Indietro si torna

L’attacco alla legge 194: il Fondo Vita Nascente dell’assessore regionale piemontese Maurizio Marrone

“Un passo alla volta, fino alla vittoria. I latrati di chi fa dell’odio contro la #vita una professione non ci preoccupano, un giorno forse capiranno addirittura loro” e ancora “bisogna evitare che l’aborto divenga un mezzo per il controllo delle nascite”. Firmato Maurizio Marrone, FdI, assessore alle politiche sociali della regione Piemonte che con queste parole benedice il Fondo vita nascente: 400 mila euro per finanziare enti e associazioni che promuovano il valore sociale della maternità e la tutela della vita nascente operanti nel settore della tutela materno infantile. Di fatto, una delibera  a dir poco vergognosa, approvata in IV commissione dalla maggioranza di centrodestra, regalerà soldi pubblici alle associazioni pro vita e antiabortiste piemontesi, finanziando associazioni private e sottraendo risorse alle strutture pubbliche identificate dalla legge 194. Non basta: il 10% dello stanziamento sarà utilizzato per pubblicizzare il fondo.

Le reazioni

Più di 194 voci“, la rete per l’autodeterminazione che riunisce 46 associazioni piemontesi già promotrice insieme a Non una di meno di manifestazioni  contro gli attacchi al diritto di aborto, in un comunicato afferma: “Non ci sentiamo rappresentate da chi apre un atto istituzionale sostenendo che questo provvedimento sia finalizzato ad “evitare che l’aborto divenga uno strumento di controllo delle nascite”. Esiste già la legge 194/78 che ha dato negli anni ottimi risultati attraverso la prevenzione e la diminuzione delle interruzioni di gravidanza. I percorsi di aiuto pubblico alle donne gestanti in ordine al riconoscimento o non riconoscimento del nascituro e all’esigenza di segretezza del parto sono situazioni molto diverse tra loro e, da sempre, sono prese in carico dal servizio pubblico. E’ sconcertante la totale mancanza di rispetto nei confronti delle donne e rende esplicito che questa regione si schiaccia completamente al Salvini pensiero “bisogna tornare a mettere al mondo i figli senza tanti problemi..”, ispirandosi alle politiche di Orban. Questa delibera costruisce un’impalcatura privata – per il 99% costituita da associazioni integraliste antiabortiste – accanto a quella pubblica, svalorizzata e non sostenuta con un rafforzamento di strutture e organici”.
Nel testo non è mai citata la voce di spesa “prevenzione” che è la premessa per far sì che anche nella nostra regione si realizzino condizioni favorevoli per la scelta consapevole di maternità, ad esempio promuovendo la gratuità della contraccezione.
Tutte le statistiche ci dicono che la scelta di abortire, non semplice, è meno legata a problemi economici e più alla precarietà del lavoro e di vita e alla legittima scelta di autodeterminare le proprie vite. La tipologia delle donne gestanti in difficoltà, quelle di cui sulla carta parla questa delibera, sono attualmente prese in carico dai gestori delle funzioni socio-assistenziali dei Comuni e dei Consorzi, così come i Consultori pubblici svolgono le funzioni loro assegnate dalla legge.
Dure le critiche di Marco Grimaldi, neo deputato e capogruppo regionale di Verdi e Sinistra: “Spalanca le porte delle strutture sanitarie ai pro vita per fare terrorismo psicologico sulle donne e sulle ragazze” e Sarah Disabato, capogruppo 5S: “Parte dal Piemonte il progetto della destra di fare dell’Italia un Paese liberticida, oscurantista e antiabortista“.
Il Piemonte vanta il 60% di personale medico obiettore di coscienza e in tante province piemontesi l’assenza di medici non obiettori o la presenza di un solo medico impedisce di fatto l’esercizio del diritto all’aborto. Nelle province di Novara e Alessandria la media di obiettori di coscienza è dell’80%, con un picco del 91% ad Alessandria; non dimentichiamo inoltre che a settembre 2020, in  pandemia, la Regione Piemonte scelse di non prendere atto delle Linee Guida del Ministero della Salute sull’aborto e anzi, per tutta risposta, ha scelto di introdurre le associazioni antiabortiste nei consultori. 

Simonetta Valenti

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