Sabato 28 gennaio, ore 21, alla libreria Mondadori
Non si può certo dire che Paolo Quaregna, torinese di nascita e nomade della regia, si sia dimenticato dei suoi trascorsi eporediesi, risalenti a quegli inizi degli anni ottanta, quando, fresco di ben due lauree, una in economia e l’altra in lettere, coniugava l’attività d’insegnante, proprio nella nostra città, con l’insorgente e mai sopita passione per l’arte del cinema.
Innumerevoli si contano i suoi lavori in ambito cine-letterario, con tanto di realizzazioni nel campo del documentario, della fiction, e della scrittura, esercitata non solo in forma di sceneggiatura ma anche in quella del saggio e del racconto che diventano libro, che si fanno storia e memoria condivisa.
Fedele al suo spirito nomade, Quaregna, inseguendo i sogni di celluloide, come si diceva in epoca predigitale, ha girato mezzo mondo e messo a frutto conoscenze ed esperienze per tradurle in inquadrature ed opere che, a tutt’oggi, lo caratterizzano anche attraverso un cospicuo quanto invidiabile curriculum. Spaziando da Roma a Parigi, dal Quebec all’Africa, ha coltivato progetti e desideri senza mai desistere di fronte alle difficoltà, sempre animato da una stupefacente e caparbia volontà d’intenti. Così come è stato nomade nel mondo, Quaregna lo è stato anche nella molteplicità degli interessi, eclettico nelle sue spinte creative, ma sempre con particolare attenzione alle storie dei più deboli, degli emigranti, degli uomini che la malattia ha colpito ma non piegato, dei popoli più invisibili e lontani come gli Inuit, così ben rappresentati nel suo film “Dancing North” del 1998, girato nell’estremo del mondo, tra le terre gelide del Quebec.
Naturalmente Ivrea lo ricorda anche e, forse soprattutto, per aver portato Stefania Sandrelli in città, un evento di quei lontani e primissimi anni 80. Il film, “Una donna allo specchio”, girato a Ivrea e dintorni sullo sfondo del Carnevale, uscì nel 1984 ed io ebbi la fortuna di cimentarmi, sul set, insieme ad altri amici locali, per una irrisoria, quanto per me importantissima, comparsata con pronuncia addirittura di una breve battuta oculatamente doppiata in fase di post produzione. .
Sabato 28 gennaio, alla libreria Mondadori di Ivrea, nell’ambito delle frequenti manifestazioni curate da Davide Gamba, Paolo Quaregna tornerà da noi per la presentazione del suo libro “Granata rosso e verde”, un titolo che, soltanto per come si annuncia, non può che suscitare un interesse collettivo presso tutti i veri sportivi. La trama e il filo conduttore di questo lavoro accomunano tre squadre di calcio: quella italiana dei grandissimi e ineguagliabili campioni del Grande Torino, quella del Manchester United e quella del Chapecoense, squadra brasiliana, tutte e tre perite in altrettanti terribili incidenti aerei.
Paolo Quaregna, tifoso granata da quando era bambino, ripercorre la storia di queste tre società calcistiche, evocando il loro indimenticabile passato e rapportandolo con il presente nel segno di quella continuità che, rafforzandosi attraverso le più nefaste cadute, non smarrisce la via per sintonizzarsi nuovamente con le sfide dell’esistenza. Il libro coglie questo aspetto riflettendolo con grande umanità, e si propone anche come metafora della vita attraverso il calcio visto sia come simbolo di fedeltà (il tifo mai tradito verso la squadra del cuore), sia come valore etico sportivo capace di onorare la vittoria quanto di rispettare la sconfitta.
Di questo e altro si parlerà sabato sera. A presentare la serata ci sarà, insieme a Quaregna, Marco Peroni, tifoso granata di spicco e volto noto nell’ambito del panorama culturale eporediese. Poi interverranno, con qualche lettura del testo, Simonetta Valenti, Gianpiero Perlasco e anche il sottoscritto.
A ulteriore riprova che, in Quaregna, cinema e letteratura vanno a braccetto, è probabile che lo stesso regista ci confermerà di stare già lavorando ai preparativi per la realizzazione di un nuovo documentario, naturalmente tratto dalle pagine di questo libro.
Pierangelo Scala