L’Osservatorio migranti di Ivrea, di fronte all’ennesima sofferenza imposta dal governo italiano a persone salvate nel Mediterraneo dalla nave Sea Watch, alla quale è negato l’approdo in un porto italiano, denuncia una situazione vergognosa per un paese che si considera civile.
Poiché la nostra Costituzione all’art. 10 impegna chiaramente l’Italia a dare asilo ai profughi: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”; poniamo una domanda semplice: come fa una persona che viva in zona di guerra, di conflitti, di negazioni delle libertà e dei diritti umani a chiedere asilo in Italia?
Si può rivolgere alle nostre ambasciate presenti nel suo Paese? NO.
Deve allora cercare di arrivare a un posto di Polizia in Italia, normalmente un posto di Polizia di frontiera.
Ora l’Italia confina con la Francia, la Svizzera, l’Austria e la Slovenia e con il Mare.
Se la persona che intende chiedere protezione si presenta al posto di Polizia provenendo da uno dei quattro Paesi confinanti, sarà respinta: è là che deve chiedere asilo.
Nel primo Paese dell’Area Schengen che hanno calpestato nella loro ricerca di speranza di vita.
Resta il mare oppure, e lo hanno fatto e lo fanno non pochi, rischiare di morire dentro o sotto un camion ed entrare in Italia irregolarmente.
O entrare irregolarmente dalle frontiere, non farsi beccare, mentire dichiarando di non sapere da dove si è entrati.
Insomma con la chiusura dei porti si soddisfa la voglia del Ministro Salvini, e dell’intero Governo, di chiamarli “clandestini” mentre sono persone.
Come può chiedere asilo se lo si respinge, a prescindere dalla sua identità e dalla sua provenienza?
Un’altra domanda semplice e scomoda dobbiamo porci: chi sono le persone che chiedono di scendere dalle navi per presentare domanda di asilo?
Quelle persone a cui sbattiamo i porti in faccia, da dove vengono, quali storie hanno vissuto?
Non lo sappiamo! Nessuno ha permesso loro di dire!
Sappiamo solo che hanno la pelle scura e non molti, o addirittura nessun, soldo: e tanto basta per stabilire che non abbiano diritto a chiedere protezione!
Quando le violazioni di un diritto fondamentale diventano così gravi, disubbidire alle norme non è solo possibile: è doveroso!
Ottant’anni fa era l’ebreo da nascondere per difenderlo da leggi sbagliate! Oggi può essere doveroso nascondere una persona senza permesso di soggiorno.
Non passeranno molti anni che tutto quello che abbiamo fatto ai migranti sarà portato davanti alla Corte dei Diritti Umani, e i nostri figli e nipoti ci chiederanno come sia stato possibile.
E noi sappiamo tutto.
Oggi possiamo, dobbiamo opporci alla disumanizzazione in atto.
Si può aderire alla campagna io accolgo (www.ioaccolgo.it) che oltre quaranta associazioni hanno lanciato.
Si possono fare tante cose, insieme, coraggio, non stiamo passivi.
Osservatorio Migranti
persone e associazioni per la difesa dei diritti
e delle potenzialità dei richiedenti asilo e protezione