Norberto Patrignani racconta l’affascinante storia del matematico inglese, padre dell’informatica e decodificatore del sistema cifrato usato dai nazisti.
È di pochi giorni fa l’uscita ufficiale del racconto Il primo hacker: Alan Turing, scritto da Norberto Patrignani, docente di Computer Ethics alla Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino e di Informatica Generale all’Università Cattolica di Milano, nonché ricercatore ed esperto del settore informatico per il Consiglio di Ricerca Europeo e, “last but not least”, nostro concittadino e amico di Varieventuali. Un testo, va detto subito, distribuito con licenza Creative Commons, quindi libero di circolare, così come ci tiene a far sapere l’autore, da sempre sostenitore della libera circolazione della cultura (alcune copie in carta stampata, altrimenti disponibile on line:
Ma per raccontare questa storia bisogna partire da lontano, cioè dall’aprile del 2012, precisamente sabato 14 aprile, quando, come ricorda Patrignani stesso nei ringraziamenti, nel programma della rassegna Messinscena (curata dall’attuale Associazione Rosse Torri), presso la Sala Cupola del Centro La Serra di Ivrea, venne ospitata la prima lettura in pubblico del racconto, ora diventato testo vero e proprio, che affronta una “particolare lettura”, così riporta la copertina, della vita del grande matematico inglese. Bisogna dire che inorgoglisce sapere di aver tenuto a battesimo un lavoro che poi ha continuato a crescere, fino a mettere salde radici di racconto, finalmente a disposizione di tutti. Ma non avevamo molti dubbi che Patrignani con la sua grande passione, sommata all’esperienza, avrebbe prima o poi trovato il tempo di rimettere mano a quelle pagine, che, allora, volavano via una dietro l’altra sul leggio, davanti ad una platea interessata e sorpresa di vederlo nella veste di abile narratore.Il testo affronta per capitoli la straordinaria vita di Alan Turing, considerato il padre dell’informatica, tratteggiando le tappe significative del suo percorso scientifico e umano, in maniera asciutta e, si può dire, minimalista al punto giusto per farne risaltare al massimo la figura e soprattutto il contrasto fra la sua attitudine rigorosa e onesta rispetto e quella bigotta e ipocrita della società nella quale gli è toccato vivere e morire, arrivando così a trasmettere tutta la tragicità e la grandezza di quella vicenda. Emoziona per la sua essenzialità senza sbavature, arriva dritto al cuore pur raccontando di numeri, di macchine da calcolo, di formule e di problemi irrisolvibili. Ci riporta indietro nel tempo, nei primi 50 anni del secolo scorso: dall’ascesa del nazismo, alla II Guerra Mondiale, fino all’inizio della Guerra Fredda, tutti momenti in cui la mente del matematico è protagonista, in prima linea per la conquista di nuovi spazi del sapere, allora così strategici per la vita di tutti. E tocca appena, con poche delicate pennelate, l’omosessualità che ha avuto una parte così dolorosa nella sua breve vita.
Non importa se non si hanno le conoscenze specifiche per capire tutto ciò che Turing ha pensato, si riesce a cogliere lo stesso la portata e l’attualità del lavoro dell’uomo che è stato l’anticipatore della programmazione, pane quotidiano di questa nostra società di informatizzazione totale e anche il decodificatore della temibile macchina Enigma, usata dai nazisti per criptare messaggi.Come insegna chi si occupa di narrazione, un buon racconto deve saper lavorare per sottrazione, deve poter dare il massimo con il minimo, ma quel minimo, per poterlo raggiungere, si deve saper estrarre dal tutto, e il tutto lo si deve conoscere molto bene, lo si deve far intravedere tra le righe, nelle pause, persino tra i segni della punteggiatura. Ed è esattamente quello che Patrignani ha saputo fare. Biografie di Alan Turing, nel senso classico, ce n’erano già, racconti che ce lo facessero quasi sentir respirare, forse no. Ora ne conosciamo uno.
Un racconto davvero intenso fino all’ultimo respiro, con un finale che invita a volerne sapere di più, a cercare altre informazioni e magari, chissà, a risolvere il mistero di quel corpo trovato senza vita nel suo letto, con accanto una mela morsicata…
Lisa Gino