Interventi per l’occupazione, misure di sostegno al lavoro, Osservatorio del lavoro e dello sviluppo economico, Sportello opportunità: questi e altri servizi vengono lasciati indietro con la (temporanea?) sospensione dell’Ufficio politiche per il lavoro. Ci si può permettere di lasciare scoperto un settore così necessario?
Sul sito del comune d’Ivrea, nella pagina dedicata all’Ufficio delle politiche per il lavoro, da un po’ di tempo è apparsa una scritta ben evidenziata in giallo: “il servizio è temporaneamente sospeso”. Nessuna data prevista di ripristino dell’ufficio, nessun avviso che ne spieghi la motivazione. In una fase così delicata nella quale di lavoro e di occupazione si ricomincia timidamente a parlare appare un azzardo privarsi di un Ufficio in grado di coordinare e di declinare al meglio le politiche di sostegno all’occupazione.
Di cosa si è occupato l’Ufficio politiche per il lavoro in questi anni?
L’ufficio aveva due ambiti fondamentali di pertinenza: interventi per l’occupazione e sostegno al lavoro e Osservatorio del lavoro e dello sviluppo economico.
L’Osservatorio venne istitutito negli anni immediatamente seguenti la crisi del 2008 con il compito di svolgere un’attività di indagine i cui risultati venivano illustrati in un report con cadenza semestrale in grado di restituire una fotografia dell’andamento occupazionale del territorio, utilizzo degli ammortizzatori sociali, situazione delle aziende e dell’andamento demografico. Sul sito sono presenti solo i primi tre report (risalenti al 2011); gli studi successivi vennero portati avanti, ma mai resi pubblici (salvo su richiesta).
Sulla base di questi report e in conformità con l’indirizzo politico della giunta comunale, l’Ufficio delle politiche del lavoro elaborò, nel corso degli anni, diversi programmi aventi come obiettivo il sostegno all’occupazione. Dal 2010 al 2017, con il coinvolgimento di altri comuni, vennero aperti diversi progetti denominati “cantieri di lavoro” i quali, rivolti prevalentemente a disoccupati con più di 45 anni d’età e privi di qualsiasi titolo di studio, diedero un’occupazione, per quanto temporanea, a 107 persone.
A partire dal 2013, grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, vennero attivati dei “progetti di reciproca solidarietà e lavoro accessorio” di cui beneficiarono oltre 30 persone.
L’Ufficio, con la collaborazione dei Servizi specialistici dell’Asl, riuscì inoltre ad attivare otto tirocini (indirizzati a persone in difficoltà, disabili o in carico alla stessa Asl).
Sempre nell’ottica di realizzare interventi per l’occupazione vennero attivati diversi “progetti di pubblica utilità”, finanziati dalla Regione Piemonte e che nel corso degli anni hanno visto occupate 24 persone e coinvolto 5 diversi comuni. A titolo d’esempio, tra le attività svolte nel Comune d’Ivrea, alcune hanno riguardato la pulizia delle rogge, la manutenzione straordinaria della Polveriera, la tinteggiatura esterna dell’Incubatore, la tinteggiatura della zona di passaggio dal Movicentro al parcheggio sotterraneo e la pulizia delle targhe recanti la toponomastica.
L’elenco delle innumerevoli attività di quest’Ufficio potrebbe continuare, ma sia qui sufficiente segnalarne pochi altri: progetto YoungUp, progetto Inlà e progetto Goal, tutti indirizzati all’occupazione giovanile, IoLavoro e vari progetti di servizio civile nazionale volontario.
Sportello Opportunità: anch’esso K.O.
L’Ufficio politiche del lavoro non è il solo “reparto” ad aver subito un drastico ridimensionamento. Sempre sul sito del comune d’Ivrea si legge: “Dal mese di gennaio 2018 lo Sportello delle Opportunità è sospeso”. Tale sportello era nato nel 2009 nell’ambito dell’iniziativa denominata “Azioni di contrasto alla crisi del mercato del lavoro locale” e si occupava di orientamento e informazione professionale per quelle persone che avrebbero voluto inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro. L’importanza di questo sportello derivava non solo dal tipo di servizio offerto, ma dall’entità del contributo di risorse e disponibilità che provenivano da altri comuni. Nel corso degli anni, infatti, oltre trenta comuni del territorio, sulla base della ridotta capacità di spesa, avevano convenuto sull’importanza di concentrare le poche risorse disponibili sullo Sportello eporediese in modo tale da renderlo progressivamente un punto di riferimento per quei tanti disoccupati e inoccupati in cerca di una mano.
Ci si può permettere di lasciare scoperto un settore così strategico?
Gli ultimi dati a disposizione sul mondo del lavoro e delle imprese tratteggiano un territorio lievemente in crescita, ma decisamente caratterizzato da un costante aumento della precarizzazione dei contratti di lavoro. In uno scenario con ancora troppe ombre è lecito domandarsi: quanto è sensato, per un comune, privarsi di un Ufficio il cui ruolo dovrebbe essere fondamentale per sostenere l’occupazione eporediese?
Da una giunta di centrosinistra, inoltre, ci si aspetterebbe un maggior interesse per un ufficio di questo genere. Non va dimenticato che l’attuale amministrazione si presentò alle precedenti elezioni comunali con un programma con al primo punto “il lavoro” e non si capisce come mai, dopo tanti anni di sostegno a quest’Ufficio, improvvisamente si sia deciso di abbandonarlo o certamente di depotenziarlo.
In una fase storica nella quale il lavoro non appare più come la principale fonte di reddito è più che mai fondamentale porvi un’attenzione di riguardo, onde evitare che diventi facile preda di logiche al ribasso. In molti casi è già così, ma diminuire o depotenziare gli strumenti (o in questo caso gli uffici) di “supervisione”, di “controllo” o semplicemente di aiuto non appare certo una scelta lungimirante.
Andrea Bertolino