Diffusa nella città è frutto del lavoro di studenti dell’Albe Steiner di Torino e viene proposto a Ivrea dalla neonata associazione Lucy.
In diversi esercizi commerciali eporediesi si possono trovare esposte in questi giorni (fino al 5 aprile) alcune delle 64 fotografie che compongono la mostra #IMMAGINIDEIPREGIUDIZI realizzata, nell’ambito del progetto uno@uno una classe un migrante, dagli studenti di sei classi (tre quarte e tre quinte) dell’Istituto Albe Steiner di Torino insieme a Moussa, della Costa d’Avorio, richiedente protezione internazionale ospite della cooperativa Progest.
L’iniziativa della mostra diffusa è realizzata, con la collaborazione dell’Osservatorio Migranti, dalla neonata “associazione Lucy”, composta da donne che intendono sviluppare “progetti per una maggiore partecipazione delle donne alla vita della comunità” e che si propongono di “contrastare e prevenire ogni forma di violenza e di discriminazione fondate sulla differenza di genere e di contribuire a sviluppare una cultura contro ogni tipo di stereotipo e pregiudizio”.
La mostra è stata presentata sabato scorso [16 marzo] allo ZAC!, dove sono intervenute le studentesse e le insegnanti che l’hanno realizzata insieme a Moussa. Un incontro, una relazione e tante discussioni che hanno determinato una crescita formativa personale e insieme didattica delle giovani studentesse, impegnatesi nel rappresentare in immagini i pregiudizi che sono spesso alla base di intolleranza e discriminazione.
Discriminazione che diventa violazione dei diritti umani nel caso dei detenuti senza processo nei CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), in condizioni peggiori di un carcere, come ricordano due operatori della cooperativa Progest. Operatori che informano anche del caso di un migrante rinchiuso nel CPR di Corso Brunelleschi a Torino in sciopero della fame dal primo febbraio, del quale, dopo diversi tentativi di alimentazione forzata, solo in queste ultime ore è stato autorizzato il ricovero in ospedale, con il risultato che gli sono stati diagnosticati danni forse irreversibili alle funzioni renali. Il tutto nell’assoluto silenzio dei media (fatta eccezione per alcuni servizi di radio blackout e per un articolo sul manifesto).
Disumanità e violazione dei diritti frutto di intolleranza e discriminazioni generate dall’ignoranza e dai pregiudizi che sono al centro della mostra fotografica sparsa nei negozi di Ivrea fino al 5 aprile e nei mesi prossimi sarà ospitata nei Comuni che fanno parte del CISSAC (Consorzio per i servizi sociali di Caluso) ed è richiesta anche da alcuni Comuni dell’Eporediese (Bollengo, Colleretto Giacosa) e dall’ITIS Olivetti di Ivrea.
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