Due mozioni discusse lunedì 23 settembre (più una terza rimandata al prossimo consiglio): una a firma PD, ViviamoIvrea e Laboratorio Civico più orientata alla prevenzione e al dialogo con i servizi socio-assistenziali, una a firma Eporedia Futura, Fdi, Lega e Forza Italia che chiedeva l’istituzione di una delega alla sicurezza e un presidio fisso di polizia al Movicentro
Dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati del Disegno di Legge 1660 in materia di Sicurezza proposto dai Ministri di Interno, Giustizia e Difesa, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Guido Crosetto e fortemente voluto dall’esecutivo e dalla maggioranza, a Roma, mercoledì 25 settembre le forze sociali e politiche che si oppongono al ddl liberticida hanno aderito al presidio convocato da CGIL e UIL: in piazza esponenti di PD, M5S, AlleanzaVerdiSinistra, Rifondazione, +Europa, Anpi, Arci, Legambiente, Forum Diseguaglianze e Diversità.
A fine maggio l’OCSE (che esamina a livello europeo progetti di legge per valutarne la conformità con gli standard internazionali) si era espressa in maniera contraria al disegno di legge, specificando come la maggior parte delle disposizioni minerebbero i principi fondamentali del diritto penale e dello Stato di diritto. Il quadro che potrebbe emergere se il decreto sicurezza venisse approvato sarebbe quello di un paese nel quale le mobilitazioni sindacali, sociali, contro le grandi opere e a tutela dell’ambiente vengono pesantemente inibite e limitate penalmente (si parla di carcere fino a 2 anni per blocco stradale, carcere fino a 4 anni per “resistenza passiva”, carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta).
Dopo l’approvazione del Decreto Caivano (misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale), del Decreto Rave e del Decreto “Cutro” (disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare) il Ddl 1660 si inserisce all’interno della logica per cui l’inasprimento delle pene e della repressione garantiscono più sicurezza all’interno del paese.
Pur con le dovute differenze e proporzioni, anche le destre eporediesi sono riuscite a portare il tema “sicurezza” all’interno del consiglio comunale cittadino attraverso una mozione discussa lunedì 23 settembre avente come oggetto “Sicurezza: si corre ai ripari” proposta da Eporedia Futura, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. La mozione aveva un duplice obiettivo: istituire una “delega alla sicurezza” e “destinare uno spazio alla Polizia Locale all’interno del Movicentro”. «La tematica della sicurezza va affrontata in maniera seria, con interventi di prevenzione e repressione – ha chiosato il consigliere Cantoni, accusando il consiglio comuale di aver più volte bocciato mozioni sul tema della sicurezza in passato. «Ci sarebbe bastato che il sindaco avesse assunto per sé la delega alla sicurezza. Ci avrebbe fatto pensare a una presenza più forte dell’amministrazione comunale sul tema, che fino ad ora ci è parsa perlomeno carente a riguardo». Il discorso è poi virato sull’opportunità o meno di aprire un presidio delle forze dell’ordine all’interno del Movicentro. I disordini al Movicentro non sono una novità, vuoi perché le stazioni sono per antonomasia luoghi di passaggio, vuoi perché alcuni gruppi di ragazzi dei quartieri cittadini l’hanno scelto come punto di ritrovo. A riguardo il consigliere De Stefano ha provato a chiedere al sindaco se non fosse possibile vietare le bevande alcoliche o almeno l’utilizzo della vendita al dettaglio del vetro, ma Chiantore ha prontamente risposto: «la limitazione della vendita di bevande alcoliche può essere fatta, ma solo in via straordinaria e comunque solo in via temporanea, mai definitiva. Circa il problema del vetro dobbiamo avere chiaro il fatto che i ragazzi che bevono fuori dal Movicentro non comprano le bottiglie allo Zac, ma al Bennet o nei negozi che ci sono nei dintorni». Il sindaco ha poi aggiunto: «c’è un problema di percezione nella cittadinanza circa il grado di sicurezza, perché i disordini ci sono, ma i dati delle forze dell’ordine ci dicono che i reati non sono aumentati. Con la vicesindaca Dal Santo sono in costante e continuo rapporto con Centro Salute Mentale, con il Servizio per le dipendenze, con il Consorzio IN.RE.TE, perché vale la pena ricordare che i principali casi di disordine sono causati da alcuni, pochi gruppi di ragazzi che riportano gravi casi di depressione, abuso di sostanze, ma nessun vero e proprio caso di criminalità deliberata al fine di generare un profitto».
Ed è in questo senso che si è orientana la mozione della maggioranza firmata da PD, ViviamoIvrea e Laboratorio Civico dal titolo “Sicurezza, un bene comune”. Nel documento le forze che sostengono la giunta Chiantore hanno chiesto di istituire un tavolo di lavoro permanente per analizzare e fornire risposte su queste tematiche, in collaborazione con gli organi competenti, quali: le Forze dell’Ordine, il Consorzio socio-assistenziale In.Re.Te, il CSM (Centro di Salute Mentale), il SERD (Servizio per le Dipendenze) e gli enti del Terzo settore che operano in questo campo. La consigliera Vidano si è pronunciata nei seguenti termini: «nella nostra mozione abbiamo provato a tessere un quadro un po’ più ampio rispetto al tema della sicurezza urbana, perché abbraccia tanti aspetti, non solo quello della repressione». Uno tra tanti è quello dell’abbandono scolastico, come sottolineato dalla consigliera Mannucci: «Ivrea aveva negli anni passati una scolarizzazione elevata e stabile, mentre oggi l’abbandono scolastico sta aumentando». «Noi pensiamo sia importante agire sul lato della prevenzione – ha aggiunto il consigliere Gaudino – e solo in un secondo momento mettere l’attenzione sulla repressione del reato. Altrimenti il rischio è quello di spostare il problema, non risolverlo».
Il consiglio comunale ha approvato la mozione della maggioranza, respinto quella della minoranza e rimandato alla prossima seduta la mozione del consigliere De Stefano. Ciò che fa specie è che l’intera discussione consiliare si sia concentrata esclusivamente su episodi marginali, peraltro senza citare alcun dato ufficiale, a riprova di come la percezione d’insicurezza sia elastica e possa essere sfruttata (da destra) per alimentare maggiori controlli da parte delle forze di polizia. Nessuno ha invece provato a ricordare come a inizio anno, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, la procuratrice generale reggente Sabrina Noce abbia affermato: «Da alcune intercettazioni telefoniche emerge che la criminalità [quella vera!, ndr] sceglie obiettivi che rientrano nella competenza della Procura d’Ivrea, un ufficio dove se ci si ammala non si può essere sostituiti, dove, nonostante ogni sforzo, la valanga di arretrato cresce ogni giorno, dove i magistrati emettono atti pur sapendo che non potranno mai essere notificati, dove sono stati soppressi via via l’ufficio affari civili, l’ufficio giudice di pace, l’ufficio ignoti e che presto potrà occuparsi solo degli affari urgenti».
Andrea Bertolino