Il teatro di Morenica upgrade allo Zac

Tre spettacoli per la coda autunnale di Morenica con giovani e affermate compagnie

Morenica Cantiere Canavesano, dopo gli appuntamenti di giugno, alcuni in collaborazione con Ivreaestate e La grande invasione, ritorna con una seconda parte autunnale che si allarga sul territorio imbastendo nuovi incroci culturali. Saranno infatti allo Zac a novembre due spettacoli che si preannunciano molto interessanti e arrivano preceduti dall’eco di premi e riconoscimenti già ottenuti, anche se stiamo parlando di realtà molto giovani.
Morenica viene così a riempire uno spazio che ad Ivrea, pur ricca di programmazioni teatrali, è rimasto pressoché sguarnito. Lo spazio è quello del teatro realizzato da compagnie emergenti, che si preoccupano anche di riferirsi alla realtà che ci sta intorno e non hanno paura di intervenire come il teatro sa intervenire, con il suo linguaggio e la sua parzialità.
Si comincia venerdì 3 novembre con CHI AMA BRUCIA, Discorsi al limite della Frontiera, ideato e interpretato da Alice Conti che ha lungamente studiato la realtà dei CIE, Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri. Una sorta di monologo-intervista a diversi personaggi tra cui la Crocerossina, la Garante e l’Ospite/ gli esuli – che l’autrice ha realmente incontrato e intervistato durante la ricerca.
Dichiara l’autrice: “Penso che il teatro debba nutrirsi di ciò che realmente accade nel mondo,della contemporaneità, e abbia il dovere illuminarne gli angoli scuri. Allo stesso tempo mi sembra che il teatro (che intendo come ricerca sull’umanità), abbia bisogno e debba avvicinarsi il più possibile ad una scienza, al suo tentativo metodologico di onestà ed esattezza, o perlomeno debba tentare di dire delle cose “vere”.
Il 25 novembre sarà la volta della Compagnia Gli Omini in Ci scusiamo per il disagio, spettacolo nato e ambientato in una stazione ferroviaria e che trova nella sede del Movicentro ad Ivrea la sua perfetta sede. Teatro che nasce dalla realtà, teatro che riflette sulla realtà e ce la ripresenta anche se facciamo finta di non riconoscerla. Questo è il primo di tre spettacoli dedicati alle ferrovie e realizzati seguendo uno schema preciso: ricerca sul campo, indagine, interviste. Una memoria che diventa teatro.
Chiuderà la rassegna, in data ancora da definire, (S)legati, di ATIR Teatro Ringhiera, giovane e già affermata equipe milanese che porta in scena la montagna come emblema di rapporti umani, sfida, e legami indispensabili e salvifici allo stesso tempo.

Dalle schede degli spettacoli:
CHI AMA BRUCIA
Ideazione e regia Alice Conti, Con Alice Conti, Testo Chiara Zingariello, Drammaturgia Alice Conti e Chiara Zingariello, Musiche Elia Pedrotti, Riprese video Luigi Zoner, uno spettacolo di Ortika, una produzione TrentoSpettacoli con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali, con la complicità di: Spazio Off – Trento, LAB121 – Milano, CAP10100, Cavallerizza Reale Liberata, La Tana, Lapsus, Circolo Oltrepo’ – Torino, Artea – Rovereto, selezione Premio Dante Cappelletti 2013, Roma
Con il patrocinio di Amnesty International
Da qui. Da un paesaggio che ci battezza. Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal C.I.E. – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18 mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare e che non esiste se non in relazione a questo luogo. Il Campo crea e rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina; c’è un destino nell’assegnazione di uno spazio. La Crocerossina in uniforme d’accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, danza paternalista i turni, canta chiusa in ufficio, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull’altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un’eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.
Ortika
Gruppo teatrale nomade. Nasce dalla collaborazione artistica e umana tra Alice Conti – ideatrice, regista e attrice, Chiara Zingariello – scrittrice, antropologa e drammaturga, Alice Colla – disegnatrice luce, Eleonora Duse – costumista, Greta Canalis – artista e restauratrice di bambole e Valeria Zecchinato – assistente di produzione. Ortika è un gruppo informale di affinità; Alice Conti si forma con il Balletto Civile di Michela Lucenti. A Londra studia drammaturgia contemporanea alla Royal Academy of Dramatic Arts con Brian Stirner. Studia e poi lavora con Emma Dante, Valter Malosti , Claudio Autelli. Pur senza diploma di accademia nazionale è l’unica attrice italiana selezionata all’Ecole des Maitres 2013 diretta da Costanza Macras Dal 2015 lavora con la compagnia Zaches Teatro e Taverna Est di Sarasole Notarbartolo.

CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO
Compagnia GLI OMINI, con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi e Luca Zacchini, prodotto da Associazione Teatrale Pistoiese
La stazione di una periferia non è solo un luogo di passaggio. Non è un momento di transito, non è solo un non luogo. La stazione di una città piccola ha una sua identità, i suoi abitanti, le sue voci, la sua regole.
Gli Omini sono stati un mese alla Stazione di Pistoia, sui binari, nel bar a consumazione obbligatoria ogni due passaggi, verso i bagni, sulle panchine. Hanno capito le regole e le hanno viste infrangere. Hanno incontrato la gente. Alcuni pendolari, molti ex carcerati, altrettanti in libertà vigilata, piccioni, studenti confusi, marchettari, gente che si sposta in treno perchè non ha più la macchina, coppie di ogni tipo, amore in ogni forma, piccioni, tossici, barboni suonatori di mandolino, donne che alla stazione leggono e poi parlano come un libro stampato, piccioni. Gente che si nasconde, gente da guardare con la coda dell’occhio. Gente che guarda i treni passare e che deve stare lontano dalla linea gialla. !
Ci scusiamo per il disagio ha debuttato a luglio 2015 nel Deposito dei Rotabili Storici di Pistoia, un luogo carico di memoria, un angolo protetto e sconosciuto della città che è stato aperto al pubblico diventando la scenografia con i suoi binari morti e i suoi vagoni d’epoca.
Gli Omini
Gli Omini sono una compagnia teatrale nata nel 2006 con il primo obiettivo di avvicinare le persone al teatro e di far nascere il teatro dalle persone. Da questo prende forma il progetto Memoria del Tempo Presente, che prevede la costruzione degli spettacoli tramite settimane d’indagine territoriale e interviste, creando eventi unici, che debuttano e muoiono a ogni data. Nel 2015 Gli Omini vincono il premio Rete Critica come miglior compagnia dell’anno.

(S)LEGATI
di ATIR Teatro Ringhiera, di e con Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris, musiche Sandra Zoccolan
1° premio al Festival teatrale di Teglio 2015
SPETTACOLO VINCITORE LAST SEEN 2014 MIGLIOR SPETTACOLO DELL’ANNO SU KRAPP’S LAST POST
(S)legati è il volano che ha dato vita all’iniziativa “Teatro in quota” sponsorizzata e sostenuta dal bando “Torino e le Alpi” 2015
Siamo due amici. Siamo due attori. E siamo due appassionati di montagna. Meglio: arrampicatori della domenica.
Circa tre anni fa ci siamo imbattuti nell’incredibile storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates.
E’ la storia di un sogno ambizioso, il loro: essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, attaccato dalla parete ovest.
Ma è anche la storia di un amicizia, e della corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due giovani ragazzi.
La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro. Come sempre avviene in montagna.
C’è dunque una cima da raggiungere. C’è la estenuante conquista della vetta. C’è la gioia dell’impresa riuscita.
E infine, quando il peggio è passato, e la strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che strizza l’occhio.
E’ la storia di un miracolo. Di un avventura al di là dei limiti umani. Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami. La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.
ATIR
Il 17 maggio 1996 sette giovani neo-diplomati della Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano fondano ATIR Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca. Il gruppo è nato con l’intento di costruire e mantenere una propria autonomia artistica e organizzativa, per un teatro che sia semplice, diretto, chiaro, energico, privo di ermetismi o retorica; un teatro che sia dentro la realtà, dentro al tempo, spunto di riflessione dell’oggi: un teatro popolare di qualità in cui i grandi classici e le drammaturgie contemporanee si intersecano per restituire una visione possibile del presente, un teatro capace di attirare a sé categorie di pubblico molto variegate e trasversali.

Francesco Curzio