comunale. Mentre di quest’ultimo evento si è intravvisto qualche scorcio di notizia, abbondantemente edulcorata e ridimensionata nonostante la sua gravità intrinseca, della mozione a 5 stelle si è persa traccia. Ma andiamo con ordine; era il 10 Ottobre 2016 quando in consiglio passava una mozione, presentata da tutta la minoranza, in cui si chiedeva al Sindaco Carlo della Pepa di revocare il presidente della Fondazione Guelpa (Jalla). Il motivo era evidente, da mesi le richieste dei consiglieri di far luce su alcuni aspetti della fondazione venivano respinte, la comunicazione tra i due enti era (ed è tuttora) difficoltosa e a tratti opaca. Per ovviare al problema si decise di fare una riunione vis-a-vis tra i capigruppo consiliari e il CDA della Fondazione. Da quell’incontro i rapporti al posto che migliorare peggiorarono ulteriormente tanto da sfociare in una mozione di “sfiducia” nei confronti del presidente della Guelpa. Sorprendentemente la mozione raggiunse i voti necessari per essere approvata, trovando consenso anche tra le fila della maggioranza PD e le liste aggregate. Questo a riprova del fatto che la situazione è oggettivamente “particolare” e che non è una semplice e strumentale macchinazione di matrice minoritaria. Bene, a seduta conclusa, il sindaco d’Ivrea annuncia le sue dimissioni, legando il suo mandato alla “testa” di Jalla; se cade la sua, cade il comune ed arriva il commissario. Questo fatto dovrebbe far riflettere sui reali rapporti e relazioni che sottendono la sfera amministrativa di Ivrea. Messi sotto ricatto, le varie frange PD cedono e la mozione diventa lettera morta. Anche qui bisognerebbe riflettere sull’utilità dei vari organi amministrativi. Un consiglio comunale regolarmente eletto, che esprime un parere chiaro su un punto specifico, il quale viene scientemente ignorato e raggirato che valore ha? Come ben sapete tutto resta come prima e per questo motivo, nella seduta del 2 Maggio scorso presentiamo una seconda mozione, la quale chiede di sottoporre a revisione la modifica dell’articolo 12 comma 1 dello Statuto della fondazione sostituendo la seguente frase: “Il Presidente della Fondazione è nominato dal Sindaco pro tempore del Comune di Ivrea, e può essere dal medesimo revocato, sentito il parere del Consiglio Comunale.” Con: “Il Presidente della Fondazione è nominato dal Sindaco pro tempore del Comune di Ivrea e può essere revocato dal Consiglio Comunale di Ivrea, sentito il parere del Sindaco.”
Lo scopo è quello di rimettere in mano al consiglio comunale il controllo reale e non solo ipotetico della Fondazione Guelpa. Durante la discussione emergono interessanti integrazione ed alla fine della discussione l’enunciato prevalente è quello che impegna alla revisione dello statuto affinché il presidente della fondazione Guelpa sia eletto ed eventualmente revocato dal consiglio comunale. Dopo anni di “privatizzazioni” la prestigiosa fondazione inizia il suo lento percorso per tornare “a casa”, ovvero sotto il reale controllo del pubblico, luogo dove la stessa signora Guelpa aveva deciso di lasciare i suoi averi. Ricordiamo infatti che la donazione venne addirittura registrata nel bilancio dell’ente, per poi essere sapientemente affidata a terzi per fini ampiamente diversi da quelli testamentari. Tutto è bene ciò che finisce bene? Si, ma non è detto, ci sono almeno 10 Milioni di buoni motivi per far si che nulla accada. Le mozioni sono sostanzialmente carta straccia quando non supportate da poteri forti, ed è evidente che in questa situazione è più quello che non si vede che quello che si vede.
Il potere è opaco. Ma l’opacità del potere è la negazione della democrazia. (Norberto Bobbio)
Pierre Blasotta