Il filo rosso dal lavoro alla guerra

La protesta ad Ivrea del 12 dicembre denuncia un sistema che precarizza dentro e devasta fuori. Presidio organizzato dall’Assemblea lavoratori e precari/e di Ivrea venerdì pomeriggio in corso Nigra.

Venerdì 12 dicembre, in concomitanza con lo sciopero generale nazionale proclamato dalla Cgil, l’Assemblea lavoratori e precari/e di Ivrea – nata nelle ultime settimane – convoca un presidio alle 15:30 davanti alla sede Adecco di corso Nigra 15. Una scelta tutt’altro che casuale, secondo quanto riportato nel comunicato: “le agenzie interinali sono passate dall’essere un raccordo tra domanda e offerta a veri e propri attori che deresponsabilizzano le aziende nell’assumere, permettendo un continuo turnover fino a 24 mesi”.

Le recenti proposte governative – alcune ritirate, altre solo sospese – che miravano ad ampliare ulteriormente questi limiti confermano, per i promotori, un modello che protegge i padroni e scarica il rischio sui lavoratori.

Il presidio vuole riportare al centro le condizioni materiali di chi lavora, rivendicando forti aumenti salariali, migliori condizioni di vita, contratti stabili per tutte e tutti e lo stop alle spese militari, destinando risorse a sanità, scuola e salari.

Secondo l’Assemblea, precarietà ed economia di guerra sono due facce della stessa struttura economica che schiaccia le persone. È questo il filo rosso che collega la mobilitazione locale al contesto internazionale: l’Assemblea e i gruppi che parteciperanno – tra cui il Comitato di Ivrea per la Palestina, singole lavoratrici e singoli lavoratori, oltre a realtà sindacali come la Cobas – denunciano da tempo come l’economia di guerra entri fin dentro le nostre vite.

A Ivrea, negli ultimi mesi, si è consolidata una rete di solidarietà che intreccia piani sociali e politici: dal corteo per la Palestina di novembre – oltre 300 persone in piazza – alle iniziative contro il lavoro precario.

I promotori del presidio del 12 dicembre criticano inoltre la crescita della spesa militare italiana e il peso crescente dei colossi dell’industria bellica nell’economia nazionale, mentre i servizi pubblici arretrano.

L’economia di guerra non è un concetto astratto: la paghiamo nelle bollette, nella sanità che manca, nei servizi che chiudono.

Dopo la mobilitazione, l’Assemblea lavoratori e precari/e dà appuntamento a lunedì 15 dicembre, alle 20:30, in via Quattro Martiri 12, presso la Biblioteca Sottobosco, per discutere le prossime iniziative e rafforzare la rete territoriale contro precarietà, guerra e disuguaglianze.