Il messaggio che il vescovo emerito di Ivrea, mons. Luigi Bettazzi, ha inviato alla Consulta Stranieri per la serata su “Eguaglianza e Pregiudizi” del 10 Ottobre 2020 pensando di non poterci partecipare e poi … il suo arrivo!
Gentile Presidente e presenti tutti,
sono lontano da Ivrea, ma partecipo con tutto il cuore all’iniziativa su Eguaglianza e Pregiudizi. Il pregiudizio maggiore credo sia che si parte dal primato dell'”io” a cui vanno subordinati tutti gli altri, mentre noi siamo immersi nel “noi”, che intuiamo nascendo e crescendo nei primi anni di vita.
Quando ci rendiamo consapevoli dell'”io”, dovremmo mantenerlo inserito nel “noi” che ha condizionato la nostra nascita e la nostra crescita umana (se no, saremmo “bestie”, anche se queste seguono l’istinto del gruppo).
Tanto più dovremmo esserlo se “cristiani”, cioè fedeli di un Dio che è “uno” perché comunione di “tre”, e seguaci di un Cristo venuto sulla terra per insegnarci che dobbiamo amare il prossimo come noi stessi e per darne l’esempio e la forza, fino ad accettare di essere crocifisso, per poi risorgere ad una vita nuova, per sé e per tutti noi.
Credo non vi sia tradimento maggiore del messaggio evangelico che privilegiarci – some singoli, come gruppo, come popolo – escludendo e umiliando “gli altri”.
Lo ripeto laicamente, richiamando la Carta dei diritti umani dell’Onu (S. Francisco, 10 dicembre 1948) sottoscritta dalla quasi totalità delle nazioni, che inserisce i diritti di ogni persona nella realtà dei diritti di tutti, tanto da essere denominata da qualcuno “il Vangelo secondo l’Onu”.
Plaudo quindi alla vostra iniziativa, a cui auguro un largo successo.
+ Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea