NOTIZIARIO ANPI IVREA BASSO CANAVESE
Vi sottoponiamo la pagina di apertura de “L’Espresso” N.34 del 20 agosto.
Nel numero precedente il settimanale aveva ampiamente affrontata e analizzata l’avanzata delle destre nel nostro Paese e non solo. Le reazioni sono state furiose e l’Espresso ne pubblica alcune senza commento, dato che commentare dei vaneggiamenti non è possibile.
Il florilegio di odio, ignoranza, brutalità, amplificato dal web, parla da solo. Ne anticipiamo un esempio: «Hitler in 5 anni ha risollevato la Germania da così a così…» che denuncia stupidità e ignoranza al massimo grado. Chi lo ha scritto non è evidentemente a conoscenza delle condizioni dei Tedeschi alla fine della guerra: la fame, le città e le industrie distrutte, i milioni di morti…
Le Istituzioni non devono concedere alibi e riconoscimenti a questi nuovi fascisti, è fuori discussione. Ma un tarlo ci rode: essi sono venuti fuori dalle nostre Scuole, abbiamo portato loro testimonianze, tutto ancora parla di quel periodo; e costoro dov’erano? dove sono? che fanno in classe? Poveri loro cervelli, che si bevono le peggiori menzogne che la destra, quella vera e consapevole, propina utilizzandoli come pedine e marionette, tanto per rimestare nel fango e ottenere qualche voto in più. Chi è o è stato Insegnante il problema se lo sarà già posto tante volte.
Poiché ci piace ragionare sulle cose, invece di usare slogan e frasi fatte di condanna (sulle quali siamo ovviamente d’accordo, ma che non risolvono nulla né fanno fare passi risolutivi), ripetiamo la riflessione della scorsa settimana:
«… come conciliare la nostra presa di posizione netta contro il dialogo (che li riconoscerebbe “politicamente“) con la necessità che essi conoscano e prendano coscienza del passato in cui si identificano? Ci dicono che molti giovani, pur non essendo fascisti, tendono a concedere visibilità a costoro: sono compagni di scuola, hanno esperienze comuni, non amano che i “vecchi” e la politica impongano loro alcunché. Come possiamo recuperarli alla consapevolezza storica, “trasformarli” in cittadini democratici?
Non abbiamo ricette. Occorrono forse strumenti culturali diversi: psicologia, pedagogia, dialogo fra giovani fuori dalle Istituzioni? Il dibattito è aperto… senza strumentalità. L’Anpi ha il necessario prestigio, l’autorevolezza ed onestà per porsi la domanda e rivolgerla al Paese.»
C’è qualcuno (magari dei giovani) che voglia rispondere?
Dal canto nostro, anche con l’Anpi provinciale, prepareremo una “Giornata dell’Antifascismo” per affrontare questa tematica insieme a tutti voi e al nostro Vice Presidente Marco Origlia che ha già partecipato allo scorso convegno torinese, e conosce bene il pericolo di questa situazione.
30.08.’17 – A firma congiunta, Marco Origlia e Mario Beiletti