Quel lontano 2 giugno 1946 in cui le donne votarono e in cui furono elette nel consesso che contribuì a scrivere la carta costituzionale 21 donne
Ieri sera [21 marzo, ndr] alla richiesta di intitolare una via/piazza/giardino alle Madri Costituenti si è ripetuto quel confronto, fatto di sensibilità ed esperienze diverse, ma convergenti nel riconoscere a quelle donne di aver impresso un segno significativo nella Carta fondamentale che sta alla base dell’ordinamento della Repubblica, votando all’unanimità la mozione in cui si chiedeva di intitolare una piazza/giardino alle MADRI COSTITUENTI.
21 donne di diverse generazioni, estrazione sociale ed esperienza, capaci di scardinare, con analisi illuminate, felici intuizioni, alte mediazioni, civilissime lotte e proposte coraggiose i meccanismi sociali e politici che fino allora avevano recluso il femminile nei modelli elaborati in via esclusiva da stato, chiesa e famiglia..
Straordinarie, pur così diverse per provenienza, esperienza, cultura e patrimonio ideale ma, aiutate dal collante della necessità di ricostruire l’Italia, di non essere nemiche: questo spiega che se il confronto delle idee era franco, aspro, esisteva sempre tra quelle donne una volontà di intesa, la ricerca non di meri compromessi, la ricerca di formulazioni comprensive di ricchezza e validità delle differenze reali.
Senza quelle donne non sarebbero stati scritti nella Costituzione i principi di parità che hanno costituito la base per la trasformazione, non solo delle leggi, ma della vita e dello stesso modo di pensare delle donne.
Grazie a loro la Costituzione è tanto bella e giovane ancora oggi; da darci la possibilità di vivere in democrazia, insegnandoci che l’impegno per conservarla deve essere quotidiano; la politica, per quelle donne, era un’attività nobile, diretta a perseguire il bene comune.
Leggere alcuni articoli, basti leggere l’art.3) che sancisce la pari dignità …..senza distinzione di sesso, di razza …… ma anche quello sulla famiglia, sul diritto allo sciopero, alla conciliazione lavoro e maternità, sulla tutela delle famiglie irregolari – oggi si direbbe di fatto – e di quelle rette soltanto da una donna, ci dà la prova di come le Costituenti fossero più aperte e lungimiranti di molti politici di oggi.
Noi ieri abbiamo dato voce a LORO che si sono rese disponibili e capaci di tradurre in regole il sogno di una vita civile: un SOGNO GIUSTO!
Un progetto di vita disegnato non solo per i loro contemporanei ma anche per le future generazioni.
Gabriella Colosso