In evidenza una mozione sulla revoca del CdA della Fondazione, sottotraccia gli equilibri nella maggioranza e le elezioni regionali
Non sarà dolorosa come una “Via Crucis”, ma a dieci mesi dalle elezioni, la riunione di oggi, venerdì 19 aprile, del Consiglio Comunale è certamente una riunione faticosa, forse la prima “complicata” per l’amministrazione eporediese dopo le elezioni del giugno scorso. Non perché l’ordine del giorno preveda delibere particolarmente significative o controverse, ma, ancora una volta, per una mozione sulla Fondazione Guelpa (c’è poi anche in discussione un’altra mozione sulla situazione del CIC, proposta dal PD, che certamente solleverà dibattito ma non appare altrettanto complicata).
Era successo già al sindaco Della Pepa, nell’ottobre 2016 di arrivare a presentare (e poi ritirare una settimana dopo) le sue dimissioni pur di non dar corso a una mozione (presentata da ViviamoIvrea e votata da tutta l’opposizione insieme a parte della maggioranza) che chiedeva la revoca dell’incarico al presidente della Fondazione Guelpa (all’epoca Daniele Jalla).
Oggi il nuovo presidente-lampo della Fondazione, Luca Beatrice, si è già dimesso, ma è in discussione nel consiglio comunale una mozione preparata da Fresc (5 Stelle) e Comotto (Viviamo Ivrea) alla quale hanno aderito anche Neri (capogruppo della Lega) e Malpede (Insieme per Ivrea di Ballurio), con la quale il Consiglio Comunale, “per gravi motivi”, “si impegna ad avviare le azioni necessarie per procedere alla revoca, ai sensi dell’art.10 dello Statuto, e alla nomina dei consiglieri che andranno a costituire il nuovo CdA della Fondazione Guelpa in sostituzione di quello attuale”.
Comunque vada stasera in consiglio comunale, la resa dei conti in una maggioranza che vede il gruppo della Lega forte di 6 consiglieri su 11 prima o poi ci sarà. E, considerato che le elezioni si terranno il 26 maggio prossimo, a giugno è molto probabile che non sarà un primo compleanno tranquillo per questa amministrazione comunale eporediese. Se non per iniziativa dei cittadini, quanto meno per la ridefinizione delle spartizione interne alla maggioranza.
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